San Marino. Caso Santonastaso, riciclaggio da 1,8 milioni. il PF chiede 6 anni e mezzo

San Marino. Caso Santonastaso, riciclaggio da 1,8 milioni. il PF chiede 6 anni e mezzo

Chiesti 4 anni e 2 mesi per gli altri imputati. Il 15 settembre le conclusioni della difesa.

ANTONIO FABBRI. Dopo il rigetto da parte del giudice Simon Luca Morsiani dell’istanza delle difese per ascoltare alcuni collaboratori di giustizia, il processo per riciclaggio a carico di Michele Santonastaso, dei figli Irene, Giuseppe e Claudio, e di Teodoro Iannota, autista ritenuto un prestanome, si è avviato verso le conclusioni. L’accusa è quella di aver riciclato a San Marino i proventi delle attività di associazione camorristica del clan Bidognetti al quale l’avvocato Michele Santonastaso appunto – noto anche per le minacce ai giornalisti Roberto Saviano e Rosaria Capacchione nell’ambito del processo “Spartacus” – prestava i suoi servigi legali. Ieri dunque la requisitoria del Procuratore del fisco, considerato che le arringhe delle difese sono state rinviate per l’impedimento ad essere presenti, ieri, dello stesso Santonastaso, imputato ma anche in veste di legale, e dell’avvocato Riziero Angeletti. Le difese parleranno quindi il 15 settembre. Nel frattempo resta sospesa la prescrizione.

La requisitoria del Pf Il Procuratore del fisco Roberto Cesarini nella sua requisitoria ha ricostruito l’iter del procedimento e delle indagini che hanno visto due fasi. In una prima indagine c’era stata l’archiviazione. “Poi però – ha rilevato il Pf – ci sono state nuove movimentazioni” ed è scattata la seconda inchiesta e il rinvio a giudizio. “La prima archiviazione – ha quindi sottolineato il Pf – non può riguardare i fatti successivi, che sono rilevanti”.

Quanto a una sentenza italiana della Cassazione che annullerebbe le condanne per i reati presupposti, depositata agli atti dalle difese, la Procura fiscale ha precisato che “la sentenza non entra nel merito. L’annullamento avviene unicamente per vizi procedurali e dichiara l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche per scadenza del termine. Il merito mi sembra che non venga mai toccato né vien detto che non siano stati commessi questi fatti”. Anche relativamente alle dichiarazioni dei pentiti, il Pf ha evidenziato che prima sono state rese, poi ritrattate, poi ritrattate di nuovo, evidenziandone l’inattendibilità, “e bene ha fatto il giudice a non ammetterle”.

Richiamata poi la costante giurisprudenza circa le prove logiche sulla provenienza illecita del denaro. Provenienza illecita che, per il Procuratore del fisco, è provata. Il Pf ha inoltre sottolineato che la società “Le Pintemps”, di punto in bianco e senza avere svolto alcuna attività, si è ritrovata con un capitale sociale di 1,8 milioni.

Ha richiamato anche alcune affermazioni dello stesso imputato: “Santonastaso dice che gli assegni li versava, i contanti no, li accumulava e poi li portava a San Marino e certo non li faceva passare per i conti correnti. Anche perché, ha detto, se veniva un soggetto che aveva fatto una rapina, la fattura la facevo come volevo io, ho una cassaforte a casa. Se aveva del nero lo riciclava attraverso questo espediente della maggiorazione del prezzo…. e non si vergogna nemmeno a raccontare queste cose”, ha detto il Pf.

Quindi la Procura fiscale “ritiene che emerga la responsabilità degli imputati e chiede per Michele Santonastaso 6 anni e sei mesi di prigionia, multa di euro 12mila e interdizione per 3 anni. Per le altre quattro persone Irene, Claudio e Giuseppe Santonastaso e Teodoro Iannota, chiede 4 anni e 2 mesi di prigionia, multa pari a 4000 euro e interdizione per un anno e sei mesi”.

Chiesta anche la condanna della Srl ad una somma soma pari 1.814.316,70, pari al vantaggio avuto dalla società più una multa alla persona giuridica di 10.000 euro. Chiesta inoltre la confisca della somma sequestrata, 1.814.316,70 più interessi, provento di riciclaggio.

Il 15 settembre toccherà alle arringhe delle difese.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

 

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