San Marino. Consiglio Grande e Generale, 24 gennaio, seduta del pomeriggio. Agenzia Dire

San Marino. Consiglio Grande e Generale, 24 gennaio, seduta del pomeriggio. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE DEL 21- 24 GENNAIO

VENERDI’ 24 GENNAIO – POMERIGGIO

Ancora protagonista l’Unione europea nella seduta pomeridiana del Consiglio grande e generale, che si apre con la prosecuzione del dibattito iniziato in mattinata.


Nel corso del dibattito sull’Ue sono stati presentati un ordine del giorno del Ps e uno della maggioranza su cui i capi gruppo hanno annunciato di voler cercare una condivisione dell’intera Aula. Alla ripresa della seduta notturna sarà quindi messo in votazione un ordine del giorno possibilmente condiviso. L’odg di C10 e Su messo all’ordine del giorno, in favore di un confronto consiliare per una maggiore integrazione, è stato invece ritirato, perché considerato realizzato con il dibattito odierno.


Terminato il lungo dibattito sui rapporti tra San Marino e Europa, si è quindi proceduto alla votazione degli altri ordini del giorno in scaletta. Il Consiglio grande e generale ne ha accolti due a maggioranza: il primo, presentato dai gruppi consiliari di Cittadinanza Attiva, per impegnare il Governo ad inserire entro il 31 ottobre 2014 il processo per direttissima all’interno del Codice di Procedura Penale Sammarinese ed individuare una nuova sede per la struttura carceraria. Il secondo presentato sempre da C20 e Su, per promuovere una risoluzione del Consiglio d’Europa che coinvolga i Paesi europei nella collaborazione all’impegno italiano per l’accoglimento dei profughi.


I lavori si sono interrotti sull’odg di C10, Su e Rete (h) per istituire una commissione consiliare d’inchiesta.


Di seguito una sintesi:

Comma 22. a) Relazione della Commissione Europea e conclusioni del Consiglio Europeo riguardo alle opzioni per la partecipazione dei Piccoli Stati al mercato interno dell’Unione Europea. b) Ordine del giorno presentato dai Gruppi Consiliari Civico10 e Sinistra Unita per un dibattito consiliare sulla proposta operativa per raggiungere una maggiore integrazione con l’Unione Europea e per una capillare informazione nel Paese su tale proposta

Marco Podeschi, Upr: “Sono deluso dal riferimento del segretario di Stato Valentini. Durante il periodo referendario era già sparito, oggi mi aspettavo qualcosa in più. Non ho capito la posizione del governo, al di là di iniziare il negoziato e di ragionare su un accordo di associazione. L’Upr voleva fare richiesta di adesione. In alcuni settori già ci muoviamo come se fossimo nell’Ue, per cui occorre capire come vogliamo muoverci. Come impostiamo il negoziato e con quali strumenti? Spero non ci si affidi a una società di consulenza esterna. Serve un gruppo di tecnici interdisciplinari. Le condizioni dei tre micro-Stati sono molto diverse, non credo sia utile un gruppo misto. Servono coraggio, risorse e una classe di esperti sammarinesi. Qual è l’interesse specifico della Repubblica rispetto ai rapporti con l’Ue? Ci sono grosse possibilità”.

Paolo Crescentini, Ps: “Il dibattito è interessante e articolato. E’ arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Da anni si parla di Ue. Non dobbiamo più tergiversare ma avere le idee chiare. Ho apprezzato gli interventi dei consiglieri Cardelli, Beccari e Giovagnoli, e del segretario di Stato Felici. Siamo a un bivio e non possiamo sbagliare strada. Ps e Upr hanno presentato un odg con delle linee di indirizzo importanti, aspettiamo di conoscere le proposte del governo. Di fronte al rapporto con l’Ue non ci devono essere barriere tra maggioranza e opposizione. Servono idee chiare. La prossima settimana ci giochiamo molte carte con gli incontri con il ministro Bonino e con il presidente Barroso. Invito il Consiglio grande e generale a fare fronte comune”.

Luca Santolini, C10: “Il rapporto con l’Ue è finalmente giunto a un livello più evoluto e la segreteria di Stato per gli Affari esteri deve strappare le migliori condizioni possibili. Servono grandi capacità negoziali e idee e obiettivi chiari. Occorre confrontarsi con tutto il Paese, ma quest’opera non è ancora cominciata. Attivare luoghi di dialogo per cercare una linea il più possibile condivise. La relazione della Commissione europea è chiara e lascia aperte due strade su cui riflettere. San Marino ha peculiarità diverse da Andorra e Monaco. Serve una negoziazione bilaterale ricercando poi l’armonia con gli altri due Stati per interessi convergenti, anche se l’Ue preferisce un accordo comune. Poi occorre negoziare delle deroghe, a partire dalla libera circolazione delle persone. Su quella delle merci, è una grande opportunità la riappropriazione delle dogane. Altra sfida è l’internazionalizzazione del nostro sistema finanziario. Occorre poi preparare la Pa. Ci sarà anche una spinta sui diritti civili dall’integrazione. Non presentiamo un odg nell’auspicio di condividere un testo in Aula”.

Tony Margiotta, Su: “La relazione del segretario di Stato Valentini mi fa pensare che sia lui il primo a non credere in questo passaggio. Non ha dato una linea politica, non è entrato nel merito, ma ha lasciato la porta aperta. Sono un europeista convinto, dobbiamo fare valere la nostra sovranità all’interno dell’Ue, in ambito finanziario europeo. Ora subiamo ciò che decide Bruxelles. Servono deroghe, regole e limiti nei confronti di chi verrà da noi a cercare lavoro o a creare business. Spero l’intervento di Giovagnoli sia condiviso dalla maggioranza e mi auguro una decisione corale dell’Aula. Occorre alleggerire la macchina della Pa, le figure diplomatiche sono molto importanti. Cerchiami di condividere decisioni che potranno dare opportunità importanti al nostro Paese che adesso è fermo. E se Valentini non riuscirà a portare a casa risultati la prossima settimana si dovrebbe pensare a un suo passo indietro”.

Elena Tonnini, Rete: “L’intervento del segretario mi è parso molto generico, mi aspettavo un approfondimento in più a fronte dell’incontro avuto a Bruxelles con i principati di Andorra e Monaco, il consigliere Mularoni ha dato visione più nitida. Ho apprezzato nel consigliere l’approccio pragmatico. Anche noi cerchiamo di portare un contributo al dibattito, una regola importante è infatti sapere dove si sta andando. Altri Paesi stanno valutando i pro e contro l’Europa, c’è chi valuta l’uscita dall’euro e chi persino dall’Europa. Le belle speranze si sono scontrate con il fallimento degli obiettivi. Le scelte che le politica sceglierà di fare non dovranno essere superficiali, né calate dall’alto. L’argomento Europa non è solo da discutere durante i referendum, il dibattito deve uscire dall’Aula, ognuno deve esaminare i dati a disposizione e stendere la propria idea per fare diventare San Marino una parte contrattuale attiva. E’ il momento di condividere le informazioni. Non illudiamoci: l’Europa non farà di tutto per farci stare bene, stiamo andando a fare un contratto con un interlocutore pieno di debiti e con prospettive non rosee.

Rete era l’unico a dire no all’Europa e tra i percorsi proposti aveva immaginato che l’accordo di associazione fosse la strada migliore da perseguire. Oggi non dobbiamo limitarci a rincorrere le deliberazioni europee sui microstati, dobbiamo tenerle in considerazione, ma anche mantenerci lucidi e decisi su quello che vogliamo o meno per San Marino”.

Gian Franco Terenzi, Pdcs: “Riflettiamo bene sul ruolo e sul peso che il nostro Paese può avere nell’Ue e le ripercussioni economiche e sociali interne. Ragioniamo su quello che possiamo rappresentare in Europa rispetto a paesi più grandi, se la nostra partecipazione può comportare un beneficio reale al mercato interno o piuttosto rivelarsi un fattore penalizzante. Questa perplessità si fa ancora più manifesta rispetto al nostro peso specifico e unico rispetto ad altri Paesi. Non deve significare un’accettazione rassegnata delle proposte e condizioni. La sovranità che abbiamo difeso nel tempo può avere ancora una sua determinazione, non possiamo essere ridotti nella nostra identità, quello che abbiamo acquisito nella storia deve avere un valore di negoziato. Teniamo in considerazione le circostanze uniche del nostro Paese. Difendiamo la nostra sovranità. Dobbiamo cercare di mettere sul tavolo le varie deroghe, la nostra entità territoriale ha una sua organizzazione imprenditoriale e statuale e deve essere tenuta nella dovuta considerazione, non può essere penalizzata dall’accordo”.

Marino Riccardi, Psd: “Il referendum ha dato esito positivo ma per effetto del mancato raggiungimento del quorum non ha portato all’avvio dell’adesione. Oggi prendiamo atto che i sammarinesi non ci hanno consentito di procedere in quella direzione, ma si prospetta una situazione nuova in cui tutti dobbiamo essere coinvolti e partecipi, maggioranza e opposizione. Non può essere una delega a governo a maggioranza, dobbiamo fare il possibile perché tutti assieme facciamo qualcosa di buono per San Marino, coinvolgendo forze sociali ed economiche. Dobbiamo investire sull’accordo, attrezzarci e avere uno staff forte in grado di coordinare tutto il lavoro politico che verrà portato avanti. Alcuni argomenti non possono essere di comune condivisione con Monaco e Andorra, non siamo un principato, molte cose saranno differenziate, ma abbiamo dei punti comuni su cui ragionare. Non dobbiamo poi vedere come spesa il potenziamento della Pa, è un investimento forte per i prossimi anni. E qui non possiamo fare speculazioni politiche. E’ una grande occasione per San Marino e va concretizzata solo se ognuno di noi fa un passo indietro e dà un contributo fattivo”.

Matteo Zeppa, Rete: “Noi non ci poniamo in maniera negativa. Io ho le mie personali difficoltà a pensare all’Europa ma questo non vuole dire che Rete si sottrarrà al dialogo con tutte le parti in causa perché comunque bisogna cercare di guardare le cose da un’ottica diversa. Un sistema è cambiato, ci sono delle possibilità virtuose da applicare con tutti i dettami europei. Non c’è sempre del marcio in Ue, ma spesso ci sono possibilità per riuscire a fare un percorso virtuoso in tanti settori. Chiedo e domando alle parti in causa di non andare a dire alle persone che entrare in Europa è una risoluzione della crisi economica e sociale a San Marino perché quello è un lavoro che dovremo fare autonomamente. Se facciamo contrattazione senza avere le basi solide poi non possiamo lamentarci. Il nostro referente non sarà solo l’Italia ma l’Europa intera e dunque non possiamo andare a Bruxelles impreparati”.

Luigi Mazza, Pdcs: “La dimensione internazionale di San Marino non è un fatto da mettere in secondo piano nell’ambito della discussione sull’Unione europea. Come può San Marino oggi creare le condizioni per aderire all’Europa eliminando i vincoli che impediscono la crescita e lo sviluppo delle imprese sammarinesi? Ci siamo posti nell’ordine del giorno del 7 giugno 2011 l’obiettivo di avviare un negoziato che affermasse un ruolo di parte integrante di San Marino in Europa. Dobbiamo dunque negoziare un ruolo per essere parte di un’integrazione sui contenuti base con tutte le deroghe e le implementazione che tengano conto delle peculiarità del nostro Paese. In questo momento è possibile un’intesa perché l’Ue si è posta il problema di trattare con i paesi di piccole dimensioni. E allora dobbiamo cogliere questa possibilità di reciproca volontà di trovare un accodo. Negoziato bilaterale o multilaterale? L’accordo deve essere per forza multilaterale e coinvolgere anche altri paesi che hanno punti in comune con San Marino: è sbagliato pensare a un accordo bilaterale. Il rapporto con l’Europa non esclude ovviamente un rapporto con l’Italia. La trattativa con l’Europa ci pone degli spazi ma io ricordo il parere del Consiglio d’Europa che ha indicato per San Marino l’obbligo di trattenere “relazioni particolari” con l’Italia per gestione servizi pubblici e tanti altri settori. Con chiarezza dico che dovremo affrontare i rapporti con Ue e con Italia consapevoli della nostra autonomia statuaria e delle possibilità che un’adesione all’Europa darebbe alle nostre imprese e ai nostri cittadini in termini di sviluppo economico, sociale e culturale”.

Franco Santi , C10: “San Marino andrà verso un’integrazione che prevede un accordo ad hoc. Il
governo deve destinare un team di risorse umane dedicato a seguire immediatamente questo capitolo della politica sammarinese. Noi siamo un piccolo paese e dobbiamo lavorare molto di più rispetto agli altri per ottenere il risultato. Ho sentito molti interventi preoccupati ma questa è un’opportunità che dobbiamo cogliere in maniera molto seria. Mi considero un europeista convinto e credo che entrare in una dimensione più ampia della nostra sia una cosa buona e necessaria per sopravvivere. E’ chiaro che dobbiamo farlo in maniera preparata e non da sprovveduti. Sono contento del fatto che siamo qui in Aula a ragionare e discutere di Europa. Mi auguro che da domani si cominci a lavorare concretamente e in maniera pragmatica per costruire una delegazione preparata, pronta e con le idee chiare che possa gestire al meglio la fase del negoziato”.

Roberto Ciavatta, Rete: “E’ passato ancora troppo poco tempo dal referendum di ottobre se siamo ancora qua a dirci sarebbe stato meglio se, che si doveva fare meglio in passato etc. In questo Paese siamo soliti fare qualcosa solo quando siamo costretti. Sono un eurorealista che cerca di valutare le situazioni per come stanno. Per come siamo ora, credo che abbiamo poche opzioni di scelta. La situazione è quella attuale, la relazione ci dice che l’unica strada percorribile è l’accordo quadro. Rete l’aveva già indicata come opzione preferibile, perché può permettere di garantire la specificità dei singoli Stati, diversamente dall’adesione piena. Ma non è sufficiente dire che si va e si tratta, bisogna decidere su cosa si deve trattare. Credo che in questa fase dobbiamo andare a individuare quali specificità portare al tavolo, dobbiamo essere concreti e chiari. Certo ci sono degli interessi dell’Europa, perché c’è una disoccupazione tale che, avvicinando i micro Stati può esserci una ricaduta in termini occupazionali nei territori loro limitrofi, ma riguarderà non i nostri lavoratori quanto quelli europei. Dobbiamo guadagnarci, questa è l’occasione in cui possiamo giocarcela solo se abbiamo le idee chiare”.

Francesco Morganti, Psd: “La Repubblica di San Marino non si trova in situazione di terzietà con l’Ue, ma ci sono diversi accordi in vigore. Lo sviluppo delle relazioni non parte da zero, ma nel corso degli anni l’accordo di cooperazione e le altre intese si sono rivelati insufficienti. Oggi si cerca un nuovo accordo che tenga conto delle specificità dei piccoli Paesi.

Quello che andiamo a decidere non può riguardare solo la maggioranza, si deve andare a Bruxelles come Paese, quanto più sarò condiviso l’odg a termine del dibattito tanto più forza avrà San Marino nella trattativa con l’Ue.

Ci deve essere continuità dei governi su questo tema. Dopo il referendum di ottobre dobbiamo ripartire, Monaco e Andorra hanno già compiuto delle scelte e questo parlamento è il luogo delle scelte. Ed è il momento delle scelte. L’obiettivo dell’incontro con Barroso è comunicare la posizione di San Marino sul documento della Commissione. È importante che si percepisca che San Marino ha le idee chiare sul suo futuro, serve un documento che dà indicazioni chiare.

I punti prioritari: l’abolizione delle barriere esistenti a discapito dei cittadini e delle imprese, le deroghe al centro dell’attenzione, ovvero libertà della circolazione delle persone e dei servizi. La posizione del Psd è di giungere a accordo di associazione il più possibile svincolato da altre città Stato. al tavolo Ue presentiamoci con una voce sola e forte”.

Marco Gatti, Pdcs: L’accordo di cooperazione con l’Ue ha significato un periodo di sviluppo di San Marino nei rapporti internazionali. Richiamo il consigliere Santolini, quando ha detto che la Dc è il partito che non vuole il rapporto con l’Europa: se guarda la storia scoprirà che la Dc fu l’autore dell’accordo dell’82. Il modello di unione doganale e di cooperazione tra Ue e San Marino è stato preso dagli altri piccoli Stati, è nato da un approccio pragmatico dalla situazione, non ideologico. In questi ultimi anni è stato fatto un lavoro importante da San Marino che ha studiato cosa voleva dire l’adesione all’Ue, allo Spazio economico europeo o portare avanti un accordo, sono emersi fattori negativi e positivi a disposizione.

Questo studio ci ha permesso di andare a confronto con la delegazione della comunità europea consapevoli delle problematiche, facendo già un primo screening delle difficoltà per un micro Stato insite nell’implementazione dell’accordo in essere.

Oggi il Consiglio deve uscire con un odg che faccia un passo in avanti non ideologico, ma molto pragmatico, fatto di contenuti, che dia mandato al governo di avviare la fase di trattativa con un’apposita delegazione tecnica. Dobbiamo partire dalle prerogativa di mettere sul tavolo richieste senza farsi condizionare dalle prerogative degli altri Stati, incentrate prevalentemente sulle 4 libertà. La libera circolazione delle persone per San Marino è la più impegnativa. Le problematiche vanno stese sul tavolo e confrontate, poi occorre arrivare a una definizione che può anche prevedere, e forse prevederà, un confronto con gli altri piccoli Stati qualora le esigenze non siano sovrapponibili. no pregiudica un accordo insieme. Ma questo è successivo. Oggi ci interessa un percorso pragmatico sulle richiesta da portare al tavolo e su questo va coinvolta l’intera classe politica, le associazioni di categoria, le libere professioni, così come è stato fatto nel lavoro di studio della scorsa legislatura.

Vorrei leggere un odg proposto dall’intera maggioranza a conclusione del dibattito tenuto:

“Il Consiglio Grande e Generale prende atto della Relazione, in data 18 novembre 2013, della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulle Relazioni dell’Unione Europea con il Principato di Andorra, il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino, opzioni per la loro partecipazione al mercato interno e delle Conclusioni del Consiglio dell”Unione Europea, in data 16 dicembre 2013, sulle relazioni della Ue con il Principato di Andora, Repubblica di San Marino e il Principato di Monaco”; e udito il riferimento del segretario di Stato per gli Affari Esteri sullo sviluppo del rapporto fra la Repubblica di San Marino e l’Unione Europea ed i successivo dibattito, valuta con favore l’indicazione espressa dall’Unione Europea al termine delle consultazioni svoltesi nel corso del 2013 con i governi dei tre Paesi e delle verifiche realizzate in parallelo, mediante appositi incontri e l’analisi dello specifico dettagliato Questionario compilato dalle Amministrazioni per la negoziazione di uno o più Accordi di Associazione tra la Ue e i suddetti Paesi, i cui contenuti devono essere adattati in modo da rispettare i requisiti dell’Ue e le specificità dei tre Paesi, quale migliore opzione per il rafforzamento delle reciproche relazioni, ritiene che la scelta di uno o più accordi di associazione multilaterali o bilaterali debba essere subordinata alla valutazione e successiva definizione dei temi da negoziare, unitamente alle deroghe e alle salvaguardie capaci di tutelare le peculiarità e la sovranità del Paese e all’identificazione delle condizioni per garantire il più adeguato livello di partecipazione del Paese alla fase di consultazione preliminare nonché alle fasi decisionali del recepimento del’acquis comunitario; conferma che il negoziato debba comprendere i temi del ruolo politico e della cittadinanza europea, della possibilità di aderire ai programmi di formazione e finanziamento europei, dell’accettazione negoziata delle quattro libertà e del relativo acquis compatibilmente con le realistiche difficoltà di piccolo Stato come San Marino in un mabito di soddisfacente integrazione europea. Raccomanda al Governo di proseguire nel percorso avviato con l’Unione Europea mediante l’individuazione dei responsabili che all’interno della Pubblica Amministrazione saranno coinvolti nell’attività del negoziato (..) sottolinea infine l’opportunità che lungo il percorso di maggiore integrazione europea di San Marino vengano coinvolte tutte le forze politiche e le realtà sociali ed economiche e professionali del Paese, trattandosi di una materia che investe l’interesse generale della popolazione sammarinese, il futuro del Paese, delle sue istituzione dell’intero sistema”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri, replica:

“Il tono del dibattito ha corrisposto alle aspettative iniziali e credo abbia consentito con l’odg presentato. Alcune precisazioni: nessuno ci sta imponendo il discorso di una maggiore integrazione. E’ questo Paese che da diversi anni sta chiedendo un superamento delle relazioni attuali. Quello che è nato è frutto di un percorso che il nostro Paese ha sollecitato. Ho sentito diversi interventi criticare la mia presentazione dicendo che non aveva dato indicazioni.

Siamo chiamati a rispondere all’indicazione della Commissione, quella relativa a uno o più accordi di associazione. E’ evidente che il governo condivide pienamente questo fatto. Cosa si aspetta Barroso? Credo questo: quando abbiamo avuto i primi contatti, prima del referendum, anche gli organismi europei erano in attenzione per capire che cosa dal referendum sarebbe scaturito. Da parte nostra, sottolineeremo che il percorso integrazione debba essere sostenibile, che si faccia in modo che le scelte dell’Ue tengano conto delle nostre peculiarità.

Con gli altri due Paesi abbiamo messo sul tavolo che la valutazione di uno o più accordi deve essere legato agli obiettivi di ciascuno. L’aver lavorato insieme ha portato a un’accelerazione e a una maggior capacità contrattuale con l’Ue. Il primo compito che abbiamo di fronte è l’identificazione dei temi che vogliamo facciano parte di un accordo di associazione con l’Ue. Le 4 libertà: il problema sono le condizioni che chiediamo per poter concedere ai nostri cittadini e imprese, ma dobbiamo tener conto della reciprocità. E’ giusto che il percorso di trasparenza e adeguamento fatto si possa trasformare in altre opportunità, ma dobbiamo creare condizioni per nuovi spazi di operatività”.

Andrea Zafferani (Civico 10): “Chiedo la sospensione dei lavori per cercare di trovare una quadra su un argomento così delicato e complesso”.

Ivan Foschi (Sinistra Unita): “A questo argomento dobbiamo dare una massima priorità perché riveste un’importanza strategica. Per partire con il piede giusto serve coinvolgimento preventivo di tutte le forze politiche. Ci associamo all’invito di Civico 10 per valutare più compiutamente odg. Votazione rinviata nel corso della seduta serale”.

Comma 25. Ordini del giorno


Ordine del Giorno presentato dai Gruppi Consiliari di Sinistra Unita e CIVICO10 affinché il Governo riveda le modalità di ingresso e gestione dei dipendenti con ridotte capacità lavorative (depositato in data 10 dicembre 2013) RESPINTO

Francesca Michelotti, Su: “Si chiede che la modalità di ingresso di questo personale siano riviste per valorizzare le capacità di queste persone con visite che indichino le professioni cui questi possono essere avviati, devono essere selezionate le mansioni e i servizi idonei e prevedere la formazione di queste professionalità in modo individualizzato”.

Ordine del Giorno presentato dai Gruppi Consiliari di Sinistra Unita e CIVICO10 per impegnare il governo a fornire educazione su, attraverso e per i diritti umani, così come richiesto dalla Dichiarazione ONU sull’Educazione e Formazione ai Diritti Umani (depositato in data 10 dicembre 2013)


ODG RESPINTO

Tony Margiotta, Sinistra Unita: Favorevoli all’approvazione.

Giuseppe Maria Morganti, Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione: Odg importante anche se forse non tiene conto del tanto lavoro che sta già facendo la scuola su questo specifico argomento. Non disconosciamo quello che stiamo già facendo.

Elena Tonnini, Rete: Speriamo che Segretario Morganti accolga l’odg.

Guerrino Zanotti, Psd: “Siamo consapevoli formazione ed educazione indispensabile dei ragazzi perché siano consapevoli diritti umani e libertà fondamentali e la scuola ha ruolo fondamentale nella loro educazione, d’altro canto questo lavoro di educazione viene già effettuato nel corso di altre materie diamo fiducia a quanto si sta facendo. Come maggioranza respingiamo l’Odg”.

Ordine del Giorno presentato dai Gruppi Consiliari di Cittadinanza Attiva per impegnare il Governo ad inserire – entro 3 mesi – il processo per direttissima all’interno del Codice di Procedura Penale Sammarinese ed individuare una nuova sede per la struttura carceraria. APPROVATO A MAGGIORANZA

Ivan Foschi, Sinistra Unita: A seguito di un confronto con la maggioranza nel dispositivo dell’odg anziché i tre mesi si è individuata la data del 31 ottobre 2014. Luigi Mazza, Pdcs: “L’accoglimento di questo odg con la modifica del 31 ottobre 2014 trova la nostra condivisione anche in virtù del lavoro che stiamo già portando avanti da tempo sulla materia”. Matteo Zeppa, Rete: “Siamo Favorevoli all’odg con la modifica apportata del termine per la presentazione”.

Ordine del giorno presentato dai Gruppi Consiliari Civico10 e Sinistra Unita per promuovere una risoluzione del Consiglio d’Europa che coinvolga i Paesi europei nella collaborazione all’impegno italiano per l’accoglimento dei profughi. APPROVATO A MAGGIORANZA,

Lorella Stefanelli, Pdcs: “L’Ordine del giorno è condiviso da tutte le rappresentanze consiliari”. L’ordine del giorno è stato approvato a maggioranza.

Ordine del giorno presentato dai Gruppi Consiliari Civico10 e Sinistra Unita per interventi finalizzati ad una maggiore presenza delle donne e una rappresentanza più ampia delle categorie lavorative negli organismi istituzionali e per una riorganizzazione dei tempi e delle modalità di gestione dei lavori consiliari. RINVIATO ALLA PROSSIMA SESSIONE CONSILIARE

Ordine del giorno presentato dai Gruppi Consiliari del Partito Socialista e dell’Unione per la Repubblica per una revisione della normativa in materia di graduatorie per l’assegnazione di posti di bidello e bidello cuoco. RESPINTO

Marco Podeschi (Upr): Il settore della pubblica istruzione è molto delicato e auspichiamo una condivisione su questo ordine del giorno. Marco Gatti (Pdcs): Nella P.A. ci sono diverse situazioni da riprendere in mano compresa questa materia e forse occorre rivedere anche il sistema degli ammortizzatori sociali in maniera più organica. Matteo Zeppa (Rete): Odg è chiaro. Rete voterà a favore della proposta di Intesa per il Paese. Ivan Foschi (Sinistra Unita): Pieno sostegno a questo ordine del giorno. Odg impegna il Governo a attivarsi in maniera equa per arrivare a delle soluzioni. Stefano Macina (Psd): Abbiamo compreso i contenuti dell’odg. Uno degli impegni che ci siamo assunti è la modifica della base della struttura normativa affrontata in parte anche nell’odg. Così come non è condivisibile. Occorre ragionamento più ampio. Presenteremo nostra proposta ma questo odg è troppo specifico. Mimma Zavoli (Civico 10): Favorevoli a questo odg. Simone Celli (Partito Socialista): Appoggiamo questa iniziativa come co-firmatari dell’ordine del giorno. Questa norma va a colmare una situazione di iniquità tra lavoratori che si è venuta a creare. Odg rappresenta da un punto di vista politico un impegno per far si che queste persone possano essere tutelate da un punto di vista degli ammortizzatori sociali. Giuseppe Maria Morganti (Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione): C’è un impegno specifico nella Legge Finanziaria ovvero quello di definire dotazione organica entro giugno 2014.

Ordine del giorno di Su, Rete e C10 per l’istituzione di una commissione consiliare di inchiesta per individuare le responsabilità politiche nelle vicende che hanno evidenziato legami tra la politica e i rapporti economico- finanziari.

Mimma Zavoli, C10: “Le notizie delle ultime ore ci dicono che nell’inchiesta Varano il Gup di Forlì ha rinviato a giudizio tutte le persone fisiche e giuridiche coinvolte, tra queste figura anche la Cassa di Risparmio. Alla luce di situazioni su cui dobbiamo trovare un bandolo, si ha la necessità di trovare una forma di approccio che possa sgombrare il campo dalla serie di ombre che hanno sporcato l’identità della nostra Repubblica e la nostra reputazione”.

San Marino, 24 gennaio 2014/02

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