San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta mattutina 11 marzo 2024

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta mattutina 11 marzo 2024

Consiglio Grande e Generale, sessione
dell’11-12-13-14-15-18 marzo 2024

lunedì 11 marzo 2024, seduta della mattina

In apertura di seduta, il Consiglio Grande Generale esprime una nota di cordoglio per la scomparsa della madre della consigliera Milena Gasperoni. Viene inoltre data notizia delle dimissioni del professore Roberto Bin da membro supplente del Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme.

Nel corso del Comma “Comunicazioni” il focus è in particolar modo sulla fine della legislatura ormai data per imminente e le future elezioni, con varie forze politiche che invocano chiarezza e chiedono tempi certi. Ma a tenere banco è anche l’empasse politico legato alla seconda designazione degli Ecc. Capitani Reggenti, la cui elezione è in programma nel pomeriggio di mercoledì.

Alessandro Rossi (Gruppo misto) rimarca che “non si può andare verso una campagna elettorale senza dare segnali di discontinuità con il passato. Vogliamo lasciare lo spazio alle solite logiche di scontro che non hanno portato nessun valore aggiunto alla nostra cittadinanza?” è la domanda che viene posta. In risposta, Francesco Mussoni (Pdcs) rivendica il ruolo della Dc nel garantire un “percorso ordinato” dopo la fuoriuscita di Rete dalla compagine di Governo: “Sono convinto che abbiamo fatto bene e abbiamo fatto un percorso ordinato. Gli obiettivi sono stati centrati: c’è stato un assestamento di bilancio, c’è stata la chiusura del bilancio dello Stato e del negoziato con l’Ue. La Dc che io rappresento ha svolto dal mio punto di vista questo ruolo di ordine istituzionale”. “Abbiamo un’alleanza molto chiara con le altre forze politiche che sono rimaste nell’ambito della maggioranza” chiude Mussoni.

Mi auguro che la parte politica sappia tenere distante dall’agone chi è stato macchiato da atteggiamenti o da azioni che sono state perseguite legalmenteè il richiamo di Iro Belluzzi (Libera). Emanuele Santi (Rete) incalza Mussoni e la maggioranza. “C’è la volontà di portare avanti interventi clientelari, ma è un mese che vi chiediamo di definire il percorso che ci porterà verso le elezioni e verso l’Ue. Oggi ancora non sappiamo niente”. Il rischio, mette in guardia Santi, “è che il Governo vi cada addosso”.

“Il non avere delineato un percorso che porta alla ratifica dell’accordo di associazione con l’Ue è un vulnus terribile. E lo avremmo potuto fare facendo un accordo con tutte le forze politiche presenti nell’Aula consigliare” osserva Nicola Renzi (Rf), soffermandosi poi sulla fine della legislatura e appellandosi all’Ecc.Reggenza. “L’indeterminatezza nella quale stiamo continuando a svolgere i lavori può avvantaggiare delle forze politiche rispetto ad altre. Un’opera di chiarezza credo debba essere fatta”.

“Su una cosa mi sembra che siamo d’accordo tutti: la fine ordinata della legislatura non c’è” afferma il Segretario di Stato Federico Pedini Amati, per il quale “è inevitabile che la legislatura finisca a marzo”. “Una legislatura non finisce quando non è pronta la nuova maggioranza – aggiunge -. Ho paura che si vada verso una campagna elettorale molto complicata e non già decisa prima in termini di alleanze. I giochi di forza stanno prevalendo. Ma se ognuno mette in campo solo la forza, la partita finirà male”. La prova del nove, per Pedini Amati, “sarà purtroppo la nomina della Reggenza”. Proprio su questo punto interviene Grazia Zafferani (Gruppo misto) ribadendo che “la Reggenza è una nomina importantissima. Non ci faremo strumentalizzare da giochi di basso livello”.

“Cosa vuole dire pace sociale? A mio modo di vedere vuol dire anche pace politica” è l’analisi del Segretario di Stato Teodoro Lonfernini. “Capacità di costruzione di un ragionamento di sistema, non di certo la contrapposizione continua”. Condizione che secondo Lonfernini non è stata raggiunta. “La prova è un ordine del giorno con 42 punti da dover trattare. Impossibile. Insostenibile. Neanche nella migliore delle ipotesi”. Giovanni Zonzini (Rete) parla di una situazione assurda con “Segretari di Stato che intervengono l’uno contro l’altro armati”. “Abbiamo una forza politica di maggioranza – aggiunge – che ha detto in maniera molto chiara che non intende sostenere la coppia reggenziale individuata dal resto della maggioranza”. Ecco quindi la proposta di Zonzini: “Per la fu maggioranza è il caso di valutare una eventuale Reggenza di garanzia che possa accompagnare il Paese verso la prossima legislatura”. Da parte di Zonzini un rapido passaggio anche sulla proposta di riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di San Marino che “potrebbe avvenire anche in ordinaria amministrazione”.

Guerrino Zanotti (Libera) critica “l’arroganza” della maggioranza e rivolge un invito a ritirare “la delegazione di Governo” e dare “voce ai cittadini”. Qui di staccare la spina non ne ha voglia nessuno, perché ancora il Pdcs non ha scelto il partner” dice Gian Matteo Zeppa (Rete).

Per Manuel Ciavatta (Pdcs) bisogna partire dalla consapevolezza che “anche un’alleanza debole nella prossima legislatura non ci servirebbe. C’è bisogno di un’alleanza forte. Questo chiede la Democrazia Cristiana al resto del quadro politico”. “E’ evidente – prosegue – che la fine ordinata della legislatura passa prima di tutto dalla nomina di una Reggenza e l’auspicio è che chiunque siano i candidati non ci siano giochini sulla Reggenza”. Tuttavia, “non è possibile ipotizzare di creare degli accordi politici senza pensare che il nostro Paese ha bisogno di governabilità”.

Comma 1. Comunicazioni (Risposte Interpellanze/Interrogazioni)

Alessandro Rossi (Gruppo misto): Sono venute da più parti soprattutto dalla Democrazia Cristiana richieste di una gestione ordinata della fine della legislatura, ma non c’è nulla di ordinato in questo Consiglio, così mi pare. Non c’è nessuna certezza né per quanto riguarda l’Accordo né per quanto riguarda la fine della legislatura. C’è bisogno di avere un confronto franco per capire quali possono essere i passi per concludere la legislatura in maniera ordinata e porre la base per una progettualità che possa condurre alla prossima legislatura in maniera chiara e trasparente. Mi sembra che questo non sia avvenuto. Ci si sta muovendo anche con altre indicazioni come abbiamo visto nella recente riunione per festeggiare i nuovi cittadini a Riccione con delle modalità che dovranno essere indagate rispetto al reperimento dei dati personali. C’è una chiara percezione che si voglia andare verso la campagna elettorale. Ma le modalità sono le stesse a cui abbiamo assistito nelle ultime campagne elettorali, cioè senza un approfondimento sui contenuti e le modalità di relazione politica e la necessità di dare una svolta alla gestione della politica che ha una spinta e una matrice personalistica e non sulle prospettive per il Paese. Dobbiamo uscire da questa logica: il tentativo che ho sempre fatto in quest’Aula è quello di trovare una nuova modalità di relazione politica ma ciò non avviene perché in quest’Aula non c’è la capacità di ascolto. Le basi democratiche della nostra Repubblica stanno nel fatto che in quest’Aula ci si dovrebbe incontrare e ascoltare. Non si può andare verso una campagna elettorale senza dare segnali di discontinuità con il passato. Non si può andare verso le prossime elezioni senza provare a cambiare i meccanismi di relazione. Vogliamo lasciare lo spazio alle solite logiche di scontro che non hanno portato nessun valore aggiunto alla nostra cittadinanza? Invito tutti i consiglieri ad un approccio più franco nelle relazioni politiche e di definire quale sarà lo scenario nella prossima legislatura che dovranno sapere da chi saranno governati e per cosa saranno governati.

Francesco Mussoni (PDCS): Accetto la provocazione del consigliere Rossi, non per una sfida a duello ma per serietà verso i cittadini. Quando la DC ha detto ‘proseguiamo la legislatura nonostante l’uscita di Rete per terminare in modo ordinato’, lo abbiamo detto rispetto al Paese e non rispetto alla difficoltà delle forze politiche di relazionarsi che è anche fisiologica. Sono convinto che abbiamo fatto bene e abbiamo fatto un percorso ordinato. Gli obiettivi sono stati centrati: c’è stato un assestamento di bilancio, c’è stata la chiusura del bilancio dello Stato e del negoziato con l’Ue. La Dc che io rappresento ha svolto dal mio punto di vista questo ruolo di ordine istituzionale. Se ci fosse stata l’interruzione della legislatura, ci sarebbe stato un caos. Questo è un paese che per essere gestito ha bisogno di una forte rappresentatività. Non vedo due fazioni che si scontrano, ma vedo un Paese che ha una rappresentatività forte. Tutto dipenderà da come le forze politiche sapranno ragionare sui programmi. Francamente credo che non ci sia ad oggi un ragionamento così schematico, ma un’assunzione di responsabilità delle principali forze politiche che dovranno dare continuità ad un percorso di stabilizzazione del Paese che è stato avviato ma non concluso. Come Dc, abbiamo messo per il futuro al centro il percorso di Associazione con l’Ue e la capacità di condividere questo percorso unitamente ad una visione riformista del Paese in senso innovativo. Abbiamo un’alleanza molto chiara con le altre forze politiche che sono rimaste nell’ambito della maggioranza.

Iro Belluzzi (Libera): Mi lasciano delle perplessità le dimissioni del professor Bin. Mi sarei aspettato una lettera che avesse rappresentato la motivazione della dimissione in maniera più netta. Sappiamo qual è la valenza del Collegio Garante nella nostra Repubblica. Se si riuscisse a recuperare questa mancanza di attenzione, sarebbe cosa molto molto gradita. E’ importante anche nel rispetto del professionista e si è dedicato al buon funzionamento di una struttura dal grande valore. Sul tema delle elezioni: molto dipenderà dalla voglia della cittadinanza di partecipare alla preparazione della fase elettorale, dalla voglia di far sentire la propria voce, affinché chi sarà chiamato a rappresentare il Paese lo faccio in maniera innovatrice cogliendo le sfide del futuro. Mi auguro che la parte politica sappia tenere distante dall’agone chi è stato macchiato da atteggiamenti o da azioni che sono state perseguite legalmente. Si faccia in modo che anche chi è andato in prescrizione non determi il futuro del Paese. Prima di tornare ad essere la Repubblica che fa sponda alle organizzazioni criminali, come purtroppo in passato era capito, bisogna alzare il prima possibile l’attenzione facendo in modo che siano esclusivamente situazioni isolate. Dobbiamo essere concentrati per promuovere l’impegno dei nostri cittadini e dobbiamo essere portatori di garanzia di legalità e rispetto per il nostro Paese.

Emanuele Santi (Rete): Mi sembra che il capogruppo Mussoni sia in confusione e che una maggioranza non ci sia più. Mi sembra che non ci sono nemmeno i numeri per far nominare una Reggenza. Il PSD è andato a fare un’alleanza con Libera. Motus Liberi gioca su tutte le staffe. Forse è meglio che fate un conteggio di quelli che siete, altrimenti il rischio è che il Governo vi cada addosso. C’è la volontà di portare avanti interventi clientelari, ma è un mese che vi chiediamo di definire il percorso che ci porterà verso le elezioni e verso l’Ue. Oggi ancora non sappiamo niente. E’ arrivata la consulenza Amazon che costerà tantissimi soldi. C’è la convenzione della Telecom di cui nessuno parla. Sulla cartolarizzazione è calato il silenzio di tomba. C’è un decreto che finalmente dà gambe al comitato di sorveglianza che dovrà sorvegliare se le spese di recupero di questa operazione saranno congrue. Almeno che ci sia qualcuno che faccia gli interessi dello Stato. In tutto questo, in questo anno, siamo tornati alle vecchie abitudini. L’Italia ci ha messo un freno a causa delle tante società che aprono e chiudono in pochi mesi e questo colpisce le società che operano da anni in maniera onesta. Non si è voluti intervenire e siamo ripiombati alle dinamiche di vent’anni fa. In più abbiamo delle organizzazioni malavitose che tentano di infiltrarsi nelle società e anche stavolta il buon nome di San Marino è stato infangato. Ho ricevuto una segnalazione sul fatto che c’è una problematica inerente il cantiere del verde pubblico di Dogana con gli operai che si spogliano in uno spogliatoio con eternit.

Nicola Renzi (Rf): Sull’accordo di associazione, Rf è stato il partito più incline a sostenere l’attività dell’attuale Segreteria di Stato perché quello è l’obiettivo da raggiungere. Però il non avere delineato un percorso che porta alla ratifica dell’accordo è un vulnus terribile. E lo avremmo potuto fare facendo un accordo con tutte le forze politiche presenti nell’Aula consigliare e lì avremmo visto che ci stava e chi non ci stava. Altri temi relativi ai grandi silenzi di questa legislatura. Alcuni temi sono stati trattati quasi esclusivamente per via segreta. Mi riferisco alla gestione degli NPL, ad esempio. Credo che un Parlamento dovrebbe vederci chiaro dall’inizio alla fine su questa cosa. Ma tutto è stato trattato in sedute segrete di questa o quella commissione. C’è il tema del nostro sistema bancario e finanziario. C’è il tema della coesione sociale. Il grande rapporto che abbiamo trattato sabato nella nostra convention. Il tema del disagio che ci può essere nelle famiglie e nelle giovani generazioni. Nelle generazioni più anziane. C’è una maggioranza che non ci sa dire nemmeno se questo è l’ultimo Consiglio oppure no. E’ questa la gestione ordinata? Un finale di legislatura così non l’ho mai visto. I numeri dell’iniziativa promossa da Rf sono incoraggianti. Dobbiamo arrivare alle elezioni con le migliori proposte possibili. L’indeterminatezza nella quale stiamo continuando a svolgere i lavori può avvantaggiare delle forze politiche rispetto ad altre. Un’opera di chiarezza credo debba essere fatta.

Pasquale Valentini (Pdcs): Intervengo sull’Accordo di associazione. L’Italia è una opportunità per noi, noi vogliamo essere una opportunità per l’Italia, ma questo può avvenire solamente sotto l’ombrello dell’Europa. C’era un punto che prima faceva dubitare di ciò: come San Marino intende produrre la ricchezza necessaria per garantire una certa qualità della vita sia sul piano dello stato sociale che della partecipazione democratica? La domanda è: ma voi come fate a garantirvi le risorse indispensabili per assicurare scuola, assistenza sociale, etc.? Dove nasce la vostra ricchezza? Noi a questa domanda dobbiamo rispondere e dobbiamo farlo con la massima trasparenza. Come noi pensiamo all’interno delle regole dell’accordo di associazione di garantire la ricchezza necessaria. Quando riusciamo con trasparenza a dire come questo avviene, noi siamo un esempio. Questi i temi su cui con chiarezza dovremmo confrontarci. Questi i temi che possono fare una chiusura ordinata della legislatura e impostare un ragionamento sulla prossima. Quando noi parliamo di sovranità, questa è la sovranità. Riconoscere rispetto all’Europa i limiti che abbiamo e che possiamo avere: è un elemento di chiarezza e anche di responsabilità.

Giuseppe Maria Morganti (Libera): Invito tutti a fare una riflessione sulle scelte che devono essere adottate. A volte succede che si offrono destinazioni lavorative ai nostri giovani non sempre legate alle loro capacità. Giovani che poi si ritrovano ‘spenti’ dentro uffici che non hanno nemmeno bisogno di personale. I nostri giovani hanno un’intelligenza dieci volte superiore a quella di quest’Aula e molto spesso noi abbiamo paura di dare loro spazio. L’accordo di associazione è preminente. Un fatto fondamentale che cambia strutturalmente le linee di direzione usate fino a ieri. Confrontarci con questa grande opportunità, che è anche una grande difficoltà, necessita di mettere in campo forze talmente elevate che ancora non siamo stati in grado di esprimere. Non possiamo tergiversare su un argomento di questa natura. Ci sono argomenti su cui abbiamo tanto lavoro da fare. Mi riferisco al settore finanziario dove c’è bisogno come minimo di una road map. Accedere alle grandi opportunità che dall’UE sono arrivate ai piccoli Paesi. Mi riferisco ai fondi strutturali. Mi dicono che non c’è nemmeno una determinazione precisa sulla Reggenza da votare. E’ questo il modo ordinato di chiudere la legislatura? C’è bisogno di molte più certezza, di molta più chiarezza.

Segretario di Stato Federico Pedini Amati: Su una cosa mi sembra che siamo d’accordo tutti: la fine ordinata della legislatura non c’è. Non riusciamo a portare a casa un Decreto. Ci auguravamo che ci fosse, ma non l’abbiamo vista. Bisogna essere onesti. Ci sono in partenza delle possibili alleanze o coalizioni. Le prime tre aree di riferimento sono abbastanza definite. Manca tutto il resto. Andiamo alla fine di una legislatura al buio. Con una data che ancora non c’è delle elezioni nostre. Mi pongo come data 26 di maggio, 9 di giugno, 2 di giugno, ma la legislatura deve finire a marzo per dare alla Reggenza la possibilità di indire le elezioni. E’ inevitabile che la legislatura finisca a marzo. Faccio un discorso politico che nessuno ha il coraggio di fare. Si vuole andare forzatamente a una indicazione anche fino alla massima magistratura in questa modalità qui. Come pensiamo che la fine della legislatura sia ordinata? Sull’Accordo di associazione, mi sembra chiaro che la firma arriverà entro l’anno e non entro la fine della legislatura. La messa a terra dell’Accordo deve vedere forze politiche in campo che sull’Accordo hanno sempre voluto lavorare. Mi piace essere molto franco con l’Aula alla chiusura di un’epoca storica molto importante. C’è tutto un lavoro fatto dalla maggioranza e dal Governo e non ci sto a buttarlo tutto per aria. La prospettiva è difficile da delineare. Una legislatura non finisce quando non è pronta la nuova maggioranza. Ho paura che si vada verso una campagna elettorale molto complicata e non già decisa prima in termini di alleanze. I giochi di forza stanno vincendo. Ma se ognuno mette in campo solo la forza, la partita finirà male. Bisognerà essere coscienziosi e porre in essere dei correttivi. La prova del nove è purtroppo la nomina della Reggenza.

Fernando Bindi (Rf): Le elezioni europee si legano inevitabilmente all’accordo di associazione. Da un punto di vista pratico non ci sono grandi ostacoli ad una fine ordinata. Ho constatato che la dimensione etica non è stata quasi mai in cima ai pensieri della politica. La deliberata vaghezza della maggioranza sulla data delle elezioni è segno di un modello della politica che dice: sono io a dare le carte. Rischiamo di trovarci scoperti su un piano importante, quello dell’occupazione. I problemi generati dalla concessione di facile credito da parte delle banche, di cui tutti noi paghiamo il prezzo e lo pagheranno anche i nostri figli e nipoti. Ci dobbiamo porre con spirito dialogante mettendo le carte in tavola per condurre il Paese in maniera tale che l’elettore sammarinese possa sapere quali sono le forze in campo.

Grazia Zafferani (Gruppo misto): Non starò qui a strumentalizzare la votazione dei nuovi Capitani Reggenti. Non è nel mio interesse decidere chi potrà essere il Capitano Reggente sulla base non di un accordo politico di accompagnamento di fine legislatura ma di quelli che io definisco ‘giochini’. Per me la Reggenza è una nomina importantissima. Dichiaro che non ci faremo strumentalizzare da giochi di basso livello. Abbiamo la necessità di tutelare i cittadini in un momento veramente difficile. Abbiamo imprese in forte difficoltà. I dati che emergono sono preoccupanti anche per quanto riguarda la Caritas.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Quando trattiamo un tema come quello della fine della legislatura, dovremo avere l’onestà intellettuale di valutare l’intera legislatura, in maniera molto trasparente il comportamento di ognuno di noi all’interno dell’Aula consigliare. Qualcuno ha parlato di coesione sociale. Cosa vuole dire coesione sociale? Cosa vuole dire pace sociale? A mio modo di vedere vuol dire trovarla anche qua dentro. Pace politica. Capacità di costruzione di un ragionamento di sistema, non di certo la contrapposizione continua. Coesione sociale e pace sociale vuol dire che si ha una maturità politica in grado di produrla. Non abbiamo ottenuto quell’ordine, non c’è stato. La prova è un ordine del giorno con 42 punti da dover trattare. Impossibile. Insostenibile. Neanche nella migliore delle ipotesi. Non soltanto nell’ipotesi della ricerca di un finale ordinato. E allora quale è il finale ordinato? Quando c’è mai stato un finale ordinato? Qual è l’ordine? Non dover discutere? Non avere un’opinione? Siamo nel finale della legislatura. Punto. Si tratta semplicemente di avviare le procedure. Soprattutto si tratta di definirlo in maniera trasparente. Su questo c’è un solo fatto da dover mettere in atto: le dimissioni di voi consiglieri. Il Congresso di Stato non è pronto? E’ assolutamente pronto. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando fino all’ultimo secondo per dare un servizio al Paese. E’ evidente che non ci sono più le condizioni per la continuazione della legislatura. Il Consiglio Grande e Generale è ingessato. Da chi? Dai cittadini? Dalla maggioranza? Cittadini che devono assistere in maniera imbarazzata a Commi Comunicazione che proseguono per ore e ore senza parlare di nulla di concreto. Sono per lavorare in maniera credibile su progetti credibili.

William Casali (PDCS): L’accordo di associazione è uno dei passaggi più delicati e importanti di questa legislatura. Non possiamo e non dobbiamo farci prendere dall’agitazione del momento per cercare di dare delle risposte un pochino troppo semplici. Siamo qui a disquisire sul termine ordinato. Ma è qua che sta la nostra responsabilità. Dobbiamo fare capire che è un passaggio delicatissimo per il Paese e non possiamo semplificarlo banalmente. Per la delicatezza del momento dobbiamo comprendere che il passaggio non potrà essere semplice perché dovremo dare continuità. Non si può banalizzare la questione degli accordi politici. Nell’accordo c’è stata la possibilità di andare avanti in ambito di concorrenza e libero mercato. Sempre in un’ottica di accordo di associazione. In questo momento si è data una posizione chiara su quello che potrà essere lo sviluppo del settore delle telecomunicazioni.

Giovanni Zonzini (Rete): Segretari di Stato che intervengono l’uno contro l’altro armati. Se ci sono 42 commi all’ordine del giorno, non è l’opposizione che fa l’ordine del giorno, ma viene proposto dal Congresso di Stato stesso. Il fatto che la maggioranza e il Congresso non siano in grado di fare provvedimenti, è una circostanza che non dice nulla su quello che sta facendo l’opposizione, ma la dice lunga sull’immobilismo della maggioranza. Abbiamo una forza politica di maggioranza che ha detto in maniera molto chiara che non intende sostenere la coppia reggenziale individuata dal resto della maggioranza. Riteniamo che debba esserci una posizione chiara del nostro Paese anche per quanto riguarda la situazione di Gaza. Abbiamo depositato un ordine del giorno. Un passaggio importante per consentire al nostro Paese di mandare un segnale di coerenza con i suoi principi ispiratori che riteniamo possa essere fatto anche in ordinaria amministrazione. Per la fu maggioranza è il caso di valutare una eventuale Reggenza di Garanzia che possa accompagnare il Paese verso la prossima legislatura. Perché è vero che è diritto della maggioranza esprimere la Reggenza, però una maggioranza non c’è più.

Guerrino Zanotti (Libera): C’è arroganza rispetto al fatto che si ritiene di poter dare per scontati alcuni passaggi rispetto ai quali non c’è chiarezza. Vediamo il Paese tappezzato di manifesti per progetti mega-galattici quando non ci sono nemmeno i progetti esecutivi per portare avanti quei lavori. Spot elettorali a cui non eravamo più abituati. Questa è la chiusura ordinata? Nella sanità, ancora una volta, ci vengono forniti dati rispetto ad una situazione dei servizi peggiorata, con le liste d’attesa che si allungano. Basta portare avanti politiche che sono solo spot elettorali. Oggi assistiamo ad uno spettacolo poco edificante di Segretari che fanno interventi l’uno contro l’altro. Un’arma ce l’avete. Ci sono le dimissioni. Ritirate la delegazione di Governo e diamo voce alla cittadinanza. Se è vero che c’è la volontà di gestire una fase veramente ordinata, perché non ripetere l’esperienza del 2019 con il Governo uscente che aveva istituito una prassi democratica? Ogni lunedì mattina, alla presenza del Segretario agli Interni, c’erano tre rappresentanti dei gruppi di minoranza che venivano a verificare quali erano le delibere portate nel Congresso successivo.

Matteo Ciacci (Libera): C’è una DC che ha già aperto le consultazioni prima delle elezioni. Crediamo che la progettualità può fare la differenza e come Libera abbiamo avviato un percorso. Deve prevalere la progettualità rispetto alle prove muscolari. Dobbiamo essere estremamente aperti nei confronti dei nostri cittadini sul tema dell’Accordo di associazione. La sovranità è da salvaguardare ma va strutturata in un progetto ampio fatto di collaborazioni. Sui temi, sulle cose da fare, siamo disposti a lavorare. Per la prima volta nella storia, c’è una campagna elettorale con cittadini che faticano a trovare un appartamento in affitto, avremo da gestire un debito estero acceso in questa legislatura, avremo cittadini che chiamano il Cup e hanno liste d’attesa importanti. Dobbiamo definire una visione. Come Libera abbiamo sempre cercato di avere un approccio critico ma costruttivo. Vanno definiti i progetti e le progettualità che possono emergere. Diffonderlo alla nostra cittadinanza. Io credo che oggi dovremo avere la forza di sganciarci da quelle dinamiche che hanno portato alle guerre in tribunale, al Caso Titoli, etc. Noi lavoreremo per portare il nostro contributo su progetti pratici e concreti su temi come quello energetico nell’alveo dell’accordo di associazione.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Mi preoccupa molto la dimissione del professor Bin. Anche a fronte di ciò che quell’organismo dovrà dirimere. Ho trovato il discorso di Mussoni molto fazioso. Questo è il Consiglio della nomina della Reggenza. Si sta facendo una battaglia sulla nomina della Reggenza. Dovrebbe essere una Reggenza della maggioranza. Qui si evidenziano gli errori del partito di maggioranza relativa. Ci si trova di fronte ad un Comma dove la stessa Dc è spaccata in tre. C’è una parte che guarda all’opposizione. Che però non va bene a tanti altri. Inutile parlare di un’uscita dignitosa della legislatura. Non c’è la minima cognizione di causa di quello che sta succedendo. Di gole profonde qui dentro in Aula è pieno. Vi pare normale venire qua e dire che bisogna avere rappresentatività e fare le battaglie sulle future nomine della Reggenza? Ci troviamo di fronte ad una maggioranza che dice: cosa dobbiamo fare? Non c’è nessuno che si può arrogare il diritto di dire faccio le alleanze e con chi. Al di là dei numeri che si hanno. Qui di staccare la spina non ne ha voglia nessuno. Perché ancora il PDCS non ha scelto il partner e sta giocando questa partita sulla Reggenza.

Daniela Giannoni (Rete): Come Rete avevamo proposto di alleggerire l’ordine del giorno. Fare provvedimenti che potessero andare ad aiutare la cittadinanza in maniera diretta. Abbiamo chiesto una road map precisa sull’Europa. Aprire un Comma politica che potesse gestire lo scioglimento dell’Aula andando verso le prossime elezioni. Fuori c’è una cittadinanza che vuole capire. La riforma IGR era nel programma del Governo ma forse Rete era l’unica forza a volerla realizzare. Come hanno detto tanti prima di me, l’attuale maggioranza teme di non avere i numeri per votare la propria coppia Reggenziale. Anche qui Mussoni ha lanciato quella che suona come una minaccia: in base a come andranno i lavori consigliari, vedremo con chi fare una futura alleanza. Probabilmente si cercheranno degli accordi trasversali che saranno la base della prossima legislatura?

Maria Katia Savoretti (Rf): Assistiamo a continui dispetti, ad un tira e molla assurdo. Il nostro Paese deve ancora affrontare delle grandi sfide. L’Accordo di associazione è una priorità che va affrontata da tutti con grande serietà e onestà. Non ci sono bandierine da dover collocare. Tante le questioni ancora in sospeso e non affrontate in questa legislatura, a volte per mancanza di volontà da parte di qualcuno e che possono mettere in seria difficoltà il Paese se si continuano a rimandare. Il tempo sta scadendo e forse è già scaduto. Debito che rischia di generare altro debito se non si cercano soluzioni. La burocrazia continua a ingessare il Paese con uffici e strutture pubbliche che tra di loro non riescono a dialogare. La politica deve assumersi le sue responsabilità e agire sul serio.

Manuel Ciavatta (Pdcs): Non tutto è deciso, in realtà. Se c’è evidentemente un orientamento che mi pare sia abbastanza evidente, che ci possano essere le elezioni tra la fine di maggio e inizio giugno, lo scenario politico è ancora molto in fieri. Penso per più ragioni, tra cui sicuramente l’anomalia del fatto che una forza di maggioranza abbia iniziato un percorso strutturato con una forza di opposizione, pur essendo ancora al Governo. E poi una fibrillazione e anche una situazione di non piena stabilità anche nel quadro politico delle restanti forze politiche. Forse l’unica forza riconosciuta come autorevole nel dialogo per una possibile prosecuzione della legislatura in continuità con questi ultimi quattro anni, è la Democrazia Cristiana. Credo anche che sarebbe avventato se una scelta non venisse fatta partendo dalla garanzia che i contenuti siano al centro. Anche un’alleanza debole nella prossima legislatura non ci servirebbe. C’è bisogno di un’alleanza forte. Questo chiede la Democrazia Cristiana al resto del quadro politico. Arrovellandoci sul nostro piccolo orizzonte perdiamo di vista un orizzonte più ampio che è quello che sta avvenendo in Europa. Concludo semplicemente dicendo questa cosa: è evidente che la fine ordinata della legislatura passa prima di tutto dalla nomina di una Reggenza e l’auspicio è che chiunque siano i candidati non ci siano giochi sulla Reggenza. Non è possibile ipotizzare di creare degli accordi politici senza pensare che il nostro Paese ha bisogno di governabilità”.

 

Askanews

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