San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta mattutina 15 marzo 2024

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta mattutina 15 marzo 2024

Consiglio Grande e Generale, sessione dell’11-12-13-14-15-18 marzo 2024
venerdì 15 marzo 2024, seduta della mattina

Il confronto sul Comma 7 “Ratifica Decreti – Legge e Decreti Delegati” viene sospeso come previsto dall’ordine del giorno. Si apre il dibattito sul Comma 8 “Presentazione del Documento Programmatico relativo all’implementazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea” con l’illustrazione affidata al Segretario di Stato per gli Affari Esteri Luca Beccari.
“Il documento che presentiamo oggi – premette – mette a fuoco una serie di interventi propedeutici all’implementazione dell’accordo di associazione”. Quindi un aggiornamento sullo stato di avanzamento dell’Accordo. “E’ in corso di completamento l’attività di predisposizione di un testo pilota che sarà già condivisibile e pubblicabile non appena disponibile. Sono tempi tecnici che dipendono dalla Commissione: ci aspettiamo di ottenerlo tra la fine di marzo e la prima metà di aprile”. Sulle azioni da mettere in campo: “Io vedo un potenziamento della missione a Bruxelles. Occorre assicurare del personale stabile in quella posizione. Ma vedo anche una riorganizzazione della Pubblica Amministrazione per la gestione dell’accordo”. E ancora: “Occorre fare una scelta relativa alla strutturazione dell’authority. Quali servizi mettere in un concetto di esternalizzazione”. “Sarà fondamentale – rimarca Beccari – andare a definire un passaggio di verifica di conformità perché non possiamo permetterci di fare leggi che ci discostano dall’acquis”. “Sulla Corte di Giustizia: dobbiamo cominciare a gestire alcuni passaggi. Le nostre regole di procedura andranno integrate da una parte per quello che riguarda il riconoscimento delle sentenze, dall’altra per consentire al nostro tribunale di avvalersi della Corte”. “Ci sono – prosegue il Segretario – alcune riforme che possiamo e dobbiamo fare a prescindere dall’accordo”. A cominciare da “quella sulle residenze”. Importante sarà “ripensare il regime concessorio. La concessione non può essere soggetta alla discrezionalità politica. Quanto al comparto finanziario, “le nostre banche vogliono entrare in Europa, ma dobbiamo aiutarle, attraverso una strategia Paese, ad accelerare quel percorso”.

Pasquale Valentini (Pdcs) chiede che l’anno in corso non vada sprecato e sollecita l’adozione di un “programma di attuazione operativo”. La condivisione non deve essere “di un partito, ma del Paese intero”.
“L’8 e il 9 giugno in Europa ci saranno le elezioni. Cambierà l’assetto del Parlamento e forse della Commissione. Siamo sicuri che la firma dell’accordo non subirà ulteriori ritardi?” è la preoccupazione di Giuseppe Maria Morganti (Libera). “Fondamentale è far partecipare i cittadini ai processi decisionali” mettendo quindi al centro la “Commissione Mista” aggiunge. Quindi apre ad una valutazione sulla possibilità di finanziare i fondi europei vista la possibilità, per San Marino, di accedere a risorse in settori strategici.
“Una delle direttrici principali è investire nella conoscenza, dunque nella formazione” è l’indicazione del Segretario di Stato Andrea Belluzzi. Per quanto riguarda le Segreterie di Stato, è la proposta di Belluzzi, “penso ad una vera e propria delega agli Affari Europei che, nulla togliendo agli Affari Esteri, parli sia alla pubblica amministrazione che al mondo economico”.
Per Nicola Renzi (Rf) ci sono dei nodi da sciogliere. “Quando avverrà con certezza la firma definitiva? Nell’iter di ratifica, è previsto o meno un referendum? Terza cosa: se c’è un Consiglio Grande e Generale che vuole farsi carico o meno di una ratifica”. “C’è la volontà tra le forze politiche di tracciare una road map vera? Altrimenti tutto diventa vuota retorica” è l’analisi di Renzi. Ma “nell’affrontare il tema del sistema bancario e finanziario”, aggiunge, “avrei voluto maggiore coraggio”.
Per Lorenzo Bugli (Pdcs) “non ci si può approcciare all’accordo con la mentalità degli anni Novanta. Non si può andare verso questa sfida con una mentalità che è distruttiva”
“Chi non è d’accordo con la firma dell’accordo di associazione è bene che lo dica subito perché non potrà far parte della coalizione di maggioranza futura”è il messaggio rivolto all’Aula dal Segretario di Stato Federico Pedini Amati. “Non possiamo continuare a rimanere isolati dal resto del mondo” dice Michele Muratori, suggerendo che il Liechtenstein sia il modello “al quale dobbiamo fare riferimento”. Per Giovanni Zonzini (Rete) l’obiettivo, in ambito finanziario, è riuscire “in maniera non traumatica ad avere un sistema bancario che presti denaro a tassi di interesse simili a quello che avviene fuori dai nostri confini: questo consentirebbe enormi prospettive di crescita”.

Alle 13 la seduta viene sospesa. Riprenderà alle 15.00

Comma 8 – Presentazione del Documento Programmatico relativo all’implementazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea

Segretario di Stato per gli Affari Esteri Luca Beccari: Il documento che presentiamo oggi mette a fuoco una serie di interventi propedeutici all’implementazione dell’accordo di associazione. La definizione di un perimetro all’interno del quale svolgere l’attività di implementazione successiva. Questo è un anno di transizione da una legislatura all’altra. E’ importante mettere a fuoco delle linee operative che possono permettere all’amministrazione di andare avanti in questa attività senza perdere tempo per non dover arrivare all’entrata in vigore dell’accordo con una congestione di attività. E’ in corso di completamento l’attività di predisposizione di un testo pilota che sarà già condivisibile e pubblicabile non appena disponibile. Sono tempi tecnici che dipendono dalla Commissione: ci aspettiamo di ottenerlo tra la fine di marzo e la prima metà di aprile. Si aprirà la fase di consultazione all’interno degli organi della Commissione. Come noi daremo delle regole e dei contenuti sarà oggetto di discussione, ci saranno inevitabilmente delle sfumature, cose che dovranno essere fatte in maniera diversa o leggermente diversa. Comitati misti diventeranno camere di compensazione politica. La nuova fase sarà quella di gestire la progressione dell’accordo. Io vedo un potenziamento della missione a Bruxelles. Occorre assicurare del personale stabile in quella posizione. Ma vedo anche una riorganizzazione della Pubblica Amministrazione per la gestione dell’accordo. Occorre strutturare dei terminali fissi nella macchina amministrativa sammarinese. Servono specialisti che si occupino di questo. Non potremo trasporre tutto riscrivendo tutte le norme come una fonte sammarinese: i regolamenti tecnici potrebbero avere un recepimento dinamico. Potremo anche istituire degli strumenti ad hoc. Sarà fondamentale andare a definire un passaggio di verifica di conformità perché non possiamo permetterci di fare leggi che ci discostano dall’acquis. Sulla Corte di Giustizia: dobbiamo cominciare a gestire alcuni passaggi. Le nostre regole di procedura andranno integrate da una parte per quello che riguarda il riconoscimento delle sentenze, dall’altra per consentire al nostro tribunale di avvalersi della Corte. Occorre fare una scelta relativa alla strutturazione dell’authority. Quali servizi mettere in un concetto di esternalizzazione. Ci sono alcune riforme che possiamo e dobbiamo fare a prescindere dall’accordo. Quella sulla legge delle residenze. Che impatta sulla libera circolazione delle persone. Può essere un’attività per il secondo semestre della legislatura. Dovremo garantire un sistema ibrido con regole compatibili con i principi europei. Dobbiamo ripensare il regime concessorio. La concessione non può essere soggetta alla discrezionalità politica. C’è una parte assolutamente importante: la definizione di una strategia per la definizione del sistema bancario e finanziario. Abbiamo davanti 15 anni: dipende da noi quanto vogliamo accelerare questo percorso e fare in modo che il nostro sistema bancario si apra. Ho parlato in varie sedi: le nostre banche vogliono entrare in Europa, ma dobbiamo aiutarle attraverso una strategia Paese ad accelerare quel percorso. Dobbiamo metterci giù e definire qual è la strada che intendiamo far prendere al nostro sistema finanziario perché questo impatta anche sul mercato del lavoro. Programmazione vuol dire dare un orientamento al personale. Importante il tema della vigilanza. Le nostre autorità si dovranno inserire nel sistema unico di vigilanza. Necessario rivedere regole e statuti.

Pasquale Valentini (Pdcs): In questo dibattito c’è un salto di qualità. E’ come se fino a ieri avessimo voluto comprare una Ferrari per partecipare al Gran Premio. Oggi discutiamo del fatto che la Ferrari c’è e ci stiamo confrontando sulla squadra che quella Ferrari la fa andare. Credo che la prima questione è questa. Oggi bisogna che anche tutte le nostre vicende politiche che abbiamo si misurino con questo grande obiettivo. C’è bisogno di condivisione. Non della condivisione di un partito, ma di un Paese intero. Di una realtà politica che si pone come responsabile guida del Paese. E’ prendere sul serio una opportunità di trasformazione che è vitale. Occorre passare dalla strategia ad un programma di attuazione operativo. Non possiamo mettere nel cassetto quella strategia e riprenderla con il prossimo esecutivo. Non possiamo permettere che il 2024 passi come se non ci fosse già bisogno di mettere in piedi questa faccenda almeno a livello di individuazione degli interventi. La preoccupazione che mi sento di trasferire è che questo passaggio ci deve vedere protagonisti. Stare dentro l’adeguamento dei nostri istituti e della nostra organizzazione. Dunque cominciare già a predisporre interventi e personale affinché si formi per questo.

Giuseppe Maria Morganti (Libera): L’8 e il 9 giugno in Europa ci saranno le elezioni. Cambierà l’assetto del Parlamento e forse della Commissione. Siamo sicuri che la firma dell’accordo non subirà ulteriori ritardi? Questa è la preoccupazione che ho e spero che non sia vera. Dobbiamo prepararci e non possiamo più permetterci di perdere tempo. Pensiamo alle piccole aziende che si troveranno di fronte alla necessità di affrontare la concorrenza. Ma avranno anche l’opportunità di un grande mercato. Ma chi è in grado di potersi confrontare con un grande mercato? Nessuno, perché nessuno ha gli strumenti. Questi operatori, queste imprese che abbiamo a San Marino, quando incominciamo a fare corsi di formazione per capire come ci si approccia al mercato europeo? C’è il problema relativo al superamento del T2. Contemporaneamente c’è la problematica del settore finanziario. Quindici anni di tempo per l’adeguamento. Questo sarebbe l’elemento più importante, invece è quello più indietro. Una road map che bruci questi quindici anni e in tre/cinque anni raggiunga l’obiettivo dell’implementazione. C’è la questione dei finanziamenti europei. I processi devono passare attraverso una buona funzionalità di accesso ai finanziamenti. Anche se questo richiedesse la necessità di partecipare ai fondi che diventano fonte dei finanziamenti stessi. Si parla di miliardi di euro messi a disposizione per settori strategici. La Commissione mista deve diventare il punto focale attorno a cui realizzare e seguire il processo di implementazione dell’accordo di associazione. Fondamentale è far partecipare i cittadini ai processi decisionali e l’unico modo è far diventare centrale la Commissione Mista.

Segretario di Stato Andrea Belluzzi: Una delle direttrici principali è investire nella conoscenza, dunque nella formazione. Nella nostra università è già partita un’attività di formazione e aggiornamento in collaborazione con le altre Segreterie. Un grande investimento deve essere fatto in questo campo. L’Università ha dei dipartimenti, una rete di relazioni. Altro aspetto importante è l’accreditamento che come Paese avremo nel contesto internazionale. E’ legato ad un ruolo politico diverso che dovremo imparare a sviluppare e implementare. Vi chiedo di riflettere su riforme istituzionali importanti per svolgere il nostro ruolo nel contesto europeo. Penso ad una vera e propria delega agli Affari Europei che, nulla togliendo agli Affari Esteri, parli sia alla pubblica amministrazione che al mondo economico. Un messaggio politico potentissimo. Penso sia necessario riflettere su un diverso approccio istituzionale verso l’esterno. Ogni Segreteria politica dovrà avere un comportamento più orientato verso l’Ue. Tutte le Segreterie di Stato dovranno avere la capacità di toccare e sviluppare i temi delle relative deleghe specifiche.

Nicola Renzi (Rf): L’accordo di associazione non è partito dal nulla ed è partito ben prima del 2015. Non possiamo dire ai sammarinesi alcune cose che sono a mio avviso fondamentali. Quando avverrà con certezza la firma definitiva? Seconda cosa: se, nell’iter di ratifica, è previsto o meno un referendum. Terza cosa: se c’è un Consiglio Grande e Generale che vuole farsi carico o meno di una ratifica. Non credo che questa sia responsabilità del Segretario Beccari. Fin dall’inizio di questa legislatura, mi sono messo a totale disposizione del Governo e del Segretario Beccari non per fare giochini politici ma per arrivare all’obiettivo. La domanda che faccio: in questo finale di legislatura così disordinato, ci sono le volontà di stabilire un percorso chiaro che porti fino alla ratifica dell’accordo di associazione? E che consenta anche in un impegno per il dopo, a prescindere dalle posizioni di maggioranza e opposizione. C’è questa volontà tra le forze politiche? Di tracciare una road map vera? Altrimenti tutto diventa vuota retorica. Avrei voluto maggiore coraggio nell’affrontare il tema del sistema bancario e finanziario. La strada non può essere quella di avere orticelli da difendere. E’ vero che il tema del sistema bancario in senso stretto deve per forza essere affrontato. Questo documento non sarà risolutivo. Quella che spero è un’assunzione di responsabilità di tutte le forze politiche.

Paolo Rondelli (Rete): Sono molto convinto che ci debba essere un progressivo passaggio di consegne tra coloro che sono più strutturati ed esperti e le nuove generazioni che entrano a far parte della Pubblica Amministrazione. C’è un ragionamento politico che ci deve portare a riflettere. C’è una serie di scadenze dettate dai tempi di esecuzione di un accordo internazionale. I passi che il Segretario ha indicato nella sua relazione credo possano essere efficaci e mi trovano d’accordo. Soprattutto mi trovano concorde sul metodo. Al di là di questo primo documento, dovrà essere mantenuto uno schematismo temporale, una timeline.

Lorenzo Bugli (Pdcs): Bisogna fare un po’ di ordine sulle affermazioni. Questa maggioranza è rimasta in piedi proprio per chiudere il negoziato con l’Europa. Se possiamo parlare di questi temi oggi in Aula, lo si può fare grazie al fatto che abbiamo portato avanti con responsabilità la sfida del negoziato, che si è chiuso a dicembre. Un negoziato che ha valorizzato le peculiarità del nostro Stato. C’è la necessità di rivedere alcuni aspetti storici delle nostre istituzioni con leggi chiare e precise. Abbiamo parlato di riforma delle residenze. Leggi più precise e meno discrezionali. Abbiamo parlato degli enti autonomi. Abbiamo scritto quali sono i passaggi che ci devono guidare alla modernizzazione di questi aspetti. Un tema politico lo pongo però. Non ci si può approcciare all’accordo con la mentalità degli anni Novanta. Non si può andare verso questa sfida con una mentalità che è distruttiva, fatta di ammiccamenti. Quando un Paese va verso quella strada lì deve ricercare l’unità, la capacità di mantenere ordine nell’attività politica. Con ordine bisogna guidare questa fase e con ordine impostare quella successiva. Questa fase richiederà ordine, preparazione e visione.

Segretario di Stato Federico Pedini Amati: Questo sarà il tema di tutti i programmi di Governo futuro. Chi non è d’accordo con la firma dell’accordo di associazione è bene che lo dica subito perché non potrà far parte della coalizione di maggioranza futura. Da lì si parte. E’ bene che le elezioni arrivino adesso perché da domani mattina il nuovo esecutivo partirà a lavorare sull’accordo di associazione indipendentemente dalla firma. Il mondo imprenditoriale, sull’accordo e sul negoziato, ha detto subito di sì. Perché esso apre significativamente ad una questione che è l’ingresso nel mercato unico dell’Ue. Dobbiamo dire: chiunque ci sarà dopo, dovrà gestire nel dettaglio con assoluta convinzione quel nuovo percorso che San Marino ha deciso di percorrere. Su questo il PSD c’è sempre stato, non da oggi. Da sempre. La Commissione Mista serve e servirà per ragionare su questa strategia di implementazione dell’accordo. Questa è la partenza di una nuova visione statuale della Repubblica di San Marino che ci vedrà impegnati forse come non mai nella messa a terra di norme che non siamo mai stati abituati a mettere a terra. L’impegno sarà gravoso ma anche una missione che dobbiamo alla Repubblica.

Roberto Ciavatta (Rete): E’ ovvio che l’appello del Segretario Pedini Amati era rivolto a Motus Liberi. Penso a tutte le opportunità che si aprono per San Marino per quello che riguarda il superamento dell’accordo bilaterale del 1974 per quello che riguarda la previdenza con l’Italia. Concordo con chi in precedenza ha sostenuto l’opportunità di valutare l’ipotesi di finanziare i fondi europei anche a costo di impegnare qualche milione o anche qualche decina di milioni di euro perché il ritorno sarebbe sicuramente importante. Se potessimo accedere ai fondi europei in un accordo con Rimini, ecco che potremmo compiere investimenti che altrimenti sarebbero più difficoltosi. Ora parte una sfida che va al di là delle considerazioni di opportunità politica.

Alessandro Bevitori (Libera): Chi pensa che possa esserci un’alternativa all’aprirci ad una maggiore integrazione, non ha capito in che direzione sta andando il mondo. Come Libera siamo a disposizione del Paese nel fare questo percorso. Avevamo proposto la Commissione Mista, grazie alla quale abbiamo compreso diverse soluzioni. Non possiamo sottovalutare la parte che riguarda il comparto finanziario.

Michele Muratori (Libera): Qualcuno prima di me ha ricordato che questo non è un punto di arrivo ma di partenza. Abbiamo davanti una serie di sfide da cogliere e da modulare e da gestire nella maniera più oculata. E’ un passaggio epocale. Ancora c’è molta confusione nella cittadinanza. Nel 2024 siamo arrivati ad una situazione dove non abbiamo alcun tipo di alternativa. Non possiamo continuare a rimanere isolati dal resto del mondo. Le nostre aziende possono trovare un giovamento dall’entrata nello spazio europeo. Serve un’educazione, nei nostri apparati pubblici che si devono convertire e formare. Il Liechtenstein è un modello che dobbiamo valutare. Qualcuno ancora nel Paese si domanda: perché Monaco si è sfilato? Rispetto a certi Paesi, noi abbiamo dei problemi a livello di raccolta finanziaria. Dobbiamo saper cogliere questa sfida e non dobbiamo farci trovare impreparati.

Stefano Giulianelli (Pdcs): In questi anni sono stati fatti piccoli passi per dare risposte al sistema bancario sammarinese che però presenta ancora delle forti criticità. Tante risposte per quanto riguarda il nostro settore finanziario e bancario. E’ il settore con il gap più significativo da colmare. Non servirà soltanto un adeguamento normativo, ma servirà anche un adeguamento patrimoniale ed economico in capo ai soggetti che vi operano. C’è il fatto che l’accesso al mercato unico, e quindi la possibilità per i nostri operatori di offrire servizi, potrà avvenire soltanto in un regime di simmetria perfetta.

Matteo Ciacci (Libera): Sarebbe importante capire come stanno andando le serate informative con la cittadinanza. Capire che questi spunti informativi che ci vengono consegnati credo debbano essere resi pubblici. Andorra lo ha fatto. Sul sito c’è un dossier molto ben strutturato con un documento informativo sull’accordo. Mi farebbe piacere se potessimo farlo anche noi. Oggi noi abbiamo il bollino Ue e questo bollino dobbiamo assolutamente valorizzarlo anche nell’ambito delle relazioni bilaterali per progetti sinergici nei campi della sanità, energetico, strutturale.

William Casali (Pdcs): Se abbiamo veramente a cuore un rapporto internazionale con i Paesi vicini, vuol dire che abbiamo la possibilità di fare un accordo che andrà a vantaggio delle generazioni future. Credo che ci sarà molto rispetto anche dalla nostra controparte. Credo che ci sarà questo clima anche dall’altra parte. Se riusciremo a parlare in modo schietto ai nostri cittadini, riusciremo a trasmettere la fiducia e far capire loro che le potenzialità le abbiamo. Lo dobbiamo fare con la massima apertura. Le nuove tecnologie in questo senso diventeranno strategiche anche per la politica. Come membro associato potremo portare una testimonianza attiva e un contributo a quelli che saranno gli sviluppi normativi. Non dobbiamo vederlo come una sorta di onere di adeguamento per ritrovarci in una comunità internazionale e poter godere di quei benefici e di quelle opportunità di crescita del nostro sistema in generale.

Alessandro Mancini (Npr): Temi come questi, soprattutto da chi ricopre una carica istituzionale di alto livello, vanno affrontati con serietà e nella consapevolezza dei problemi più grossi. Dalle domande dei cittadini, devo prendere atto che ci sono ancora dubbi e questioni che devono essere approfondite. L’iniziativa adottata qualche giorno fa da Andorra è una iniziativa che anche noi credo potremo percorrere. Spero si possa arrivare alla più ampia condivisione.

Alice Mina (Pdcs): Il nostro Paese deve agire nella consapevolezza che l’accordo implicherà un forte impegno soprattutto in termini di risorse umane. Sarà la grande sfida per il nostro Paese attraverso una revisione profonda del modello di gestione a cui siamo stati abituati. Su questo si misurerà la capacità di lavorare in maniera coordinata. Ecco allora l’alto valore del confronto con il Paese, con le organizzazioni di categoria, le forze sindacali, anche in una fase politica delicata come quella che stiamo affrontando. Da ciò dipenderà il nostro futuro. La responsabilità che abbiamo nei confronti del Paese e della cittadinanza è enorme. La preparazione del nostro sistema all’impatto del recepimento dell’accordo è un elemento che non va assolutamente trascurato. Ritengo necessario lavorare sulla nostra Pubblica Amministrazione per gestire in sinergia questo contesto. Cerchiamo con l’ordine del giorno di dare alcuni preliminari mandati affinché alcune indicazioni operative possano effettivamente procedere.

Giovanni Zonzini (Rete): Un’apertura della concorrenza a chi non è mai stato abituato, questo in un primo momento può essere traumatico. Nel breve periodo qualcuno potrà essere traumatizzato. Non possiamo raccontare che sarà tutto facile. Le grandi sfide non richiedono sempre la strada più semplice. Nel medio periodo questa apertura è positiva. Misure proibizionistiche tendono a non incentivare lo sviluppo. Una apertura del mercato, anche verso di noi, realisticamente nel medio periodo consentirà ai nostri imprenditori più opportunità. Noi come politica abbiamo interesse a mantenere un sistema bancario che non può crescere ed è destinato nel lungo periodo a soccombere? Abbiamo degli elementi di competitività, ma il nostro differenziale fiscale viene mangiato dal fatto che gli interessi sui prestiti sono molto più alti. Questo è un elemento di incompatibilità che viene riassorbito dal maggior costo del denaro. Riuscire in maniera non traumatica ad avere un sistema bancario che presti denaro a tassi di interesse simili a quello che avviene fuori dai nostri confini: questo consentirebbe enormi prospettive di crescita.

 

Askanews

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