San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeridiana 15 dicembre 2022

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeridiana 15 dicembre 2022

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 14– 23 DICEMBRE

– GIOVEDÌ 15 DICEMBRE –  Seduta del pomeriggio

           

            Nella seduta odierna del pomeriggio, il Consiglio Grande e Generale si concentra sul comma 5, relativo ai decreti delegati, in particolare sui due scorporati, il n.161 e il n.162, presentati dal Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, che riguardano le emissioni di Titolo di debito pubblico che interessano i correntisti Ex Bns-Cis. Sui due provvedimento si sviluppa un unico e articolato dibattito che occupa larga parte dei lavori. Alla sua conclusione i decreti sono ratificati: il primo n.161 “ Emissione di Titoli del Debito Pubblico – Repubblica di San Marino, tasso fisso 1,50%, 31 dicembre 2037”, ottiene 28 voti a favore, 11 contrari e 1 astenuto. Il secondo, il n. 162, “Emissione di Titoli del Debito Pubblico – Repubblica di San Marino, tasso fisso 1,75%, 31 dicembre 2042”, viene ratificato con 28 voti a favore e 11 contrari. 

            I lavori proseguono con l’avvio del dibattito sul Bilancio previsionale 2023, presentato in seconda lettura dal Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti che continuerà in seduta notturna.

 

Di seguito un estratto degli interventi della seduta del pomeriggio.

 

Comma n.5.  Ratifica Decreti Delegati. Dibattito sui decreti n.161 e n.162

Marco Gatti, Sds per le Finanze

Sono due decreti che prevedono emissioni di titoli debito pubblico per capitalizzare la Società ex Banca Cis, in coordinamento con le disposizioni che derivano dalla legge sulle risoluzioni bancarie che prevede per lo Stato la possibilità di intervenire a tutela della stabilità del sistema finanziario con le crisi bancarie. Cosa fatta nel 2019 con Banca Cis che trovandosi in grave dissesto finanziario, e che pregiudicava il rischio potenziale per la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso, ha portato lo Stato, tramite la commissione Finanze, a deliberare l’intervento pubblico a tutela dei risparmiatori. Nell’ambito della risoluzione, la Bns ha emesso delle obbligazioni proprie, per poi realizzare le masse attive per far fronte alle scadenze dei pagamenti degli obblighi che la banca Cis aveva rispetto ai depositanti. Rispetto ai depositanti, la risoluzione ha portato che fino ai 100 mila euro, quello che la legge tutela, tutti i risparmiatori sono stati rimborsati. Per le somme eccedenti Bns aveva emesso questi titoli che scadevano a luglio 2022, ci saranno scadenze poi a luglio 2024 e a luglio 2026 per importi ingenti.
Nell’ambito della gestione della risoluzione, ci si è resi conto che gli attivi di Bns sono attivi molto problematici. Per chi ha avuto la possibilità di partecipare alla Commissione finanze, tenuta in seduta segreta, è stato palesato come anche poche operazioni hanno fatto sì che importanti somme di Banca Cis siano state distratte e sottratte al patrimonio della banca, agli attivi della banca. E le difficoltà di realizzare questi attivi sono emerse. Per queste ragioni, il Congresso ha valutato di intervenire anche anticipatamente rispetto le previsioni, perché nel momento in cui questi attivi sono in una situazione di difficoltà di incasso, la legge del 2020 prevedeva che lo Stato sarebbe intervenuto dopo un piano di riparto. Così il Congresso, e poi il Parlamento, sono intervenuti attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico per patrimonializzare l’ex Bns, così che nel momento del pagamento delle obbligazioni poste in essere, nella parte attiva c’erano non solo crediti di imposta, ma anche titoli di Stato. Nell’ambito della prima ripartizione del luglio 2022 è stata fatta una prima emissione con scadenza a 10 anni di un titolo di Stato distribuito ai detentori delle obbligazioni che erano in scadenza a luglio 2022. Sempre con la legge si prevedeva entro l’anno emissioni di nuovi titoli per la copertura integrale.

Per l’emissione di titoli abbiamo fatto una valutazione di sostenibilità, per poter garantire pagamenti a termine dei titoli, ora dello Stato. E’ stata prevista una durata lunga, a 10-15-20 anni, e si sono previsti tassi di interessi che tengono conto di una sostenibilità economica. E ci rendiamo conto per primi come non siano allineati alle condizioni del mercato che si stanno sviluppando nel 2022, quindi un tasso per la scadenza a 10 anni dell’1%, a 15 anni dell’1,50% e a 20 anni dell’1,75%.

Si sta sviluppando molta polemica, e lo leggiamo sui giornali, chi aveva questi depositi protesta perché vede spostata in avanti la possibilità di incasso. Vero che se non ci fosse stata la risoluzione, e se il Consiglio non avesse votato l’intervento dello Stato, avremmo chiuso la partita con i 100 mila di euro riconosciuti e lo Stato non si sarebbe indebitato con gli ulteriori 200 mln di euro. Non vi era alcun obbligo da parte dello Stato di intervenire su una banca privata. Leggo molte polemiche che questi titoli non sarebbero commerciali. San Marino paga un gap, nel tempo non è mai stato costruito un mercato secondario dei titoli, il collocamento dei titoli di debito pubblico interni era portato avanti dalle singole banche, per importi non rilevanti. In questo caso il collocamento non è fatto con il settore bancario, vengono direttamente assegnati in conto capitale al soggetto ex Banca Cis. E’ stato fatto comunque un accordo per valorizzare i titoli e dargli valore di mercato, per cui possono prenderlo in considerazione per ricevere garanzie e acquistarlo. Chiaro che il valore di mercato varia a seconda del momento storico. Nel momento in cui il mercato dovesse cambiare e i tassi si dovessero abbassare, il titolo recupera valore. Rispetto ai titoli emessi da Bns, il fatto che questi sono titoli emessi dallo Stato gli conferisce un appeal e un valore differente.

Lascio la valutazione del Consiglio sul discorso delle scadenze. Si vanno ad impegnare interventi che dovranno fare governi futuri. Noi li abbiamo valutati sulla base di una sostenibilità di 5 anni per avere scadenze non troppo vicine e che non si sormontano nei tempi. Il fatto di avere 5 anni su ogni scadenza dà la possibilità di gestire e onorare il debito. Altro elemento da valutare è  la sostenibilità economica, c’è chi ha ipotizzato di aumentare i tassi di interesse e negli anni vanno pagati, e sarà quindi problema anche del prossimo governo, per l’impatto finanziario sul proprio bilancio.

Se poi l’Aula vuole valutare di ridurre i tempi, si può valutare, ma ogni modifica avrà un impatto sul debito e sui bilanci futuri dello Stato.

Luca Boschi, Libera

Siamo alle solite, al peggio non c’è fine. Quello che ci dice oggi il Segretario e questi decreti sono l’ennesima presa in giro dei correntisti ex Banca Cis che hanno avuto l’unico peccato originale di essersi fidati di una banca vigilata dagli organismi di questo Stato. E lo Stato non può essere mai responsabile. Lei  Segretario fa passare concetti gravi come il fatto che ‘ci saremmo potuti fermare al rimborso dei 100 mila euro’.  E’ vero, ma il giorno dopo sarebbe crollato tutto il sistema bancario e finanziario del Paese. Il principio base della salvaguardia dei risparmiatori è un principio sano, mantenuto da tutti i governi che si sono succeduti negli anni. Ora questi cittadini si trovano solo tra 10, 15 e 20 anni la possibilità di accedere ai propri risparmi. C’è una disparità di trattamento anche rispetto altri casi non rispettosa rispetto a centinaia di cittadini che vedono i propri risparmi non accessibili con tassi di interesse bassissimi e non coerenti. Siamo totalmente contrari a questi decreti.

Nicola Renzi, Rf

Questa è una storia molto triste per tanti correntisti e tante persone che hanno avuto fiducia nel sistema bancario sammarinese. Si potrà dire che sono stati più avventati di altri risparmiatori, ma quello che si rileva è che questo era un istituto vigilato da istituzioni di San Marino e se sono stati arrecati danni, sono stati arrecati dalla Vigilanza e dalle istituzioni. Stride ancora di più questo caso quando lo si confronta con il caso di Asset Banca. Ricordo di aver rischiato azioni legali nei confronti della mia persona e dei membri del Ccr per un semplice fatto, perché abbiamo concesso una manleva agli amministratori di Cassa di Risparmio, proprio perché si facesse l’operazione di incorporazione di Asset che è servita a salvaguardare tutti i depositanti e il più possibile i posti di lavoro. Nel caso di Asset chi aveva depositi non ha perso i propri soldi. Un segretario di Stato in questa legislatura ha persono proposto di aggredire i beni dei politici che avevano preso questa decisione..ma non parliamo più di queste cose e parliamo di questo tema che è terrificante. E’ il vero e proprio ‘bail in alla sammarinese’ e ci siamo presi minacce di querela da Banca centrale per averlo definito così. E’ la promessa di una tutela dei risparmiatori che non viene mantenuta e arreca un danno duplice: prima ai correntisti che non rivedono i propri soldi e il secondo danno è alla credibilità del sistema.  Ed è quello che è successo. I correntisti di altre banche ora si chiedono: se dovesse succedere qualcosa, i miei risparmi saranno tutelati?
Non è tutta colpa del segretario di Stato Gatti o di questa maggioranza, non credo. E’ colpa di un sistema che non è mai riuscito a vigilare a dovere. Il problema è abbiamo sviluppato gli anticorpi perché non si ripeta tutto ciò?  E’ un  tema cruciale perché ne va dell’immagine del nostro Stato, della tenuta dei conti pubblici e delle risposte doverose e necessarie a persone che non possono vedersi emanati decreti da un giorno all’altro. Dobbiamo fare sistema e valutare modalità con cui agire e noi ci saremmo per questo. Ultimo punto: non può essere che queste persone non abbiano una rappresentanza ‘legale’. Lamentano di non essere state minimamente coinvolte dal governo su scelte che non possono essere unilaterali.

Rossano Fabbri, Mis

Purtroppo arriva in Aula il decreto che chiede il conto ai sammarinesi del dissesto di Bns-Cis. Fanno inquietudine le parole del Sds Gatti, quando parla di ‘distrazione degli attivi e sottrazioni, di appropriazione indebite’, di denari pubblici che vengono riversati sui cittadini e di una banca che aveva attivi e che potevano davvero diminuire in maniera consistente il deficit, invece ci facciamo passate tutto sotto gli occhi.

I correntisti non possono essere presi in giro, così come quelli di Asset, a me pare che anche in quell’istituto non tutti i correntisti abbiano avuto i loro soldi. Ma qua di distrazioni, sottrazioni, gli ingenti patrimoni che Banca Cis deteneva, di fondi pensione spariti, di titoli di privati che sono stati scontati presso istituti terzi….qui non ne parla nessuno, non interessa comprendere al Parlamento  i motivi per cui non torna indietro un euro? Non interessa a nessuno capire dove stiamo sbagliando? Come vanno le azioni di recupero? Finiranno nei tribunali e andranno in prescrizione nell’era del garantismo? Dopo che abbiamo passato anni a non rispettare i diritti degli imputati, oggi arrivano certi processi e diventiamo mostruosamente garantisti e intanto i soldi vanno e attività ingenti sono sparite. Che efficacia ha avuto questa normativa sulle risoluzioni, dove non c’è nessuno che dica chi ha sottratto e distratto. E siamo qui a discutere di quanto siamo stati bravi prima a gestire la crisi ..e intanto gli altri ridono, hanno distratto soldi e si godono i loro soldi nei paesi caraibici. Smettiamola davvero di prendere in giro i cittadini.

Iro Belluzzi, Libera

Purtroppo ancora non è cambiato l’approccio verso quello che non sappiamo fare. Le istituzioni non hanno saputo fare l’azione di controllo. Non doveva essere capitato quanto riferito da chi mi ha preceduto. Non riusciamo a cambiare approccio del settore più importante dell’economia. Il limite che si tocca con mano è che la commistione tra politica e istituzioni dello Stato troppo spesso sono state evidenti, come evidenziato dalla commissione di inchiesta. Si è fatta finto che tutto andava bene, le ispezioni non venivano fatte o venivano bloccate, e oggi la politica fa pagare un danno enorme ai cittadini che avevano scelto di investire in una banca che comunque era attiva. Non si può imputare solo alla proprietà o alle parti amministrative che hanno operato fuori da norme, la responsabilità più grande è di chi non ha operato controlli. Allora cominciamo a pensare a una Banca centrale e a una vigilanza differenti, sotto l’egida di sistemi differenti rispetto quelli che volgiamo preservare, nella presunta sovranità del paese che agisce su alcuni settori. Il ‘bail in alla sammarinese’ va a massacrare la speranza di chi aveva riposto fiducia in un soggetto vigilato dalle istituzioni. C’è chi non potrà acquisire la casa per i propri nipoti, figli o per loro stessi. E’ di questo che parliamo. Mentre ci sono altri soggetti che magari avevano investito in altre strutture come la Smi, per cui qualcosa è stato dato. C’è un trattamento differente per la nostra cittadinanza e non è accettabile.

Alessandro Bevitori, Libera

Rispetto all’intervento normativo messo in campo a tutela dei risparmiatori, penso sia un atto dovuto da parte dello Stato farsi carico di inadempienze e di una scorrettezza amministrativa che c’era all’interno della banca in primis, e poi per chi aveva responsabilità di vigilanza.

Sicuramente qualcosa non ha funzionato negli anni e non può essere che chi ha messo i propri soldi nella banca, la propria pensione, possa essere colpito da questa malagestio. Lo Stato è intervenuto, però il problema non è stato questo, il problema oggi è solo uno: come mai a chi ha portato via e ha rubato e ha fatto sparire i  soldi da quella banca non riusciamo a fargli pagare il maltolto? Ci viene detto che parte dei 400 mln – questo il buco di Banca Cis- che sono spariti, 200 mln sarebbero recuperabili. E’ vero o no? Si sta facendo qualcosa in questo senso o no?

Michele Muratori, Libera

Quello che veniamo oggi a discutere- al di là che la ritengo una gravissima ingiustizia perché fa pagare ai cittadini le malefatte e gli errori di altri- credo sia grave, pericoloso e assolutamente da evitare. In questa legislatura sono state fatte due Commissioni di inchiesta che hanno avuto ampia eco nel Paese, la prima riconducibile alle malefatte del Cis metteva l’accento su tutta una serie di dinamiche. E’ stato fatto un lavoro certosino per far emergere le responsabilità. Abbiamo fatto riferimento a queste somme sottratte e portare ai Caraibi. Noi abbiamo spiegato dove sono andati a finire quei soldi, perché non siamo stati consequenziali nel far pagare i responsabili che hanno creato quel buco? E ci sono stati problemi grossi anche in chi doveva vigilare, ovvero Banca Centrale. Sappiamo che chi toccava quella banca ‘moriva’, chi metteva il naso veniva eliminato. Nella scorsa legislatura, l’attuale maggioranza aveva presentato un emendamento per restituire i soldi dell’ammanco della Smi e non capisco allora perché allora si andava, giustamente, verso una direzione, e oggi andiamo a fare un provvedimento che va nella direzione opposta. Questo è intollerabile. Trai correntisti del Cis che hanno fatto un percorso anche a livello internazionale, vi sono situazioni drammatiche e dobbiamo farci carico, per quanto possibile, di far restituire questo maltolto e di non far pagare i correntisti.  Noi come classe politica abbiamo il dovere di portare avanti questa cosa.

Giovanni Maria Zonzini, Rete

Non capisco per quale allineamento di astri questo argomento diventi sempre un ‘butta sù’ di inesattezze e semplificazioni deliranti, sentiamo un po’ tutto, il Cis, il prestito di Cassa di risparmio, che non si capisce cosa c’entri con il Cis- e dovrebbero sapere che è stata chiusa da Cassa, consentendo di recuperare alcuni milioni e si parlava di un prestito del 2007- mischiare tutte queste cose non so cosa porti, se non estrema confusione in chi ascolta. Rimanendo su un piano di realtà e ragionevolezza, la domanda è legittima: perché non sono stati rimborsati tutti i correntisti di Banca Cis? Domanda chiara come la risposta: perché quei soldi non c’erano. Siamo esposti ormai per 200 milioni nei confronti degli obbligazionisti di Banca Cis e e lo Stato oggi quei soldi non li ha e sarebbe improponibile oggi pensare rimborsare domani i correntisti, cui certamente va la mia solidarietà, perché sono dei truffati, ma lo Stato tutela con i mezzi che ha. Credo invece che la trasformazione in titoli di Stato anche se allunga la scadenza,  e crea per questo un evidente disagio, sia anche un aiuto, perché consente con la creazione di un mercato secondario di poter liquidare e ricevere in parte la liquidità di banca Cis. E deve essere chiaro che non è stata quest’aula o il governo a far sparire i soldi, ma i signori che gestivano quella banca e quella banda. Il fatto è molto semplice, continuare però a mischiare le acque e a infangare la realtà ritengo sia un esercizio anche a tratti patetico per chi conosce le vicende, ma scorretto nei confronti di chi è ignaro delle vicende. Continuare a dire che non si sta facendo nulla per recuperare il maltolto è falso. C’è stata una Commissione finanze in cui è stato dettagliato il fatto che sono in corso da tempo azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori di quella banca. Ora si stanno godendo il loro maltolto, ma sono tutti sotto processo in tribunale, senza poi tener conto delle richieste di risarcimento, ma sono attività che richiedono tempo, sia per la giustizia penale che civile, ma le azioni legali sono in corso.

Matteo Rossi, Npr

C’è qui il dramma delle persone di chi si vede usurpato dei risparmi di una vita e si ritrova in difficoltà e viene anche a me di esternare vicinanza. Ma determinate cose sentite in dibattito sono francamente surreali. Quanto messo in piedi in questa legislatura va nella direzione di compensare quello che è stata una vera propria truffa nei confronti delle persone. Dalla commissione di inchiesta sono emersi fantomatici giudici, imprenditori, bancari che ruotavano attorno all’orbita Cis e facevano vacanze, gruppi di amici e fratellanza. Quando in questa legislatura ci si è trovati di fronte tutto questo, cosa ha fatto questa maggioranza? L’azione svolta in campo della giustizia è un segnale fortissimo, mettere in piedi reclutamenti di giudici per questi specifici settori stanno lavorando per dare una giustizia a persone truffate, va addebitato proprio alle persone che credono in questa maggioranza e governo. Ricercare figure competenti ed equilibrate in chi avvia e porta avanti i processi è fondamentale. Questi processi non li viviamo esternamente, tutti noi abbiamo parenti o amici coinvolti nells vicenda Cis e non prendiamo alla leggera queste cose e dobbiamo far sì che, una volta che i processi vengano a compimento, le somme recuperate vengano messe a disposizioni dei correntisti. Ci vorranno anni, ma sicuramente meno di quanto previsto per il termine delle obbligazioni. Si è poi creato un mercato secondario per cui a malincuore le persone possono avere un riscatto, una somma pari al 65% , però c’è la possibilità di avere comunque un indennizzo. Poi gli attivi di Bns. Certo se fa attivi tutte le somme che vengono, fuori devono essere messe in mano alle persone in difficoltà. Dobbiamo portare avanti tutte le azioni che tecnicamente, umanamente e politicamente devono essere messe in atto per risarcire queste persone.

Mirco Dolcini, Dml

E’ un argomento molto delicato, ci sono persone che vedono sottrarsi i propri soldi, certo non li ha sottratti il governo e il Consiglio o la politica, ma chi li ha sottratti sarà oggetto di azioni di responsabilità penali che ci auguriamo vengano quanto prima al dunque. Dare una soluzione a questi problemi non è facile. Quello che si può migliorare nel rapporto con queste persone è il confronto. Non faccio parte della commissione finanze e non c’è stato un grande confronto su questi decreti e per la loro stesura e  definizione. Un maggiore confronto all’interno della maggioranza, tra consiglieri, sarebbe opportuno. Non entro nel merito delle soluzioni, anche da parte delle opposizioni qualcosa è stato detto di positivo, e vedo dalla maggioranza movimenti per arrivare a dei correttivi che speriamo di porre in essere. E va migliorato anche il confronto con queste persone che hanno necessità di rientrare dei loro soldi. Leggo dichiarazioni sui giornali che si sarebbero visti chiudere le porte in faccia e non è un messaggio positivo per la politica.

Emanuele Santi, Rete

Oggi ho sentito da alcuni esponenti dell’opposizione molta confusione e molte inesattezze. Devo ribadire un concetto: quando lo Stato è intervenuto per salvare di fatto i correntisti di Bns, parlavamo di oltre 270 mln di euro dei correntisti in bilico. Lo Stato ha garantito di primo acchito tutti i correntisti fino a 100 mila euro e sono stati subito rimborsati. Poi nel 2019, e anche oggi, la situazione finanziaria sappiamo com’era e com’è.  Non c’era disponibilità di liquidità di 300 mln per rimborsare i correntisti ‘gabbati’. Perciò bisognava fare i conti con la situazione: non c’erano più soldi dello Stato per rimborsare queste somme e si è deciso di fare delle obbligazioni a 3-5-7 anni. Se li avessimo avuti questi soldi si poteva anche fare, ma oggi lo Stato si dovrebbe indebitare per rimborsare queste cifre, anche di chi detiene milioni di euro. Io capisco tutto, ma non sarebbe ammissibile anche per equità sociale. A mio avviso, le scadenze a 3-5-7 anni erano già troppo ottimiste e oggi di fatto lo Stato fa quello che non è stato fatto con la Risoluzione: prende tempo e butta la palla in avanti, nell’ottica però di continuare a preservare chi ha investito in questa banca.

Oggi sentire la demagogia da parte dell’opposizione, di chi sostiene che loro si sono attivati e si ergono a paladini e difensori di quella banca, che sapevamo tutti che era decotta, e questa situazione l’avete difesa fino alla fine e ve lo volevo ricordare.

Mi auguro siano possibili dei miglioramenti grazie all’emendamento che sta elaborando il Segretario per rimborsare nel più breve tempo possibile, se ci sarà liquidità, i risparmiatori. Ma al momento non abbiamo liquidità e questa è una soluzione dolorosa, ma non possiamo fare altro che buttare la palla in avanti.

Guerrino Zanotti, Libera

Per non lasciare cadere le parole profferite dal consigliere Santi, per cui i salvatori della patria sono rappresentati dai consiglieri di Rete, paladini dell’onestà – e ne abbiamo avuto prova in questa legislatura- volevo ricordare che dimentica due delibere del congresso datate fine 2017 e inizio 2018, con cui il congresso di Stato chiedeva all’avvocatura dello Stato di procedere con la costituzione di parte civile nei confronti dei vertici di Banca centrale, negare l’evidenza è un segnale di disonestà intellettuale.

Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete

Il fatto rimane uno: quella banca è stata distrutta da dei privati e lo Stato non ha colpa diretta, ma l’amministrazione precedente si è resa colpevole di negligenza o quantomeno partecipe.

Oggi siamo però ad affrontare un altro tema, quello delle somme dei correntisti. Capisco sia un danno immenso falcidiarli dai 100 mila euro in su. Ma in tutto il mondo, quando falliscono istituti di credito privati, c’è il bail in. Credo fosse stato giusto agire così, non dovuto. E’ stata fatta una legge apposta per la speranza di quel recupero creditizio. Poi bisogna fare i conti con la realtà. In questo caso si è dovuto prorogare un qualcosa, consapevoli del disagio che si crea. Ritengo sia equo che gli ex correntisti Cis si applichino per recuperare le loro somme, ma in questo caso non c’è un debitore astioso che non vuole fare avere un patrimonio ai legittimi creditori. Lo Stato si è tirato sulle spalle un debito per aiutare le persone. In questo momento l’aiuto non riesce ad essere concreto, sono d’accordo, ma qualcosa di fattivo si sta cercando di fare e non si può ridurre tutto a proclami e né si può venire oggi qui a fare i paladini della giustizia, invece quando quella banca stava morendo, non si è voluto in quel momento fare qualcosa. E se fosse stata fatta, forse il danno sarebbe stato minore. Credo che volontà di tutti qui sia cercare di far fronte agli errori passati e di collaborare insieme, non ridurla a una battaglia politica.

Carlotta Andruccioli, Dml

Vorrei fare tre riflessioni. Primo, i titoli di Stato convertiti già nel 2022 anche oggi faticano ad essere in garanzia di liquidità. Come istituzioni dovremmo trovare soluzioni, insieme al sistema bancario, e proporle sul tavolo. Secondo aspetto,  il dissesto creato in banca Cis ha dei responsabili in Bcsm, che come vigilante avrebbe dovuto gestire in modo più efficace la situazione, come abbiamo visto dalla commissione d’inchiesta. Altra responsabilità è quella della politica, c’è chi ha avuto un vero e proprio ruolo, ma più in generale si aveva yuna politica debole, asservita ai poteri di turno e anche litigiosa.  E in questo ultimo aspetto vedo che non è cambiato molto. Chi ha fatto buchi nelle banche ha nome e cognome, l’obiettivo di maggioranza e di governo, ma anche di tutta la classe politica, è di  procedere con azioni di responsabilità contro i vertici bancari e recuperare quei risparmi, chiedendo conto di quei dissesti. Purtroppo a pagare sono i risparmiatori, che si vedono slittare la scadenza di restituzione dei loro risparmi, il sistema bancario, che ha perso risorse  e credibilità, e di conseguenza il Paese. A pagare non devono essere solo il bilancio pubblico e i risparmiatori onesti. Terzo punto, quei risparmi, se va bene, i correntisti li vedranno tra 10 anni. Forse era doveroso comunicare loro una soluzione per tempo e mettersi al tavolo per trovare soluzioni. Chiaro, non è possibile esaudire tutte le richieste, però di strada penso ce ne sia più di una: nel rivedere scadenze, il recupero di risorse, e metttere al tavolo anche le banche.

Francesco Mussoni, Pdcs

Questi provvedimenti sono figli di un sistema bancario che è andato in difficoltà molto tempo fa e oggi questo governo e questa maggioranza cercano di gestire tale drammaticità. E sono figli di un’associazione a delinquere presente in Banca centrale, nella Vigilanza di Banca centrale, che con la gestione di Bcsm che ha chiuso una banca- Asset- per salvarne un’altra- Banca  Cis. E’ a quel gruppo di persone che hanno gestito le situazioni bancarie negli anni 2016-2019 che credo debba essere data la paternità di questi provvedimenti. E non è per alleggerirci da responsabilità politiche, noi come Dc voteremo questi decreti e non lo facciamo a cuor leggero, siamo anzi preoccupati. Sono interventi che generalizzano, non distinguono  la famiglia con un solo conto in quella banca,  dall’impresa o famiglia con conti correnti in altre 4 banche. E’ un provvedimento però necessario. Non possiamo esimerci dal ratificarlo. Sarebbe peggio non ratificarlo.
Resta aperta una questione sociale e politica di cui governo e forze politiche devono continuare ad occuparsi.  Dobbiamo sostenere le difficoltà. Come partito è un invito a mantenere aperta l’attenzione anche a seguito della ratifica, affinché si possano, nel rispetto delle regole, seguire situazioni familiari particolari, non facendo torto a nessuno, ma entrando di più nella gestione. Perché dire ‘li rimborso tra 5 anni o 10’, dice tutto o niente. Da parte della Segreteria Finanze è stato depositato un emendamento. e lo sosteniamo, sollecitiamo a procedere alle azioni di responsabilità perché abbiano un percorso giusto e veloce e le responsabilità siano chiarite a tutti i livelli. Bene l’impegno per trovare soluzioni originali per famiglie o imprese che hanno difficoltà maggiori rispetto chi non aveva solo quel rapporto bancario con quell’istituto.

Gerardo Giovagnoli Npr

Stiamo valutando un provvedimento relativo a uno degli ultimi colpi di coda delle crisi del sistema bancario. Come si è arrivati a questo provvedimento? E’ giusto che lo Stato intervenga per rimborsare i clienti della banche a seguito di una crisi? In altri Paesi non è avvenuto. Noi abbiamo invece intrapreso la strada del rimborso dei clienti per una questione che andava al di là delle responsabilità, al di là di chi ha fatto dissesti. Per più motivi: il primo per la stabilità del sistema, per dare garanzie ai correntisti che ancora sono nel sistema. Si è intervenuti quindi per salvare parzialmente gli istituti: i soldi dentro e i correntisti. E ciò ha rappresentato un costo per la collettività. Qui con Cis c’è una ulteriore differenziazione: i responsabili del dissesto l’hanno fatta più grossa e sono stati beccati a far attività bancaria con forti abusi e ci sono pendenze giudiziarie che in altre banche non ci sono. E dovrebbero essere i primi a pagare per le malefatte. E mi trovo d’accordo con gli emendamenti del governo che tengono conto della tenuta dei conti pubblici, il fatto che non possiamo elargire i soldi oltre i primi 100 mila, ma anche che la responsabilità meno che prima possono essere indirizzate alla politica in generale, ma è bene che i responsabili paghino con il risarcimento. Non è colpa neanche solo della Banca Centrale, che negli ultimi anni del Cis aveva infiltrati esterni. Sono contento che i due emendamenti vadano ad agire sul recupero in Bns e in quello che può essere recuperato da azioni legali. Ci siamo trovati tutti in questi anni ad affrontare crisi e dubito qualcuno avrebbe potuto pensare ad un semplice rimborso.

Gian Matteo Zeppa, Rete  inizia l’intervento dando lettura  di un estratto relazione di inchiesta  sulle azioni di responsabilità. Sento qua in Aula ricostruire la storia da parte di chi non-capisco-che-gioco-voglia-giocare, enfatizzando quello che non è realtà. La realtà è che dal 2007 al 2019 non si avevano controlli, quei pochi che c’erano erano vaghi e superficiali, da permettere quello che successe dal 2007 in poi.

Invece si viene a fare controdeduzioni di quello che è firmato da tutti i consiglieri della commissione e si mette in relazione la ‘tempesta perfetta’ con chi, qui dentro, esaltava Guidi e Grandoni. Nel momento in cui la politica si è messa insieme a fare valutazioni sull’economia del passato – che stiamo ancora scontando tutti, con questi provvedimenti- io devo capire chi interviene oggi dicendo un’altra verità da quella firmata da tutti i commissari e mi allineo con chi dice che forse bisogna rivedere alcune funzioni, a partire da Banca centrale. Bisogna trovare un sistema di pesi e contrappesi adeguati  perché si sono avute ripercussioni su tutta la comunità civile che ora deve pagare per esse. È normale che ci sono processi e il signor Guidi non va?

Eva Guidi, Libera

Bene ha fatto il consigliere Zeppa a rileggere il passaggio sulle azioni di responsabilità. Se si vuole fare una ricostruzione onesta, bisogna sicuramente andare a riguardarsele tutte, le pagine della relazione della Commissione di inchiesta. Spiace sentire chi dice che il buco è figlio della gestione ‘di quegli anni’, 2016- 2019, mentre come racconta bene la Commissione di inchiesta il buco è figlio di decenni di malagestione. E nella precedente legislatura in realtà abbiamo dato fine al potere economico che scorrazzava nel paese, ed è stato fatto tutti insieme, con l’operazione di risoluzione. Banca Cis è stata risolta e sono state avviate le azioni di responsabilità. Spiace quando sento la strumentalizzazione sulla gestione 2016-2019 e che ci si dimentica che, se si fosse agito all’inizio della rappresentazioni delle difficoltà di Banca Cis, forse, come ci racconta la commissione do inchiesta, avremmo avuto 30-40 milioni sulle spalle dello Stato e non la voragine che abbiamo oggi a carico dei risparmiatori. Vi chiedo di non dire cose irrealistiche e di strumentalizzare, altrimenti tornerò a richiamarmi sempre sulle considerazioni  finali della Commissione di inchiesta. Sono contenta di sentire da qualche consigliere di maggioranza che si sta pensando ad azioni per dare qualche risposta ai risparmiatori.

Andrea Zafferani, Rf

Nel merito del testo penso, Segretario, sarebbe utile provare a fare quanto fatto nelle situazioni di crisi bancarie passate e cercare di coinvolgere il settore bancario per dare risposte a situazioni problematiche. E’ vero che il sistema bancario è già intervenuto, ma siamo consci che l’operazione che fa lo Stato è ingiusta, e segue semplicemente il fatto che ‘non abbiamo i soldi’, per coprire questi passivi. Tuttavia siamo consapevoli che il mercato secondario di fatto c’è, tanto più per titoli così a lungo termine e tassi fuori mercato, non ci sarebbe una perdita enorme, in capo ai risparmiatori. Sarebbe utile coinvolgere il sistema bancario per trovare una situazione tampone, magari selezionando certe casistiche, per dare una certa liquidità a chi se l’aspettava. Dire che rivedranno i loro soldi tra 15-20 anni lo ritrovo ingiusto. Trovo poi che il titolo dello Stato sia fuori mercato, e lo ha detto anche lei Segretario. Anche nella logica scelta dallo Stato si poteva fare qualcosa di più.  Al di là di questo, si trovi una risposta immediata a questi risparmiatori.

Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze Replica

Pensare che non sia già stato coinvolto il settore bancario, significa che avremmo fatto tutto a scatola chiusa, senza cercare soluzioni. Il problema è che il sistema bancario è stato coinvolto fin dal 2019 ed è intervenuto, ha garantito i 100 mila euro, ha fatto una buona parte, così come in questa operazione di emissione il settore si è impegnato a valorizzare quel titolo attraverso  formulazioni che fa per tutti gli altri titoli, che emette lo Stato. Il settore bancario è pienamente coinvolto, ma non gli si può richiedere cose che non può fare, poi ci ritroviamo il problema di tutto il settore. Qui parliamo di un’ottantina di privati. Il problema è che dobbiamo pensare a 34 mila persone, non solo agli 80 correntisti. Se lo Stato va in default saltano stipendi e servizi per 34 mila abitanti. Così come il governo ha previsto come intervenire anticipatamente: all’articolo 7 si parla dell’unica emissione in cui lo Stato può ritirare anticipatamente i titoli. Tutte le entrate che si faranno con i recuperi Bns, man mano che verranno trasferiti allo Stato e man mano che incassa, può anticipatamente estinguere i debiti e le obbligazioni e lo farà già dal prossimo anno, a fare richiami di titoli, partendo dalle categorie più deboli, dalla prima fascia, andando a salire. Questo il programma per tenere insieme la salvaguardia per 34-35 mila persone e di queste ottantina di persone che hanno questi titoli. A me spiace sentire interventi di livore per questa scelta, se si fosse intervenuti prima del 2019 questi soldi sarebbero stati molto meno.

 

 

Comma 4. Provvedimenti in esecuzione della Legge 18 febbraio 1998 n.30 “Norme Generali sull’Ordinamento Contabile dello Stato”: a) Progetto di legge “Rendiconto Generale dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2021” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio) (II lettura) b) Progetto di legge “Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2023 e Bilanci Pluriennali 2023/2025” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio) (II lettura )

Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze

Quest’anno abbiamo cercato di strutturare il bilancio in modo differente, concentrando articoli con attinenza contabile, perché afferenti a schemi o scelte con impatto economico sul bilancio, mentre tutti gli interventi che ordinariamente, in tutti i bilanci e nelle variazioni di bilancio, miravano a migliorare l’assetto normativo, provenendo da uffici o enti, abbiamo deciso di non inserirli nel provvedimento singolarmente. Per questi abbiamo previsto una serie di deleghe per far sì che con l’intervento del governo ci fossero appositi provvedimenti riferiti alle modifiche di apposite leggi. E non nei vari bilanci o nelle variazioni di bilancio. E’ un esercizio che proviamo per la prima volta. Sicuramente l’acquisizione della delega va migliorata, serve anche una riflessione al di là del bilancio perché l’utilizzo di introdurre norme correttive nell’ambito dei bilanci è dovuta anche all’accelerazione dei tempi di promulgazione.

A livello di bilancio, la norma è in continuità con le scelte fatte nel 2020 d, abbiamo lavorato per tenere in equilibrio le entrate dell’anno con la spesa corrente. Noi abbiamo necessità, per avere equilibrio di bilancio e per ragionare della diminuzione del debito, che questi due valori in consuntivo arrivino a un risultato positivo. Tra le entrate tributarie e spesa corrente abbiamo previsto disavanzo ‘fisiologico’ di circa 16 mln di euro, lo definisco fisiologico perché si è avuta prudenza nella valutazione delle entrate tributarie ed extra tributarie. Nonostante il buon andamento economico c’è infatti incertezza, e siamo stati prudenti nella valutazione delle entrate, mentre nella valutazione delle spese siamo stati leggermente più larghi, per coprire eventuali spese straordinarie che is possono presentare. E’ in equilibrio la gestione di conto capitale, di finanziamenti e rimborsi. Nella spesa corrente abbiamo tutti gli interessi che paghiamo per i finanziamenti, così come abbiamo visto tutti gli interessi che potremmo pagare sul roll over, tenendo conto del massimo rischio. Significa collochiamo ma non riusciamo a ritirare e chiaramente avremo anche interessi attivi- Abbiamo contro bilanciato queste due poste e tutto quello che ritireremo in più migliorerà il risultato di esercizio. Il primo fattore da perseguire è di crearci nel miglior momento possibile una riserva di liquidità per il ritiro del debito nel 2024. Primo obiettivo è mettere in sicurezza e sta a significare che vi è un equilibrio di bilancio tra entrate e uscite. Per quanto riguarda il resto abbiamo fatto rinnovi delle normative già introdotte negli anni precedenti con durata annuale perché hanno avuto risultati positivi e abbiamo dedicato un articolo specifico a questo e alle deleghe. Non troveremo articoli particolari, ma le modifiche richieste da uffici e segreterie di Stato le troveremo in forma di delega raggruppati in un unico articolo.

Eva Guidi, Libera

Non abbiamo la possibilità di entrare di più nello specifico rispetto la volta precedente, non avendo ancora gli emendamenti da parte di governo e maggioranza. Questo ci ha dato solo la possibilità per fare un ulteriore approfondimento sui dati dell’altra volta. E’ un problema che si ripresenta tutti gli anni. Seconda considerazione a livello generale: il Segretario ci dice ci sono interventi strettamente di tipo contabile, alcuni consiglieri di maggioranza la volta scorsa l’avevano definita questa una finanziaria  ‘asciutta’ o ‘tecnica’. Sulle deleghe: ci sono deleghe che non hanno prettamente aspetti contabili. Ci può stare il discorso delle deleghe, spesso si hanno finanziarie omnibus, speriamo che con gli emendamenti non si vada in questa direzione. La critica che abbiamo fatto è che queste deleghe sono così avanti nel tempo che non avranno grossi impatti sull’esercizio prossimo.
Per la parte più specifica, dando un’occhiata a alla situazione che si è presentata, fondamentalmente ha destato maggiore preoccupazione per noi la questione relativa alla liquidità. Il dato più preoccupante è quello sull’andamento della liquidità relativamente all’esercizio 2022, il saldo di liquidità a disponibilità dello stato a maggio 2022 ammontava a circa 46 mln di euro, il che significa che malgrado tutto il prestito internazionale portato a casa nel febbraio 2021, il saldo rispetto la liquidità è di circa 46 mln e per noi risulta molto bassa. E drammatica è la questione della sostenibilità. Il problema della liquidità non riesce a trovare ancora una soluzione quando si andrà a fare rinnovo del prestito. Immaginiamo che per riuscire a far fronte a quel tesoretto, verrà già emesso il rinnovo fino a nuovo ammontare dei 450 mln e potrebbe essere una operazione di trasparenza poterlo avere ben chiaro. Secondo aspetto allarmante- ma questo lo ha anticipato anche lei- la voce ‘quote interessi’ per i finanziamenti hanno un ammontare per 40,5 mln. Legato a questo e alla sostenibilità c’è il fatto che questo debito continua a crescere con il suo rimborso. Malgrado tutto ciò, si hanno interventi di bilancio minimo. E’ una Finaziaria ‘attendista’ per un paese che ricerchi nuove fonti. Se un sistema-paese deve basarsi tutto quanto sul famoso Des, lo riteniamo del tutto insufficiente. Presenteremo vari emendamenti che diano la possibilità di vedere già operazioni per filoni di sviluppo-paese e una serie di emendamenti su transizione ecologica vera e su energia e approvvigionamento idrico e sanità.

Andrea Zafferani, Rf

Ci troveremo a ripetere considerazioni fatte in prima lettura perché non abbiamo ancora avuto contezza di emendamenti e contenuti aggiuntivi. Avevo sottolineato in prima lettura- e lo ribadisco- che il paese vive una situazione tutt’altro che semplice, buona per occupazione e numero di imprese, ma per la vita delle famiglie ci sono tante problematiche, c’è la situazione della sanità, dobbiamo citare poi il tema del costo della vita, dell’inflazione per generi di largo consumo che incidono su bilanci familiari, cui si sommano interventi di riforma che andranno ad aumentare il carico in capo alle famiglie. Se sommiamo questo a interventi che vanno ad erodere ulteriormente i redditi delle famiglie, non è una fase economica positiva. Si conferma questo un bilancio totalmente sostenuto dall’indebitamento che è in potenziale aumento di ulteriori 60 mln, e ritengo sia inevitabile, alla luce dei dati di liquidità dello Stato, segno del fatto che ci stiamo basando su una politica di indebitamento mirato a sostenere un disavanzo, reperiamo liquidità sui mercati e ce la bruciamo. E lo faremo finché dura. Ma non durerà per sempre per un Paese piccolo come il nostro, senza risorse naturali, si arriverà ad un punto in cui nessuno più presterà soldi. Chiederei con grande preoccupazione, un riferimento ufficiale al Segretario, in replica, sul tasso di interesse cui pensa di poter andare sui mercati per il roll over e con quali scadenze. Il Segretario parla di proiezione al massimo rischio e vorrei quantificarlo. Abbiamo poi bisogno di sapere quali sono le entrate reali, non legate all’inflazione che sta crescendo.

Arriva poi l’articolo mille-deleghe, ma senza criteri di indirizzo. Se non cambierà la legge con emendamenti che le daranno qualità  si può notare fin da ora l’assenza di scelte finanziarie che porta con sé, non vediamo scelte di sviluppo. Vediamo partiti che vanno in ordine sparso, dal progetto ‘titani’ a quello Amazon, all’investitore in ambito energetico…Abbiamo una ipertrofia di parole ma in Finanziaria non ci sono stanziamenti per uno sviluppo in determinati settori. E anche il riferimento del Segretario non ha detto niente di più. E poi: cosa volete fare sul tema costo della vita, sul costo demografico, il piano idrico non c’è..spero arrivino emendamenti. L’unica novità è il Des, su cui credo ci sia ‘un po’’ da riflettere, ma non stiamo vendendo scelte di tipo economico che devono dare indirizzo al paese. E’ una legge senza scelte, i debiti aumentano per essere consumati, e quanto pensiamo di andare avanti?

 

San Marino News Agency

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