San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeriggio 1° settembre 2022

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeriggio 1° settembre 2022

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 26 AGOSTO-5 SETTEMBRE

– GIOVEDI’ 1° SETTEMBRE –   Seduta del pomeriggio

 All’indomani dell’approvazione all’unanimità del Pdl “Interventi a sostegno della famiglia”, avvenuta ieri notte,  i lavori consiliari ripartono oggi pomeriggio dalle istanze d’Arengo. Sono quattro quelle discusse dall’Aula e tutte respinte, relative ai temi delle crisi bancarie, del vincolo del mandato parlamentare, su Tlc e infine sulle sanzioni alla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

La prima, l’istanza n.12 “affinché siano resi pubblici gli atti che “definiscono le modalità di fusione, l’accorpamento delle attività e l’assorbimento dei debiti” di Banca del Titano, Credito Sammarinese i Banca del Titano, Credito Sammarinese, Banca Commerciale Sammarinese, Euro Commercial Bank, Asset Banca” è stata respinta con 21 voti contrari e 8 a favore. Il Segretario di Stato per gli Affari esteri, Luca Beccari, motiva il parere negativo della Segreteria per le Finanze e del congresso di Stato. “Stiamo parlando di atti che non sono nella disponibilità del governo, sono atti fra privati, non avremmo modo alcuno di poterli pubblicare da un punto di vista legale, mentre da punto di vista sostanziale- prosegue- ricordo che le istanze citate in questa erano antecedenti al lavoro importate delle Commissioni di inchiesta su tutto il tema crisi bancarie, oggetto di dibattito e di una relazione”. Pertanto, “Reiterare questa richiesta è qualcosa non più aderente alle esigenze del 2018 e de 2020”, prosegue. In più “sappiamo che poi sono coinvolti in questi fatti dei procedenti penali- aggiunge infine- lasciamo lavorare la magistratura e vediamo cosa ne scaturirà”.

Per Emanuale Santi, Rete, l’istanza “chiede trasparenza e poter avere atti di fusione delle banche andata in default e noi stessi, come movimento- chiosa- abbiamo da sempre chiesto chiarezza su questi atti”.  Però la richiesta è in qualche modo superata perchè “dal 2020 ad oggi qualcosa è cambiato- puntualizza Santi- nel mezzo c’è stata una commissione di inchiesta che ha avuto modo di avere accesso alla documentazione cospicua su tutte le crisi bancarie che l’ha tradotta in una relazione e in tutta una serie di dati e informazioni”.

            Più partecipato il dibattito sull’istanza d’Arengo n.7 , relativa al vincolo di mandato, volta a “richiedere la modifica del Regolamento Consiliare prevedendo, per i Consiglieri che si distaccano dalla lista di appartenenza, il solo compenso per la partecipazione alle sedute consiliari e, per il Gruppo misto, la partecipazione alle Commissioni Consiliari Permanenti solo in veste di uditore”.  

Il Segretario di Stato per gli Affari Interni, Elena Tonnini, comunica di demandare la decisione- inerente al regolamento consiliare- al Consiglio grande e generale, nel rispetto del principio di separazione dei poteri e si dà lettura del parere della Segreteria Istituzionale che sottolinea come l’ordinamento sammarinese non contempli il vincolo di mandato.   

È unanime la contrarietà alla proposta degli istanti da parte dei consiglieri che prendono parola.

Per Filippo Tamagnini, Pdcs, l’assenza del vincolo di mandato va assolutamente difeso:  “E’ qualcosa a garanzia della cittadinanza e della libertà politica di chi partecipa al lavoro di quest’Aula- spiega- non è possibile menomare i diritti di un consigliere solo per distacco dal proprio gruppo di appartenenza che può avvenire per tanti motivi diversi”. “E’ imbarazzante come arrivino queste proposte- lamenta Rossano Fabbri, Mis- poi non partono da un cittadino che può non conoscere le norme, ma da un ex segretario di Stato, nonché attuale funzionario, unico firmatario dell’istanza, per fare perdere tempo alla Segreteria istituzionale e agli uffici”.  “Il mandato consigliare è personale, ognuno di noi fa un giuramento che impegna sé stesso e non c’è nessuna giustificazione del tipo ‘l’ho fatto perché lo dice il partito’- osserva Pasquale Valentini, Pdcs- Se viene meno questo principio, la democrazia se ne va”.  Per Giuseppe Maria Morganti, Libera, chiedere di impedire a un consigliere di partecipare a una commissione significa “togliere il potere di essere un consigliere”.  In definitiva “è un’assurdità grande- rimarca- questa istanza non doveva neppure essere ammessa, fa i pugni con la nostra costituzione”. 

Gerardo Giovangoli, Npr, fa notare che non solo non esiste a San Marino vincolo di mandato, ma “come principio è inapplicabile”. Differente, secondo il consigliere, è la questione economica su cui invita a discutere: “Qui si può riflettere, se quando si esce da un gruppo ci si porta dietro una certa porzione di valore che incide sul partito”. A riguardo è contrario Iro Belluzzi, Libera, perchè “alla lista rimane il contributo che spetta alle liste e ai consiglieri il contributo che spetta ad ogni consigliere”. Contraria anche Michela Pelliccioni, Dml:  “Non può essere accettabile in alcun caso limitare l’attività e la libertà di decisione di un consigliere”.  Più soft l’approccio di Emanuele Santi, Rete che ricorda come le istanze possano essere presentate anche da una sola persona  e “abbiamo dovere di rispondergli”. Inoltre: “Qui si parla di venire meno del contributo economico- fa notare- e potrebbe essere un deterrente affinché non si lasci il gruppo” .Quindi sulla parte economica “si può aprire un ragionamento”, mentre “diverso è mettere in dubbio il diritto di esprimere un voto”, per cui il movimento Rete annuncia di respingere l’istanza che infatti ottiene 34 voti contrari e un non votante.  

Respinta anche l’istanza n.11 “affinché sia approntato un studio sulla tecnologia di rete satellitare Starlink e sia predisposta una normativa in materia”, con 23 voti contrari, 2 favorevoli e 2 non votanti. Stessa sorte infine per l’istanza n.24, affinché la Repubblica di San Marino esprima una chiara e inequivocabile neutralità in merito al conflitto russo-ucraino e siano revocate le sanzioni economiche nei confronti della Russia, con 22 voti contrari e 8 astenuti. Parere contrario all’istanza è espresso per il governo da parte del Sds Beccari: “La neutralità è aspetto sacrosanto e ha diverse declinazioni. San Marino non partecipa al conflitto, non supporta nessuna delle parti in causa, non fornisce armi”. Il Titano “deve seguire un percorso di estraneità al conflitto e di promozione delle misure di ritorno al dialogo e cessazione delle ostilità- manda a dire- ma non può non prevedere sanzioni ed  esporsi al rischio di essere visto come uno stato che va a favorire transazioni non ammesse nei paesi che ci circondano”.  Diversamente, per Alessandro Bevitori di Libera, di fatto le sanzioni non hanno contribuito alla conclusione del conflitto e anzi, “si sta andando in direzione opposta”. Preoccupa inoltre l’interruzione dei visti turistici ai Russi da parte dell’Ue: “Privandoci di turisti russi, che sicuramente ripudiano la guerra, non facciamo altro che alimentare il senso di astio, inoltre l’impoverimento dell’area euro dovrebbe portare a riflettere tutti i paesi europei”. Di qui l’invito “a fare un ragionamento coma Aula e governo, perché sicuramente si sta andando dalla parte sbagliata”.”Noi non abbiamo preso la decisione di limitare l’accesso a turisti russi- fa notare Gerardo Giovagnoli, Npr- e non mi sembra che queste sanzioni, se andiamo a guardare l’aspetto economico, abbiano portato a tutti questi effetti nefasti, a dimostrazione del fatto che i nostri riferimenti sono altrove”.  Infine, Giuseppe Maria Morganti, Libera, fa notare che “il mondo intero si sta accorgendo che la strategia politica cui abbiamo aderito non produce la pace, il conflitto si è sclerotizzato, la popolazione sta soffrendo, possono essere messe a rischio strutture civili che producono energia con il nucleare. E poi è eclatante la crisi energetica che produrrà su tutta Europa”.    

            Concluso l’esame delle istanze d’Arengo, l’Aula passa alla presentazione in prima lettura del Pdl di iniziativa popolare  “Tutela della quiete pubblica nei centri storici e nei centri abitati della Repubblica di San Marino”, di cui dà lettura della relazione illustrativa la dott.ssa Simona Capicchioni.

            “Al fine di contemperare le esigenze dei residenti ed ospiti nei centri storici e nei centri abitati nella Repubblica di San Marino e della attività turistiche e commerciali ivi operanti, come già avviene in realtà turistiche anche della vicina Riviera romagnola, si propone di regolamentare le iniziative e gli intrattenimenti tipici del periodo estivo- ma non limitatamente all’estate- per quel che riguarda le soglie di rumore e gli orari entro i quali queste possono svolgersi. Ciò per garantire non solo ai residenti il diritto alla quiete, ma anche per tutelare la tranquillità dei turisti che soggiornano negli alberghi di San Marino”. In sostanza, “Questo Pdl si propone di riportare misura ed equilibrio e decoro che scongiurino l’abbandono dei centri storici da parte dei residenti e anzi incentivino l’implementazione della residenza e forme di turismo ad alto livello” (…). In contrasto con questa filosofia, nell’ultimo biennio assistiamo ad una escalation di deregolazione che ha reso San Marino una sorta di villaggio turistico di giorno e di discoteca diffusa open air la notte, con musica ossessiva anche durante le ore diurne che produce effetti di risonanza in una pianta cittadina particolarmente predisposta agli echi naturali. Abbiamo assistito ad eventi in Cava disturbati dalla musica dei locali, per esempio Di notte abbiamo registrato fenomeni di ordine pubblico, finora sconosciuti nella Terra della Sicurezza, oltre che della Libertà, che sono addirittura sfociati, con i fatti del maggio 2021, in gravi tafferugli e violenze private. Bar trasformati in arene per concerti e discoteche a tutti gli effetti con emissioni sonore da stadio… i dehors sono diventati invasivi nelle zone monumentali e dei luoghi della comunità. Il problema come sempre è quello dunque degli equilibri. Un piano troppo aggressivo è quello dell’animazione di un centro cittadino che non si riconosce in questa nuova veste ‘ibizenca’ e che andrebbe riequilibrato contemperando le esigenze di tutti i soggetti coinvolti. A tal fine è stato indagato il quadro normativo italiano, in più particolare della Regione Emilia Romagna, per confrontare problemi e soluzioni. Quindi i regolamenti di Rimini, Riccione, Cattolica, che prevedono un’inizio della musica non prima delle 17 e l’ancora più restrittivo regolamento di Santarcangelo, cittadina che forse somiglia di più alla nostra realtà. Per tutto quanto sopra, i cittadini sammarinesi hanno preso l’iniziativa a favore del decoro e della quiete pubblica utilizzando l’iniziativa legislativa popolare.  La legge si propone di superare empasse e vuoti normativi (…)”

Il Segretario di Stato per gli Affari interi avvia un dibattito partecipato, in cui tutti i consiglieri riconoscono la necessità di regolamentare gli eventi e il loro livello sonoro, al pari delle località turistiche vicine. Da parte del Sds Tonnini viene anticipata la volontà di “lavorare per trovare un punto di equilibrio” tra le esigenze dei residenti e degli operatori commerciali dei centri storici e in particolare della Capitale. “La sintesi tra i due interessi contrapposti deve trovare soluzione attraverso la condivisione di regole”, condivide e prosegue spiegando che sui contenuti del Pdl ha richiesto pareri alle forze dell’ordine – Polizia di Stato e Gendarmeria- e all’ufficio Protezione ambiente e vigilanza e infine alla consulta della Giunte di Castello, ognuno dei quali ha fornito consigli e contributi di natura applicativa e tecnica.  “L’impegno di questa Segreteria- annuncia Tonnini- sarà quello di mettere al tavolo tutti gli attori, raccogliere gli spunti che potranno arrivare già da questa prima lettura, in modo da metterci al tavolo e lavorare a una normativa che effettivamente cerchi di trovare una sintesi tra questi interessi contrapposti”.

 Terminata la presentazione del Pdl di iniziativa popolare, si torna ad affrontare il Comma comunicazioni, con la lettura dell’Ordine del giorno di Libera per la presentazione – entro settembre 2022 – alla competente Commissione Consiliare di un piano di interventi per mitigare i costi degli approvvigionamenti. L’orientamento del governo è di ritenerlo non accoglibile. “Pur condividendo la preoccupazione e il contenuto, forse è difficilmente accoglibile oggi- motiva il Sds per l’Industria Fabio Righi- perché impegna il congresso a presentare dei lavori e piani rispetto a determinati punti che sono in corso di elaborazione”. Piuttosto Righi propone di prevedere un riferimento in Commissione. Dalle dichiarazioni di voto la maggioranza esprime dunque contrarietà all’Odg, favorevole invece Libera. “Sinceramente non comprendiamo quale sia la ragione per cui maggioranza e governo abbiano indicato di respingere questo Odg”, stigmatizza infine Sara Conti di Rf. “Ci avete elencato una serie di azioni già messe in campo o che avete in mente di mettere in campo che vanno nella direzione di trovare la soluzione alle problematiche elencate nello stesso Odg.  Perché non rendere noto all’Aula qual è  questo piano per l’emergenza? Alla fine verremo a saperlo da interviste dei Segretari di Stato ad Rtv”.   L’Odg di Repubblica futura viene infine respinto a maggioranza e la sessione consiliare si conclude in anticipo.

San Marino News Agency

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