La Voce di Romagna San Marino: Cronaca. In Congresso consegnato un documento sui fatti avvenuti lo scorso 26 aprile, dopo la sua segnalazione a Rovereta / Relazione sulla toccata e fuga di Vallefuoco / Come si mossero Tribunale e Gendarmeria. Il mandato di cattura spiccato in giornata
Il mancato fermo di Vallefuoco è rimbalzato ieri mattina nella settimanale riunione di governo.
Stando alle indiscrezioni, i fatti avvenuti lo scorso 26 aprile, sono stati messi nero su bianco in una relazione consegnata al congresso.
Vallefuoco è indagato nell’ambito dell’inchiesta per riciclaggio della Procura di Napoli – la stessa indagine che ha coinvolto il notaio sammarinese Livio
Bacciocchi e la finanziaria FinCapital – ma ha un’indagine aperta anche a San Marino per l’attività di ‘recupero crediti’.
Lo scorso 26 aprile è stato segnalato in Repubblica.
Attorno alle 8,30/8,45, si ferma in una stazione di servizio a Rovereta, a ridosso del confine. Viene riconosciuto e subito parte la segnalazione alle forze dell’ordine.
Sul territorio sammarinese non c’è un mandato di cattura nei suoi confronti, solo nel corso della giornata da parte della magistratura la lacuna viene colmata. ()
Alle 9,30 uno dei due magistrati che segue il troncone d’indagine sammarinese viene allertato da un militare che si stava recando sul posto, dove era stata segnalata la sua presenza.
Vallefuoco starebbe cercando il telefono di una persona.
Il magistrato segnala la chiamata al magistrato dirigente che convoca anche l’altro collega che segue l’indagine.
A riunione in corso, visto che in Tribunale c’è un ufficiale della Gendarmeria questi viene chiamato a partecipare all’incontro e informato sulla necessità di rintracciare Vallefuoco e in caso positivo di darne immediata comunicazione ai due magistrati competenti. La presenza di Vallefuoco in territorio, poco dopo la revoca della misura cautelare in Italia, costituisce un fatto nuovo.
Passa del tempo e uno dei due magistrati contatta il militare per conoscere l’evoluzione della situazione e apprende che non sta più andando a Rovereta, ma all’abitazione della persona di cui Vallefuoco ha chiesto il telefono.
Preoccupato perché nessuno stava monitorando il confine, il magistrato avrebbe contattato un ufficiale della Gendarmeria e un secondo, quest’ultimo per tenere sotto osservazione la zona di Dogana.
Il finale è noto: di Francesco Vallefuoco si perdono le tracce.
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