San Marino. Esercizio abusivo dell’attività finanziaria, assolto

San Marino. Esercizio abusivo dell’attività finanziaria, assolto

Assolto dall’accusa di esercizio abusivo dell’attività finanziaria

I legali Biagioli e Belloni: “Nel dibattimento sono emerse delle anomalie nella segnalazione fatta da Bcsm”

Antonio Fabbri

Si conclude con l’assoluzione per insufficienza di prove il processo a carico di Antonio Cavalli, che era accusato di esercizio abusivo dell’attività finanziaria. La segnalazione, che portò al procedimento penale, era partita dal responsabile del private banking di Banca di San Marino, uno dei due istituti di credito, assieme a Ibs-Bac, dove la società Progetti aveva i suoi conti.

La segnalazione passò a Bcsm e, dopo il vaglio della Vigilanza, venne presentato esposto al Tribunale dall’allora direttore Lorenzo Savorelli. Dopo diverse udienze, però, sono emerse dalle testimonianze, perizie e documentazioni che hanno fatto vacillare la contestazione nei confronti di Cavalli per attività finanziaria abusiva. Piuttosto è emersa una attività di consulenza. Così ha rilevato anche il Procuratore del fisco Roberto Cesarini. “Va fatto riferimento – ha detto richiamando alcuni precedenti – alla differenza tra attività di consulenza finanziaria e gestione finanziaria. La differenza è nella sussistenza o meno di uno spazio di autonomia decisionale del consulente”. Di qui la richiesta del Pf che, non rilevando la completa prova della responsabilità per una attività di gestione finanziaria, ha chiesto “l’assoluzione con formula dubitativa”.

Di seguito, nella sua arringa difensiva, l’avvocato Carlo Biagioli ha rilevato come nelle relazioni di Bcsm ci fossero diverse anomalie. In particolare “questo procedimento penale – ha detto l’avvocato Biagioliè frutto di una e-mail inviata dal funzionario Fabio Mazza con un parere astratto. Lo spaccato di questo parere, poi, è stato riportato continuamente negli atti successivi come elemento essenziale per questo procedimento penale. In realtà, in questo dibattimento, è emerso che quanto astrattamente scritto in quelle relazioni, non trova riscontro nel sottostante reale che nel dibattimento è venuto alla luce”.

La ricostruzione dal punto di vista tecnico è stata affidata all’avvocato Antonio Belloni che ha sottolineato: “Banca centrale non ha fatto niente come soggetto vigilante per due mesi. Non ha agito eventualmente per fermare in via preventiva una attività che riteneva non corretta. Ma non è questo che la legge indica per Bcsm. L’autorità di vigilanza non può dire: non facciamo niente e poi segnaliamo all’autorità giudiziaria. Ci sono tanti errori e tante approssimazioni che hanno reso difficile anche il lavoro dell’inquirente. Non voglio usare la parola che lo stesso inquirente è stato tratto in inganno da Bcsm, ma poco ci manca”, ha detto l’avvocato Belloni, chiedendo quindi l’assoluzione. Assoluzione che nella sentenza del giudice Roberto Battaglino è arrivata.

Soddisfazione evidente dell’imputato e dei suoi legali.

 

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