San Marino. Giustizia, verbali:’Odg delle opposizioni e il disegno del colpo di Stato

San Marino. Giustizia, verbali:’Odg delle opposizioni e il disegno del colpo di Stato

L’informazione di San Marino

Giustizia, quell’Odg delle opposizioni che attuava il disegno del colpo di Stato

Un unico intento lega quanto emerge dai verbali all’ordine del giorno proposto nell’ultimo consiglio che mirava a “commissariare” la magistratura

 

E’ nelle battute che seguono il riferimento del magistrato dirigente, nella seduta della Commissione affari di giustizia del 22 novembre 2017, che il teorema viene alimentato, ingrandito, attuato. Le dichiarazioni fatte e contenute nell’addendum – che in seguito saranno smentite dal Consiglio giudiziario plenario, dai diretti interessati o da provvedimenti di archiviazione – sono però utilizzate dall’opposizione in maniera strumentale per costruire il teorema del “colpo di Stato”, di cui accusa gli altri ma che essa stessa pone in essere.

I fatti così montati sono usati dall’opposizione per sostanziare invettive, denunce o esposti contro colleghi consiglieri, Segretari di Stato, magistrati. Non solo. Le accuse, fumose insinuate e adombrate, vengono poi ripetute in conferenze stampa, sottolineando che ci sono i gravi contenuti che però debbono rimanere segreti.  L’opposizione in sostanza dice: fidatevi di noi, sono accadute cose così gravi, tanto che abbiamo fatto denuncia. Questo ha alimentato una progressiva vulgata del sospetto che ha portato discredito e sfiducia sul tribunale. La responsabilità della caduta della fiducia nelle istituzioni, dunque, è di chi ha alimentato pubblicamente e in maniera reiterata il sospetto, denigrando e fomentando un teorema sulla base di informazioni poi rivelatesi false (vedi sotto).  

Fa sorridere, se non fosse un ingranaggio inquietante di quel meccanismo finalizzato a ribaltare le istituzioni, che sulla base di affermazioni enunciate senza prove, un commissario di opposizione, seguito a ruota da altri due, sia andato a denunciare alla gendarmeria dei fatti dei quali è stato informato dal magistrato dirigente di quel tribunale dove le sue denunce sarebbero poi finite. Che bisogno c’era – se non quello di creare una sceneggiata ad uso politico-mediatico su una situazione poi rivelatasi infondata – di presentare denunce in gendarmeria su informazioni provenienti dal Tribunale che avrebbe dovuto procedere autonomamente? La risposta a tale domanda non è mai stata data. Eppure la volontà dell’opposizione di gestire il tribunale, emerge in maniera ancor più esplicita dall’ordine del giorno presentato, e bocciato, nell’ultimo consiglio. Quell’ordine del giorno, se approvato, avrebbe davvero avallato una sorta di “colpo di Stato” da parte della minoranza.

Basta leggerlo per comprendere come contenga il ribaltamento delle decisioni prese dal Consiglio giudiziario plenario; l’ingerenza politica nella assegnazione dei fascicoli e nel normale e fisiologico iter degli stessi; il commissariamento dell’attività del Dirigente del tribunale; l’ingerenza nell’organo di autogoverno  della magistratura sammarinese; l’azzeramento dei provvedimenti da prendere sul problema dell’arretrato e di conseguenza la sconfessione delle relazioni sullo stato della giustizia. Insomma portato, quello sì, alla gestione politica del tribunale.

L’ordine del giorno proposto dall’opposizione, oltre a cancellare l’imprescindibilità di “porre in essere ogni soluzione idonea a far sì che l’attività giurisdizionale venga definita entro i termini di legge”, fregandosene quindi di proporre soluzioni alle centinaia di casi di denegata giustizia causata dalla prescrizione dei fascicoli, avrebbe fatto saltare completamente l’autonomia della magistratura.

Le opposizioni volevano infatti dare mandato alla Commissione affari di giustizia – spacciando falsamente l’azione come finalizzata a ristabilire il clima di fiducia –  di portare nel Plenario una risoluzione che imponesse  al Dirigente, di fatto commissariandolo e sottraendogli l’autonomia operativa, di provvedere “ad assegnare altri uditori a sostengo di quei magistrati che presentino maggiore arretrato, al fine di evitare qualsiasi forma sanzionatoria e rimarcando la non trasmissibilità e fascicoli già assegnati al giudice naturale ad altro giudice”. L’ordine del giorno, cioè, avrebbe ingerito ed impedito in tal modo anche l’applicazione della legge nei casi in cui la trasmissibilità dei fascicoli è prevista e necessaria.

Che anche questo recente Odg proposto dall’opposizione sia l’evoluzione dell’inconfessabile disegno che emerge anche dai verbali della Commissione giustizia, appare evidente.

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