San Marino. Il segretario Pedini Amati: “Chi è contrario all’Accordo Ue, non potrà far parte della coalizione futura di governo”

San Marino. Il segretario Pedini Amati: “Chi è contrario all’Accordo Ue, non potrà far parte della coalizione futura di governo”

Si è aperto nel Consiglio Grande e Generale, questa mattina a Palazzo Pubblico di San Marino, il dibattito sulla “Presentazione del documento programmatico relativo all’implementazione dell’Accordo di associazione con l’Unione europea” con l’illustrazione affidata al segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari.

“Il documento che presentiamo oggi mette a fuoco una serie di interventi propedeutici all’implementazione dell’Accordo di associazione all’Unione europea. È in corso di completamento l’attività di predisposizione di un testo pilota che sarà già condivisibile e pubblicabile non appena disponibile. Sono tempi tecnici che dipendono dalla Commissione: ci aspettiamo di ottenerlo tra la fine di marzo e la prima metà di aprile”, ha dichiarato in Aula il segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari.

Sulle azioni da mettere in campo: “Io vedo un potenziamento della missione a Bruxelles. Occorre assicurare del personale stabile in quella posizione. Ma vedo anche una riorganizzazione della Pubblica amministrazione per la gestione dell’accordo”.

E ancora: “Occorre fare una scelta relativa alla strutturazione dell’authority. Quali servizi mettere in un concetto di esternalizzazione”.

“Sarà fondamentale – ha rimarcato Beccari – andare a definire un passaggio di verifica di conformità perché non possiamo permetterci di fare leggi che ci discostano dall’acquis”.

“Sulla Corte di Giustizia: dobbiamo cominciare a gestire alcuni passaggi. Le nostre regole di procedura andranno integrate da una parte per quello che riguarda il riconoscimento delle sentenze, dall’altra per consentire al nostro Tribunale di avvalersi della Corte”.

“Ci sono – ha proseguito il segretario di Stato per gli Affari Esteri – alcune riforme che possiamo e dobbiamo fare a prescindere dall’Accordo”. A cominciare da “quella sulle residenze”.
Importante sarà “ripensare il regime concessorio. La concessione non può essere soggetta alla discrezionalità politica. Quanto al comparto finanziario, “le nostre banche vogliono entrare in Europa, ma dobbiamo aiutarle, attraverso una strategia Paese, ad accelerare quel percorso”.

Successivamente sono intervenuti, uno alla volta, alcuni dei parlamentari rappresentanti dei partiti sammarinesi di maggioranza e opposizione nel Consiglio Grande e Generale.

Pasquale Valentini (Pdcs) ha chiesto che l’anno in corso non vada sprecato e, per questo, ha sollecitato l’adozione di un “programma di attuazione operativo”. La condivisione non deve essere “di un partito, ma del Paese intero”.

“L’8 e il 9 giugno in Europa ci saranno le elezioni. Cambierà l’assetto del Parlamento e forse della Commissione. Siamo sicuri che la firma dell’accordo non subirà ulteriori ritardi?”, ha detto preoccupato Giuseppe Maria Morganti (Libera).
“Fondamentale è far partecipare i cittadini ai processi decisionali” mettendo quindi al centro la “Commissione Mista”, ha aggiunto.
Quindi Morganti ha aperto a una valutazione sulla possibilità di finanziare i fondi europei vista la possibilità, per San Marino, di accedere a risorse in settori strategici.

“Una delle direttrici principali è investire nella conoscenza, dunque nella formazione”, è stata l’indicazione del segretario di Stato per la Giustizia e la Famiglia, Andrea Belluzzi.
Per quanto riguarda le segreterie di Stato, “penso a una vera e propria delega agli Affari Europei che, nulla togliendo agli Affari Esteri, parli sia alla pubblica amministrazione che al mondo economico”.

Per Nicola Renzi (Rf), ci sono dei nodi da sciogliere. “Quando avverrà con certezza la firma definitiva? Nell’iter di ratifica, è previsto o meno un referendum? Terza cosa: se c’è un Consiglio Grande e Generale che vuole farsi carico o meno di una ratifica”.
“C’è la volontà tra le forze politiche di tracciare una road map vera? Altrimenti tutto diventa vuota retorica”, è stata l’analisi di Renzi, ma “nell’affrontare il tema del sistema bancario e finanziario, avrei voluto maggiore coraggio”.

Per Lorenzo Bugli (Pdcs), “non ci si può approcciare all’Accordo con la mentalità degli anni Novanta. Non si può andare verso questa sfida con una mentalità che è distruttiva”.

“Chi non è d’accordo con la firma dell’Accordo di associazione, è bene che lo dica subito perché non potrà far parte della coalizione di maggioranza futura”, è stato il messaggio rivolto all’Aula dal segretario di Stato per il Turismo, Federico Pedini Amati.

“Non possiamo continuare a rimanere isolati dal resto del mondo”, ha detto Michele Muratori (Libera), suggerendo che il Liechtenstein sia il modello “al quale dobbiamo fare riferimento”.

Per Giovanni Zonzini (Rete), l’obiettivo, in ambito finanziario, è riuscire “in maniera non traumatica ad avere un sistema bancario che presti denaro a tassi di interesse simili a quello che avviene fuori dai nostri confini: questo consentirebbe enormi prospettive di crescita”.

Clicca qui per leggere cos’altro è successo durante i lavori consiliari di questa mattina

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