San Marino. In una situazione di caos, nominati i due nuovi Segretari di Stato

San Marino. In una situazione di caos, nominati i due nuovi Segretari di Stato

Con 31 voti Gian Nicola Berti e Mariella Mularoni agli Interni e Sanità

L’asterisco della discordia, in serata, investe pure la Reggenza. Addirittura il consigliere di Rete, Paolo Rondelli, adombra il sindacato perché il Reggente Alessandro Scarano non ha consentito la replica al consigliere Giovanni Zonzini, il quale aveva poco prima chiesto come fosse da considerare quell’asterisco e se la seduta dovesse essere interrotta essendo le 20. La domanda è stata considerata come replica e quindi niente intervento ulteriore.

La convulsa situazione fa tuttavia prendere atto del fatto, già paventato e sottolineato nel corso del dibattito e di nuovo sollevato dal consigliere Rondelli, che i numeri scarseggiano da subito. Si deve quindi votare entro la serata perché l’indomani, una trasferta di due consiglieri, farebbe venire meno i numeri necessari. Vulnus non da poco per una maggioranza di 32. Vulnus che si manifesterà anche nella composizione degli organismi se, con l’ingresso di Alessandro Rossi, verrà costituito il gruppo consiliare di Demos.

Replica alla posizione di Rondelli il consigliere Rossano Fabbri: “Le minacce o comunque le supposizioni di sindacato, credo che richiedano delle scuse”. Comunque, alla fine i due Segretari di stato, Mariella Mularoni alla Sanità e Gian Nicola Berti sono stati nominati, entrambi con 31 voti a favore, più uno di un consigliere non eletto nelle fila della maggioranza, Rossano Fabbri, un astenuto, il diretto interessato, e 7 voti contrari dei consiglieri di ReteLibera e Repubblica futura hanno lasciato l’aula.

Prima della nomina in mattinata il dibattito sulle nomine dei nuovi Segretarti non era partito benissimo, tanto che la maggioranza si era “dimenticata” di presentare formalmente i due candidati. Il primo a prendere la parola è Emanuele Santi di Rete, ma la seduta viene interrotta per qualche minuto affinché un esponente di maggioranza presenti i nuovi segretari di Stato: lo fa Gian Carlo Venturini del Pdcs.

Riprendono poi gli interventi. 57 gli iscritti a parlare. L’opposizione attacca in particolare sulla legittimità del nuovo esecutivo con la maggioranza che rispedisce le accuse al mittente. Il segretario di Stato per le Finanze Marco Gatti precisa che la legislatura si concluderà comunque in anticipo una volta centrati gli obiettivi prefissati, in particolare accordo di associazione con l’Ue ed equilibrio di bilancio.

Nel pomeriggio la seduta del Consiglio grande e generale riprende. La prima è Elena Tonnini di Rete, che sostiene che il Movimento sarebbe tornato subito alle elezioni e torna a chiedere il ritorno alle urne perché il governo è finito. Questo è l’esecutivo “del ricatto e del baratto”, lanciando l’auspicio che i due nuovi segretari di Stato non cedano a questo metodo.

Libera e Repubblica futura tornano più volte sui dubbi di legittimità del nuovo governo chiedendo che vengano fatti gli approfondimenti del caso, dubbi che cerca di dissipare la maggioranza. I due partititi di opposizione insistono anche sulle cose da fare e sulla mancanza in merito di una visione comune nelle forze di maggioranza. Criticando anche la scelta del nuovo segretario di stato per gli Affari interni Gian Nicola Berti. “Berti è uno stimato avvocato ma la scelta ci lascia perplessi – non manca di rilevare Sara Conti di Rf – ha presentato un odg per spedire in tribunale un’istanza d’Arengo dell’Unione donne sammarinesi e ha attaccato l’associazione. Senza dimenticare il festino in via Giacomini durante la pandemia cui ha partecipato”.

“Questo è il fallimento della maggioranza, il 2022 doveva essere l’anno delle riforme e non sono state fatte”, ha aggiunto Nicola Renzi. Dal canto loro Democrazia cristiana e alleati ribadiscono la volontà di affrontare i temi dell’associazione con l’Ue , dell’assestamento di bilancio e della Finanziaria. “Ci sono tante cassandre. Clientelismo, maggioranza finita, Paese al caos, stiamo calmi. Siamo un po’ stanchi, da un mese lavoriamo per stabilizzare la maggioranza, ma il governo non è finito”, mette in luce Francesco Mussoni del Pdcs.

Il dibattito prosegue anche dopo le 20. Nel frattempo Libera ha depositato un odg in materia di accordo di associazione con l’Unione europea che chiede al governo di “proporre in sede consiliare un apposito dibattito che, alla luce de dati del negoziato svolto fino a ora, individui con chiarezza le opportunità che l’accordo genererà e gli strumenti che lo Stato intende mettere in campo affinché l’intero Paese possa prepararsi ad affrontarle positivamente”.

“Ognuno rimane sulla propria visione – dice Mirko Dolcini di Dml – non rimane che dare la parola ai fatti. Abbiamo davanti un anno di legislatura e saranno i fatti a stabilire chi ha ragione”. Fatta la nomina, comunque, quello dei numero non sarà un problema da poco.

Nel quadro dei movimenti consigliari, per la cronaca, Marco Nicolini che è rimasto in maggioranza e ha annunciato il suo ingresso da indipendente nel gruppo della Dc. A fargli notare una certa incoerenza con il fatto che nel Consiglio d’Europa sia nel Gruppo della sinistra unitaria europea, mentre a San Marino entri nel gruppo del partito più conservatore della Repubblica, è il suo amico Roberto Ciavatta… ma di fronte al caos che si è già manifestato in Consiglio, questo appare proprio l’ultimo dei problemi.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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