San Marino. Riciclaggio da 490mila euro. Due assoluzioni e due condanne

San Marino. Riciclaggio da 490mila euro. Due assoluzioni e due condanne

Per l’accusa il denaro era frutto di bancarotta e reati tributari. Per la difesa, che presenterà appello, veniva da legittima esecuzione immobiliare

ANTONIO FABBRI. Si è chiuso con due condanne e due assoluzioni il processo a carico di quattro persone, fratello e sorella sammarinesi e fratello e sorella torinesi, che erano accusati di riciclaggio di denaro frutto, secondo l’accusa, di appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta, reati tributari posti in essere da Giovanni Cozzo o da componenti della famiglia Cozzo. Assolte dunque le sorelle, Amy Maria Berti e Cristina Cozzo, mentre sono stati condannati i fratelli Mark Pasquale Berti e Daniele Cozzo, rispettivamente a 4 anni e 4 mesi e a 4 anni e 2 mesi. Il processo trattava di una somma di 490mila euro che è stata movimentata ed è giunta dopo vari passaggi sul conto sammarinese dove erano stati trasferiti in due tranches i soldi da una società canadese da un conto alle Mauritius. Il tutto per l’acquisto di quote della società lussemburghese. I fondi poi, dal conto sammarinese erano stati poi trasferiti in altri conti di banche sammarinesi e di altri stati.

Fin qui i fatti come descritti nell’imputazione. Nelle diverse udienze sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui il di- rettore dell’Aif Nicola Muccioli che ha ricostruito le ritenute anomalie delle movimentazioni, ma anche l’avvocato che ha seguito per conto del tribunale di Alessandria, una esecuzione immobiliare dalla quale, hanno evidenziato le difese, proveniva il denaro.

Le conclusioni della procura fiscale “Gli odierni imputati – ha affermato il Procuratore del fisco Giorgia Ugolini – devono rispondere di riciclaggio perché occultavano su conto corrente presso BancaCis denari frutto di reati di bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita”. Condotta di occultamento commessa fino alla data del 27 maggio 2019. Il Pf, dopo aver richiamato le conclusione dell’Agenzia di informazione finanziaria, ha ritenuto che fosse provata la penale responsabilità, ma solo nei confronti di Mark Pasquale Berti e Daniele Cozzo, chiedendo a loro carico una condanna a 4 anni e 4 mesi di prigionia, 6000 euro di multa, interdizione per due anni e spese di giustizia, oltre alla confisca delle somme sequestrate più interessi.

Chiesta dal Pf, invece, l’assoluzione per le due sorelle, amy Maria Berti e Cristina Cozzo, per le quali non risulta sussistente la prova dell’elemento soggettivo.

Le arringhe della difesa Ha esordito l’avvocato Rossano Fabbri: “Il punto di questo procedimento penale è che l’origine della somma è chiarissima. Non possono essere fatte supposizioni. Fin dall’inizio questa difesa ha sottolineato come la somma fosse proveniente da una esecuzione immobiliare del tribunale di Alessandria. Come facciamo allora a dire che questa somma è tutta illecita? In parte arriva dalla Carrera Srl che ha acquistato parte dei beni esecutati”. Altra parte da una società di Daniele Cozzo, che però non aveva alcun impedimento a  partecipare all’esecuzione giudiziaria. “Se il tribunale di Alessandria ha ritenuto tutto questo legittimo, non vedo perché noi da quaggiù dobbiamo ritenere il contrario”, ha detto l’avvocato Rossano Fabbri. “La provvista che arriva nella Repubblica di San Marino è dunque pienamente lecita. Quindi non possono che condurre con la richiesta di assoluzione per insussistenza dell’elemento oggettivo e dell’elemento soggettivo del reato. Chiedo la revoca del denaro sequestrato”.

Ha fatto eco l’avvocato Roberto Ariagno, del foro di Torino, “Non possiamo addebitare a chi oggi è imputato a eventuali condotte illecite di altri. La norma precede che chi movimenta il denaro deve sapere essere di provenienza illecita, e non è così. Quella procedura immobiliare presso il tribunale di Alessandria non ha niente di anomalo. Una spiegazione è stata data, ma contro questa spiegazione, da parte dell’accusa, non c’è nulla. Non potevano occultare una cosa che non sapevano essere di provenienza illecita. Chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste o non costituisce reato.

La sentenza Il Commissario della legge Simon Luca Morsiani, alla fine, accogliendo di fatto le richieste dalla procura fiscale, ha assolto le due sorelle e condannato i fratelli: Berti a 4 anni e 4 mesi e Cozzo a 4 anni e 2 mesi. Condanna anche alle pene accessorie dell multa e dell’interdizione. Disposta inoltre la confisca limitatamente alle somme sotto sequestro, circa 81mila euro più interessi, oltre alla condanna delle spese processuali.

Le difese hanno già annunciato appello.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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