Paride Andreoli esce allo scoperto, rispondendo alle polemiche sul ‘giallo’ di Palazzo Begni e non escludendo denunce.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi sull’incontro tra alcuni esponenti del Governo e della DC insieme a rappresentanti politici dell’area socialista (Psd, Elego, Alleanza Riformista), al quale avrebbero preso parte anche Fiorenzo Stolfi e Paride Andreoli, ecco arrivare la replica di quest’ultimo.
Scrive Andreoli: “Appreso dell’interpellanza parlamentare presentata dai partiti di opposizione, Libera, Rete, Repubblica Futura e Gruppo Misto, comunico di aver dato mandato ai miei legali di adire le vie giudiziarie a causa del tenore ampiamente diffamatorio delle asserzioni contenute, che oltre ad essere scorrette e false sono anche rappresentative della incuranza delle minime regole della convivenza civile come il rispetto della presunzione di innocenza. Ciò sarebbe un grosso problema per ogni cittadino, figuriamoci per coloro che dovrebbero rappresentare le istituzioni sammarinesi”.
L’ex Capitano Reggente prosegue spiegando che “dal lontano marzo 2016 la mia persona è tenuta sotto la spada di damocle dalla vicenda giudiziaria in cui mi hanno coinvolto quando per il grande amore e rispetto per il mio Paese e per le istituzioni che rappresentavo ho deciso immediatamente, dopo la ricezione della comunicazione giudiziaria, di rassegnare le mie dimissioni da Membro del Consiglio Grande Generale. Visto quanto accaduto successivamente, che ha visto coinvolti diversi rappresentanti Istituzionali, oggi con certezza possa affermare che si è trattato di un clamoroso errore da me commesso solo per attaccamento e deferenza alle nostre Istituzioni. Desidero fare chiarezza, al fine di riportare i fatti alla loro realtà e di sbugiardare le falsità, le insinuazioni ed i denigratori, che come sempre si ergono a giudici ed emettono sentenze, nascondendosi dietro al paravento dell’immunità, che permette troppo spesso a spregiudicati Consiglieri di diffamare chiunque, senza pagarne le conseguenze. Certi firmatari di questa stessa interpellanza sarebbe meglio che guardassero all’interno dei loro partiti, soprattutto a determinati fatti più volte sollevati dalla stampa, senza dimenticare l’ultima Commissione d’Inchiesta, che pare caduta nel dimenticatoio”.
“A proposito di denunce – aggiunge Andreoli – vi ricordate quelle che alcuni Consiglieri hanno ricevuto pochi anni fa? Ebbene, nonostante gli attuali Consiglieri o Segretari di Stato, raggiunti da avvisi di garanzia e/o da rinvii a giudizio, sono rimasti imperterriti incollati sulla scranno Istituzionale, senza minimamente pensare di dare le dimissioni come altri, sottoscritto compreso, hanno fatto; infatti sono rimasti tranquillamente seduti in aula Consiglio Grande e Generale, senza battere ciglio o vergognarsi. Pare addirittura che qualcuno abbia abusato del proprio potere per fare ritirare la denuncia/querelle. Ancor peggio, è che nessuna forza politica ha sollevato le questioni, anzi silenzio assoluto, diversamente dagli anni passati. Del resto cane non mangia cane. Veniamo alla vicenda politica in questione che è l’incontro a Palazzo Begni. Intanto va precisato che non faccio parte del P.S.D. come erroneamente scritto dagli “smemorati” o “finti tonti”, ma come tutti sanno sono parte integrante di Ēlego per una Nuova Repubblica, fondato in occasione delle elezioni generali del 2019 e presentatosi come lista autonoma. Non mi sono mai nascosto e prima di questa riunione ho partecipato a diversi incontri politici, anche con la stessa Libera che ha sottoscritto l’interpellanza, nel mio ruolo interno ad Ēlego”.
Continua Andreoli: “Per quanto riguarda l’incontro a Palazzo Begni, Ēlego è stato invitato dal P.S.D., in virtù di un oramai fattivo progetto di aggregazione Socialista, per valutare il bilancio e gli emendamenti presentati. Pertanto la mia presenza a quella riunione è stata come rappresentante di Ēlego e accompagnavo altri del Movimento. Non è stata una presenza a livello personale, come non lo è stata in un precedente incontro con Libera! Alla riunione erano presenti ben 14 persone, anche qualche Segretario di Stato, compreso Teodoro Lonfernini, e tutti rappresentavano i diversi partiti di appartenenza, almeno per quello che ci è stato riferito. Non corrisponde al vero neppure la citata immediata uscita di Lonfernini, il quale ha presenziato a gran parte dell'incontro lasciandolo solo dopo aver preso la parola e dopo molteplici interventi precedenti. Non so se si vuol creare: un caso “Lonfernini”, ma posso dire che mi risulta che lo stesso Lonfernini sapesse della mia presenza (se era la mia presenza ad infastidirlo) ancor prima dell'inizio dei lavori. Veniamo al punto finale. Che la mia presenza desse fastidio o potesse venire scelleratamente strumentalizzata me lo potevo aspettare, ma che questa presenza diventasse fonte di un'interpellanza non me lo sarei mai immaginato. Mi riesce difficile comprenderlo, anche perché di incontri in questi anni se ne sono fatti tanti e non solo con Libera. Potrei citarne diversi, in particolare con il Partito Socialista o altri ed ancor più con il Segretario Matteo Ciacci ed il Presidente Dalibor Riccardi di Libera, senza dimenticare gli incontri riservati, alla presenza di altro partito, compreso il recente incontro ufficiale dell’novembre scorso nella sede di Libera, da loro richiesto e con la mia presenza, al fine di valutare la partecipazione di Ēlego in un’unica lista elettorale alle prossime elezioni. Richiesta da noi declinata, ma accolta dal Partito Socialista, che insieme l’hanno presentata ufficialmente alla stampa due giorni dopo”.
Conclude Andreoli: “Dunque cari compagni di Libera, presumo che alla vostra tavola posso sedermi, ma a quelle degli altri no. Siete per caso gelosi o siete rimasti delusi dal NO di Ēlego alla vostra richiesta di allargamento politico/elettorale? Questa ennesima baggianata che Libera, Rete, R.F. ed il Gruppo Misto, hanno inscenato mi appare l’ennesima strumentalizzazione sterile di una politica oggi così diversa da quella costruttiva di cui ha bisogno il nostro Paese e di cui hanno bisogno i sammarinesi. Certamente questo è il peggior periodo per la San Marino che tutti vorremmo e che i nuovi e baldi politici perseguono, nascondendo i loro fallimenti su inesistenti colpe altrui. Alla fine questa ennesima azione, di una politica sterile e strumentale, può essere catalogata fra tante altre azioni vergognose di un certo modo di fare politica perpetuata, diciamo, da certi politici”.