San Marino. “Interruzione gravidanza, la Commissione è in ritardo”

San Marino. “Interruzione gravidanza, la Commissione è in ritardo”

“Sono passati otto mesi dal Referendum e la legge che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza è ancora ferma alla prima lettura. Il passaggio alla relativa Commissione Consiliare Permanente tarda ad essere calendarizzato”.

Lo scrive in una nota UDS (Unione Donne Sammarinesi), “Martedì scorso gli Eccellentissimi Capitani Reggenti hanno ricevuto in Udienza alcune rappresentanti di UDS; durante l’incontro le Loro Eccellenze hanno ascoltato con interesse e sensibilità le preoccupazioni espresse dalle rappresentanti sul lento proseguimento dell’iter legislativo e sul testo finale di legge che potrebbe risultare da un mancato o inadeguato confronto tra le forze politiche.
Dal Referendum di settembre ad oggi UDS non ha mai smesso di lavorare. Dopo aver presentato a tutti i partiti politici un documento sugli aspetti fondamentali da includere in una buona normativa sull’IVG, l’associazione ha elaborato i propri emendamenti al progetto di legge del Congresso di Stato. L’articolato emendato è stato inviato a tutte le forze politiche con l’auspicio che sia recepito nella maniera più ampia e condivisa possibile.
UDS ha inoltre incontrato l’associazione “Uno di Noi”, ex comitato contrario al Referendum. Sebbene il confronto sia stato cordiale e sereno, UDS non ha potuto registrare alcuna convergenza sugli emendamenti presentati dalla controparte. Le posizioni rimangono talmente distanti che un lavoro congiunto non è stato possibile. In alcuni casi UDS ha rimarcato che gli emendamenti proposti da “Uno di Noi” di fatto impediscono alle donne l’accesso all’IVG creando ostacoli e storture inaccettabili e totalmente assenti nella normativa italiana.
In conclusione, UDS esprime insoddisfazione per l’azione politica che, con un ritardo ingiustificato, non ha ancora provveduto a dotare il Paese di una legge che recepisca la volontà popolare e si augura che entro la fine di luglio l’iter possa concludersi con una normativa che riconosca alle donne l’accesso ad un diritto che arriva a San Marino con un ritardo spaventoso.

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