San Marino. La Dc stravince e va a 22 seggi. Vincono pure Psd e Rf. Motus guadagna un seggio

San Marino. La Dc stravince e va a 22 seggi. Vincono pure Psd e Rf. Motus guadagna un seggio

RASSEGNA STAMPA- Adesso le trattative non facili per il nuovo governo

ANTONIO FABBRIIn una giornata nella quale non era neppure possibile andare al mare, l’affluenza ha subito un calo del 5,00% rispetto al 2019, confermando una tendenza a non recarsi alle urne che prosegue ormai da un po’.

Una flessione che, comunque, non pare preoccupare più di tanto le forze politiche che, con 19.447 aventi diritto che si sono recati alle urne, hanno comunque espresso soddisfazione per l’alta affluenza anche se il calo va tenuto in considerazione e necessiterà di ragionamenti. Si potrebbe quasi dire, infatti, che il partito degli astensionisti ha raggiunto lo sbarramento.

Dunque i segnali che erano emersi con la defezione dal servizio ai seggi di oltre 133 tra presidenti e scrutatori, sembrano essersi in parte manifestati nelle urne. Questo anche se l’affluenza interna si attesta al 77,01%.

Se questo è il dato dell’affluenza, quello che emerge invece dall’esito del voto è che la Dc conferma la sua posizione di partito leader aumentando la percentuale di voti rispetto al 2019 quel tanto che basta per aumentare di uno anche il numero dei seggi, passando a 22.

Per contro il dato eclatante deriva dal tracollo di Rete che passa dal 18,23% del 2019 al 5,07% del 2024, passando di un soffio lo sbarramento e totalizzando 3 seggi. Lo stesso soffio che è mancato, invece, a Demos per entrare con i propri rappresentanti in consiglio.

Aumenta i seggi il Psd, uscito con tre consiglieri e rientrato con 8.

Aumenta di un consigliere Motus e aumenta di ben due consiglieri Repubblica futura, che ha così esorcizzato i beceri attacchi di cui è stata bersaglio durante la campagna elettorale.

Stazionari Libera che di certo aspirava a qualcosa di più. La giornata di voto è stata piuttosto impegnativa.

Al mattino file allo Stato Civile per elettori che necessitavano di ritirare i documenti necessari di poter votare. Code risolte in poche ore e poi tutto è filato liscio.

E’ stato fatto notare da Sara Conti di Rf alla Rtv che qualche problema potrebbero averlo creato tre esponenti di Alleanza Riformista, che stazionavano nei pressi dell’Ufficio di Stato Civile, poi fatti allontanare dalle forze dell’ordine. Ha ribattuto Alessandro Mancini affermando, sempre a Rtv, di essere andato in vari luoghi nella giornata di ieri, tra cui anche lo Stato Civile.

Scaramucce politiche televisive, insomma, in attesa di un esito dello spoglio delle schede che si è rivelato più impegnativo del solito e si è protratto fino a notte fonda, per dei problemi evidentemente registratisi in due sezioni di Borgo Maggiore in tre sezioni di Città, ma anche nelle sezioni più piccole di di Faetano e Montegiardino e in un seggio a Serravalle.

Problemi sul fatto che i conti non tornavano, cosa che ha reso necessari dei riconteggi. Alla fine, il risultato generale è arrivato alle ore 1,29.

L’esito elettorale disegna così l’assetto del consiglio grande e generale, con la coalizione Libera/Ps – Psd che avrà in totale 18 seggi, rispettivamente 10 e 8; la coalizione Democrazia e libertà con 26 seggi, 22 la Dc e 4 Ar; 8 seggi Repubblica futura; 5 seggi Domani-Motus Liberi; 3 seggi Rete.

Adesso partiranno le trattative per formare la nuova maggioranza e, c’è da aspettarselo, non saranno in discesa. Che il paese sia a guida democristiana, lo dicono i numeri. Tuttavia che a generare difficoltà possano essere i suoi compagni di viaggio, lo dicono i comportamenti.

Già ieri sera, nello speciale elezioni in Tv, si sono registrate scaramucce e frecciate tra Federico Pedini Amati, in studio per il Psd, e Maria Luisa Berti, per Alleanza riformista.

Se i cugini litigiosi saranno disposti a fare pace, o comunque una lunga tregua governativa, sotto l’ala di mamma Dc, lo diranno i prossimi giorni. Bisognerà capire, però, anche che cosa intenderà fare Libera che, seppure abbia ottenuto un risultato non proprio entusiasmante, resta pur sempre al centro delle trattative e, sebbene qualcuno abbia già escluso la possibilità di “voli pindarici”, i patti per future convivenze potrebbero non essere così automatici.

Questo mentre c’è stato anche chi abbia ipotizzato anche una virata del consiglio verso una sorta di “centrodestra”, ma anche questa appare una opzione non troppo percorribile. Come extrema ratio, in caso di mancato accordo, la legge prevede il ballottaggio che però è una eventualità che tutti paiono rifuggire.

Sarà di certo un giugno impegnativo.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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