San Marino. Caso badanti, prosegue il processo: ascoltati numerosi testimoni

San Marino. Caso badanti, prosegue il processo: ascoltati numerosi testimoni

RASSEGNA STAMPA – Nuova udienza che ha occupato l’intera giornata di ieri, mattina e pomeriggio, per il processo sul cosiddetto “racket delle badanti”, in corso davanti al Commissario della legge Francesco Santoni

ANTONIO FABBRI – Tre le imputate: Fatima Dzutseva, 51enne di origini russe difesa dall’avvocato Rossano Fabbri, e Felicia Doru, 52 anni di origini rumene, difesa dall’avvocato Cecilia Cardogna, sono accusate a vario titolo della “gestione clandestina del lavoro delle badanti all’interno dell’Ospedale” e delle minacce alle “assistenti non allineate”. Le imputazioni contestate sono alternativamente estorsione in concorso o violenza privata o atti persecutori. La Dzutseva è poi accusata anche di truffa per avere fatto lavorare come badanti, con artifici e raggiri, operatrici non regolari. Imputata inoltre Loretta Casadei, 58enne dipendente Iss difesa dagli avvocati Tania Ercolani e Francesco Mancini, è accusata di interesse privato in atti d’ufficio o, in subordine, di abuso di autorità per avere favorito il lavoro delle altre due imputate all’interno dell’ospedale. Casadei, tuttavia, da subito ha professato la propria innocenza ed è convinta di dimostrarla nel processo, per questo ha rinunciato alla prescrizione.

Numerosi i testimoni che hanno deposto ieri in aula, in particolare persone che nel tempo, per propri familiari anziani, hanno avuto necessità di assistenza non sanitaria o nell’ospedale, ad esempio per “fare la notte”, o anche nelle proprie abitazioni come assistenti familiare.

Nell’udienza di ieri è stata ricostruita anche la genesi dell’inchiesta e in particolare come si è originata la raccolta di alcune informazioni poi confluite nel fascicolo di indagine che ha in seguito portato al rinvio a giudizio e poi al processo.

In particolare una testimone ha raccontato di essersi resa disponibile con il Movimento Rete, che glielo aveva richiesto, a fingersi una utente che aveva necessità di assistenza. Il movimento le fornì una utenza telefonica diversa dalla propria per contattare la Dzutseva e, quando la incontrò, registrò la conversazione con la donna. Alle domande dei legali la testimone ha risposto che la vicenda del caso badanti “aveva già creato scalpore a livello mediatico”, per questo aveva dato la disponibilità al Movimento, in cui milita la sorella, mettere in atto questa finta richiesta di assistenza e un incontro per raccogliere informazioni. Incontro avvenuto in un reparto dell’ospedale in occasione del quale fare la registrazione. Registrazione che poi è stata consegnata al Movimento Rete e depositata in seguito agli atti. “Fatima mi disse di aver parlato con un commercialista che l’aveva consigliato di chiedere 15 euro all’ora. Aveva detto che erano troppe, ma che 9 euro doveva chiederli perché ‘alle mie donne devo darne almeno 5’. Poi non ci ho più parlato e non mi ha mai chiesto dei soldi”, ha detto inoltre la testimone.

La questione della registrazione fatta a insaputa dell’imputata ha destato qualche perplessità da parte degli avvocati difensori. Sia l’avvocato Rossano Fabbri che l’avvocato Cecilia Cardogna hanno infatti formulato domande sul punto. “Lei ha reso noto che stava registrando?” Ha chiesto l’avvocato Cardogna alla testimone, che ha risposto negativamente.

Tra i testimoni della mattina ascoltate anche alcune utenti che si erano avvalse del servizio delle badanti per i propri famigliari che avevano necessità. Tutte hanno detto di aver sempre pagato il servizio a chi lo svolgeva, senza intermediazione di altri. Nel pomeriggio ascoltati ulteriori testimoni.

Il processo, con riserva di confermare l’udienza, è stato aggiornato a martedì prossimo.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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