San Marino. L’informazione: “Nominati Reggenti Alessandro Rossi e Milena Gasperoni. Disastro Dc e AR”

San Marino. L’informazione: “Nominati Reggenti Alessandro Rossi e Milena Gasperoni. Disastro Dc e AR”

RASSEGNA STAMPA E’ la prima volta nella storia che accade La coppia indicata dalla maggioranza non ottiene i voti necessari

ANTONIO FABBRI- E’ la prima volta nella storia che una coppia reggenziale indicata dalla maggioranza non venga eletta. La Dc aveva fatto il nome di Italo Righi e Npr quello di Rossano Fabbri, sul quale però il Psd aveva subito detto di non essere d’accordo e che non l’avrebbe votato. E’ stata invece eletta la coppia reggenziale proposta dall’opposizione e votata, con tutta evidenza, anche dal Psd.

I Reggenti per il prossimo semestre che porterà alle elezioni saranno dunque Alessandro Rossi e Milena Gasperoni. Saranno la coppia reggenziale che condurrà il paese alle urne. Urne che, di certo, non tarderanno ad arrivare e anche la stessa elezione della Reggenza ha fatto precipitare le cose, dando il colpo di grazia alla attuale maggioranza.

Se non è bene strumentalizzare l’istituzione reggenziale, perché, chiunque ricopra la carica, i Capi di Stato sono sempre i Reggenti di tutti, è tuttavia inevitabile dare una lettura politica di quanto accaduto.

Non c’è dubbio, infatti che la responsabilità maggiore del disastro sia da attribuire alla dirigenza democristiana, che ha inanellato un errore dietro l’altro a partire dall’emendamento a suo tempo presentato con la sola Libera e poi andato in malora; poi l’aver messo nero su bianco un rapporto quasi di esclusiva con Alleanza riformista, alleanza apparsa più eterodiretta che condivisa nello stesso partito, fino alla pervicacia, ultimo errore, il più grave perché consumatosi sulle spalle della suprema magistratura, di avallare una candidatura reggenziale ritenuta divisiva.

Una dirigenza democristiana che si è mostrata incapace di fare politica perché asfissiata, evidentemente, da scelte imposte dall’esterno; dirigenza che ha cacciato il partito di Via delle Scalette nell’isolamento all’angolo, facendogli perdere la centralità, con un solo alleato, un partito che nemmeno si era presentato alle elezioni e nato in corso di legislatura con una operazione politica criticata e che ha destabilizzato il gruppo di maggioranza Npr. Una dirigenza che non è stata capace di mediare un nome condiviso, finendo per perdere anche l’incarico reggenziale che aveva indicato per un proprio consigliere. Un disastro, insomma.

Un disastro che non sarà limitato al solo scenario di palazzo, ma ridisegna completamente il quadro delle alleanze in chiave elettorale. Il popolo democristiano difficilmente potrà digerire una catastrofe politica come quella accaduta, peraltro consumatasi sull’istituzione più amata dai sammarinesi. Il riverbero di quanto avvenuto ieri con la nomina della Reggenza avrà probabilmente un rilievo in chiave di campagna elettorale.

La Democrazia cristiana sa ora che rischia di andare in minoranza – e ieri è successo nel modo peggiore – se non riprenderà a fare politica seriamente, senza assecondare i desiderata di chi dal di fuori pretenderebbe di dettare l’agenda e l’agire della politica.

Scricchiola, dopo questo voto, anche la futura coalizione già dichiarata con Alleanza riformista che a sua volta dovrà compiere una riflessione al proprio interno perché, forse ancor più che la Dc, visto l’esito della votazione, deve fare i conti con un certa malsopportazione da parte di tutte le altre forze politiche.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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