Prossimo Reggente, Npr (a guida Ar) indica Rossano Fabbri. Elezione spartiacque per gli equilibri futuri

Prossimo Reggente, Npr (a guida Ar) indica Rossano Fabbri. Elezione spartiacque per gli equilibri futuri

“Il Gruppo Consiliare di Noi per la Repubblica, ha designato quale candidato il Consigliere Rossano Fabbri, alla Suprema Magistratura della Repubblica di San Marino per il semestre 1° aprile 2024 al 1° ottobre 2024″.

Questa la comunicazione ufficiale arrivata alla stampa una manciata di minuti prima delle 15:00. La Dc aveva indicato Italo Righi la scorsa settimana.

Ciò che non può trasparire dal comunicato è che in realtà Npr è spaccata. La scelta di Rossano Fabbri è stata formalizzata perché ad oggi il gruppo è composto per i 4/7 da membri di Alleanza Riformista, la forza politica nata nei mesi scorsi dall’unione di Noi Sammarinesi, consiglieri socialisti e Mis. Oltre a Fabbri ci sono Alessandro Mancini, Maria Luisa Berti e Denise Bronzetti.

Gli altri 3 consiglieri (Milena Gasperoni, Matteo Rossi e Gerardo Giovagnoli) fanno parte del Partito dei socialisti e dei democratici. I due gruppi vivono da separati in casa da mesi in Consiglio.

Già a settembre 2022 infatti si era registrato uno scontro tra le due anime, ed anche allora era uscito sconfitto il PSD, con Matteo Rossi che aveva ceduto lo scranno reggenziale a Maria Luisa Berti.

Rispetto ad allora però le cose in Consiglio ed in maggioranza sono molto diverse. Rete, con l’eccezione di Marco Nicolini, se ne è andata all’opposizione. Oggi la maggioranza, composta da Pdcs, Npr e Motus Liberi, conta infatti su 33 membri e 31 voti, visto che tra essi ci sono i due Capitani Reggenti.

Inoltre il Psd ha annunciato l’accordo politico per la prossima legislatura con Libera, primo partito di opposizione.

Vuol dire che, pallottoliere alla mano, tutta l’opposizione compatta più il Psd potrebbero eleggere un candidato diverso da quello indicato da Npr. L’ipotesi è alquanto ardita, visti gli interessi contrapposti in campo. Certo è che con così pochi numeri di differenza la sfida è aperta.

 

La realtà è che Psd (con Libera) e Ar non si sfidano solo per il prossimo Reggente ma per il ruolo di primo alleato accanto alla Dc. Per questo ciò che verrà deciso oggi in Consiglio avrà ripercussioni anche sulle prossime alleanze. Tra i due contendenti cosa faranno i Democristiani? Sceglieranno la linea della fedeltà a questa maggioranza appoggiando Fabbri o cederanno alle richieste di Psd e Libera per il voto al proprio candidato? Seguendo, tra l’altro, quanto accaduto nell’ultima finanziaria con l’emendamento congiunto Dc-Libera sull’Europa poi affondato?

Ed è così certo che in entrambi gli schieramenti non ci siano franchi tiratori pronti a non seguire le indicazioni del proprio partito?

 

Tutto questo fa capire il motivo della confusione e della tensione che si respira a Palazzo in queste ore frenetiche.

 

Il tema è stato affrontato anche in Comma Comunicazioni lunedì mattina. Alessandro Mancini ha fatto capire cosa c’è in ballo: “Il prossimo Governo sarà un Governo di compromessi o un Governo politico? Alleanza Riformista non ha dubbi: chiediamo un Governo politico, che abbia una base programmatica solida, forte, condivisa con chi nelle maglie della legge elettorale deciderà di affrontare una campagna elettorale assieme. La politica del pallottoliere non è quella che vogliamo. Chiediamo che si possa tornare a fare politica, a parlare di contenuti, analizzare i problemi ancora sul tavolo”.

Dal Psd Gerardo Giovagnoli ha palesato tutto il proprio disappunto: “Non dovrebbe esserci polemica sulla scelta della Reggenza. La Suprema Magistratura dello Stato ha bisogno di un certo rispetto formale. Ci sono due consuetudini. La prima è che la Reggenza viene scelta all’interno della maggioranza, ma non è obbligatorio. C’è la consuetudine che ogni forza politica della maggioranza veda almeno un suo rappresentante essere designato per la Reggenza, e questo punto mi sembra che al momento sia disatteso”.

Più schietto, come suo solito, il Segretario in quota Psd Federico Pedini Amati: “Si vuole andare forzatamente a una indicazione anche fino alla massima magistratura in questa modalità qui. Come pensiamo che la fine della legislatura sia ordinata? Ho paura che si vada verso una campagna elettorale molto complicata e non già decisa prima in termini di alleanze. I giochi di forza stanno vincendo. Ma se ognuno mette in campo solo la forza, la partita finirà male. Bisognerà essere coscienziosi e porre in essere dei correttivi. La prova del nove è purtroppo la nomina della Reggenza”.

La campagna elettorale è iniziata.

Davide Giardi

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