Non si sa come prenderla la notizia che San Marino, Andorra e Monaco si ritrovano a Bruxelles per trattare con la Unione Europea.
La Repubblica di San Marino – al di là delle chiacchiere sulla associazione – sarà costretta ad accettare un rapporto con la Unione Europea nemmeno a livello del Liechtenstein, cioè quello dello Spazio Economico Europeo?
L’inserimento nel See che un tempo sembrava una punizione, ora potrebbe essere diventato un miraggio, in quanto di fatto precluso a San Marino, Andorra e Monaco.
Di fatto per questi tre microstati la Unione Europea fisserà condizioni particolari sulle quali potrebbero prevalere i pareri, rispettivamente, di Italia, Spagna e Francia. Risultato? Condizioni peggiori di quella in cui si trova il Liechtenstein.
A San Marino la classe politica dal 2007 ha prodotto un volume infinito di
chiacchiere – ed anche peggio – ed in concreto nulla. Aveva, ad esempio, a disposizione – lo ricordò
lo stesso Consiglio dell’Unione Europea – l’art. 19 della convenzione doganale
del 1991 per elevare il rapporto di collaborazione. Non lo ha fatto. Perché? Di certo la classe politica sammarinese ha combinato un disastro lasciando
cadere i termini per modificare detta convenzione utilizzando l’art. 26.
Addirittura si ipotizzò che per la Repubblica di San Marino l’adesione alla Unione Europea sarebbe stata
“una
via di fuga dall’aggressione italiana“. Tanto che a uno specifico referendum era stata data a suo tempo proprio questa impostazione, scordando
che fra gli Stati aventi facoltà di esprimersi sulle adesioni Ue c’è proprio la
stessa Italia che avrebbe potuto esercitare il diritto di veto.
Alla base del suddetto referendum c’era un modo di pensare contro l’Italia sullo stile della sortita
romana per abbattere Tremonti di ben 4 Segretari di Stato, seguita dal
proposito di una marcia
su Roma con tanto di profferta di truppe cammellate.
Invano, in tempi non sospetti, si propose, anche sulla base di considerazioni storiche, di puntare invece tutto sulla collaborazione – una collaborazione vera, onesta, sincera – con l’Italia.