Un lettore del Corriere della Sera, Davide Chicco, anche a nome di suoi colleghi di lavoro, russi, ha chiesto, all’ambasciatore Sergio Romano: “Perché esiste lo Stato di San Marino?“.
L’ambasciatore Romano ha risposto cominciando col dire che “L’anomalia, di San Marino, non è diversa da quella di altri piccoli Stati, sparsi sulla carta di Europa, e le domande dei suoi amici russi potrebbero mettere in discussione anche l’esistenza dei principati di Monaco, Liechtenstein, Andorra e – perché no? – dello Stato della Santa Sede“.
Dopo aver dato alcune informazioni di geografia politica, l’ambasciatore Romano afferma in tutta sicurezza: “I loro regimi fiscali convenivano alle classi economicamente influenti dei Paesi confinanti. L’antichità conferiva alle loro istituzioni una sorta di nobiltà storica“. Precisando, poi: “Nel caso di San Marino il fatto che ha maggiormente contribuito alla sua esistenza è paradossalmente (sic) la sua forte identità repubblicana“.
Insomma sarebbero stati i liberali italiani di tendenza repubblicana (mazziniani, garibaldini e altri) a salvare la Repubblica di San Marino durante il processo di unificazione politica della penisola italiana.
Ciò è vero, ma solo in parte. Comunque, il loro apporto, fu importante solo in un secondo tempo.
A salvare San Marino durante le fasi convulse dell’unificazione politica della penisola, fu Napoleone III, che si impose a Cavour.
I ‘repubblicani’ – e non solo – ebbero un ruolo importante successivamente, dopo la scomparsa di Napoleone III (Sedan) dalla scena politica europea.