San Marino. Processo Gatti Galassi, singolare episodio in apertura, Antonio Fabbri

San Marino. Processo Gatti Galassi, singolare episodio in apertura, Antonio Fabbri

Quando i giornalisti salvano la dignità formale del processo

Il caso della irrituale richiesta verbale di fare riprese video in udienza da parte di persona non iscritta nei registri degli operatori dell’informazione previsti per legge

In 23 anni di cronaca giudiziaria pensavamo di averle viste tutte o quasi. E invece, evidentemente, non era così. Un singolare episodio si è verificato venerdì scorso in apertura del processo per riciclaggio a carico di Gatti e Galassi. Che cosa è accaduto? Il Commissario della legge Simon Luca Morsiani ha dichiarato aperta la seduta e fatto l’appello dei presenti. Stava proseguendo verso le eccezioni preliminari quando, il signor Marco Severini che assisteva al processo, ma non ne è parte, si è alzato di punto in bianco e ha chiesto: “Posso dire una cosa?”. Il giudice, con un certo disorientamento sull’accaduto, ha risposto di no, considerato che chi parlava nulla c’entra con il processo in corso. Severini però ha proseguito: “Volevo chiedere di fare delle riprese per un media italiano”, ha detto. Poi ha aggiunto “per il Tg5”.

Il giudice ha fatto cenno che ne avrebbe discusso e una manciata di minuti dopo ha chiesto alle parti cosa ne pensassero di quella irrituale richiesta. Subito per la difesa di Gatti è intervenuto l’avvocato Filippo Cocco, il quale, come se tutto fosse normale, ha detto di non avere nulla in contrario per le riprese e di acconsentire.

Per la difesa Galassi, l’avvocato Alberto Selva, un po’ più perplesso, ha tuttavia fatto presente di non aver interloquito con l’assistito sull’eventualità di riprese video ed ha pertanto detto di astenersi da considerazioni.

L’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza dell’Eccellentissima camera non ha espresso contrarietà. La Procura fiscale, invece, ha affermato: “Noi non vogliamo essere ripresi”.

Il Severini in tutta libertà – quasi che ci si trovasse in un luogo diverso da un’aula di tribunale – ha ripreso la parola affermando di poter anche fare le riprese senza inquadrare la Procura fiscale. A quel punto il collega di San Marino Rtv, Gian Marco Morosini, si è alzato a sua volta e ha fatto presente che la Tv di Stato, il giorno precedente, aveva inoltrato formale richiesta scritta in Cancelleria penale per richiedere l’autorizzazione a riprendere l’udienza nelle fasi iniziali a fini di cronaca giornalistica, ma di non avere ottenuto risposta. Quindi ha fatto presente che se fossero state autorizzate le riprese, avrebbe chiamato a sua volta l’operatore della Tv di Stato. Sembrava, insomma, che si andasse con leggerezza e irritualità verso l’autorizzazione di riprese video, non era chiaro se da effettuare con telefonino o telecamere professionali, per conto, secondo quanto detto, del Tg5.

Visto che ormai la modalità di interlocuzione era diventata “libera”, si è allora alzato anche Antonio Fabbri, giornalista de L’informazione di San Marino e segretario della Consulta per l’Informazione, organo cui per legge sono obbligatoriamente iscritti i giornalisti che esercitano in Repubblica. “Commissario, chiedo scusa – ha detto rivolgendosi al giudice Morsiani – vorrei fare presente che il signor Severini non è iscritto alla Consulta dell’Informazione, cui per legge devono essere iscritti i giornalisti che operano a San Marino. Credo pertanto che per fare delle riprese video sarebbe necessaria una richiesta formale scritta che attesti che la necessità di riprese arrivi dalla redazione di una testata giornalistica come il Tg5 o da un giornalista”.

A quel punto l’avvocato Cocco, per la difesa Gatti che qualche minuto prima era d’accordo per le riprese, è intervenuto dicendo: “Allora la cosa la risolviamo noi e per l’udienza di oggi non diamo il consenso alle riprese”. Le riprese video, quindi, non si sono effettuate.

Ora, la vicenda potrebbe sembrare marginale, ma non lo è. Da un lato, infatti, non si è risposto a Rtv che, come in altre occasioni, ha giustamente e formalmente presentato domanda scritta per effettuare riprese video. Dall’altro ci si è trovati a valutare in aula una richiesta fatta forzando la ritualità del processo da parte di una persona che assisteva all’udienza, non è iscritta agli elenchi dei giornalisti prescritti per legge in San Marino, che asseriva verbalmente di voler fare riprese per conto di una redazione giornalistica italiana, senza che questa redazione avesse presentato formale richiesta, come invece aveva correttamente fatto la televisione di Stato di San Marino. Come dire che chiunque, assistendo ad un processo, potrebbe alzarsi, chiedere di poter fare delle riprese dicendo che sono per conto in un media estero, ad esempio la Cnn che non risulta abbia però presentato alcuna richiesta scritta, ed essere autorizzato a farle. E’ strano anche che la difesa di Gatti, solitamente attenta alle questioni formali, probabilmente per una svista abbia senza esitazione in prima battuta accondisceso a riprese in aula su richiesta verbale di persona non iscritta nei registri dei giornalisti.

L’avvocato Gian Nicola Berti ha poi, nel corso dell’udienza, anche fatto presente l’irritualità che abbiano parlato per primi i giornalisti. Eppure, meno male che lo abbiano fatto i giornalisti regolarmente iscritti nei registri, che oltre a fare da cane da guardia della democrazia in questo caso hanno salvaguardato anche la dignità formale del processo.

Da L’informazione di San Marino 22/11/21

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