Su Corriere Romagna San Marino, risponde ad alcune domande l’avv. Gian Nicola Berti, legale del gendarme Gabriele Gatti, cui era indirizzata la busta contenente un proiettile, intercettata a Bologna.
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Sul sito della Tv di Stato, sabato pomeriggio è stata pubblicata la telegrafica risposta che il suo cliente ha rilasciato a un cronista. Una frase pesante: “I giornali possono scrivere ciò che vogliono, quello che ho vissuto e che sto vivendo lo so solo io”. E’ realmente così preoccupato? «No, assolutamente no e me lo ha ribadito anche quando ci siamo sentiti poco fa (ieri ndr). Certo, non fa piacere a nessuno ricevere minacce, figuriamoci di questo tipo. Ma quello che sta dando particolarmente fastidio al maresciallo Gatti è che qualcuno sta facendo strane illazioni sull’episodio. Per una persona che non è mai stata a caccia di pubblicità è un affronto molto pesante. Non è certo lui il tipo che può inventare questo tipo di speculazioni. Anche perchè il maresciallo Gatti è uno di dei tanti gendarmi che sta soffrendo per gli attacchi di cui il Corpo da tempo è fatto oggetto. Mele marce ci sono in ogni luogo ma fare di tutta l’erba un fascio, non è assolutamente giusto».
Secondo lei chi ha messo il maresciallo nel “mirino”? «Cercheremo di capirlo con i documenti in mano. Di sicuro, comunque, visti i tempi in cui la missiva è stata spedita, il caso Zechini-Bianchini non c’entra nulla».
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