Renato Clarizia, Presidente di Banca Centrale della
Repubblica di San Marino, si difende a tutto tondo dalle nuove accuse provenienti da Alessandro Rossi di Sinistra Unita di essere in qualche modo ammanicato con la famiglia di Marco
Bianchini (indagine Criminal
Minds) unitamente al nipote Paolo ed al fratello Angelo.
Ne tratta diffusamente Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino.
(…) Dopo che la politica di minoranza ha chiesto le sue dimissioni e fatto supposizioni sui suoi legami con l’indagato eccellente dell’inchiesta Criminal minds, Clarizia tradisce un tono di voce seccato, forse stanco degli attacchi. «Le valutazioni vanno fatte su atti concreti, io sono sempre stato a disposizione per chiarimenti e ho chiesto io di venire ascoltato in commissione finanze». L’ultima sferzata al numero uno di Banca centrale, proprio ieri in Consiglio, quando nel corso del comma comunicazioni ha preso la parola il consigliere di Sinistra unita, Alessandro Rossi: «Non c’è stata né trasparenza né correttezza sui comportamenti del presidente di Banca centrale – tuona chiedendone nuovamente le dimissioni -. Non c’è stata riportata una collaborazione professionale tra Clarizia e gli ambienti Karnak. Eppure Clarizia insieme a Sergio Gemma ha avuto un ruolo importante nella gestione della crisi di Fingestus. E Banca commerciale sammarinese (commissariata, e appena “venduta” ad Asset, ndr) era una banca d’appoggio per questa finanziaria».
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