San Marino. Resoconto Consiglio Grande e Generale 12 luglio 2022 pomeriggio

San Marino. Resoconto Consiglio Grande e Generale 12 luglio 2022 pomeriggio

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 11- 15  LUGLIO

– MARTEDI’ 12 LUGLIO–  Seduta del pomeriggio

Con l’approvazione quasi unanime – 40 voti a favore un non votante- di un Ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, il Consiglio Grande e Generale conclude a fine seduta il dibattito sull’Accordo di associazione con l’Unione Europea. 

In particolare, con l’Odg, il Consiglio Grande e Generale tra l’altro,  “dà mandato al Segretario di Stato per gli Affari Esteri e al Governo: 1) di proporre i necessari interventi atti a integrare le normative esistenti con le nuove disposizioni dell’acquis, attraverso verifiche di conformità delle stesse e di quelle di nuova attuazione; 2) di proporre modalità specifiche per un confronto istituzionale permanente sia nell’ambito della Commissione Affari Esteri che in altre forme, al fine di coordinare l’azione negoziale dell’Esecutivo con il Consiglio Grande e Generale; 3) di integrare le risorse del Dipartimento Affari Esteri, anche in via temporanea, e tramite le ordinarie procedure di revisione del fabbisogno generale, al fine di garantire l’espletamento di tutte le attività legate al negoziato.

I lavori consiliari riprenderanno domani mattina dalla Relazione consuntiva di Banca Centrale della Repubblica di San Marino sull’attività svolta e sull’andamento del sistema finanziario nell’anno 2021, nonché del Bilancio d’Esercizio 2021 

 

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio. 

 

Comma 7. Riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri sull’Accordo di associazione con l’Unione Europea e successivo dibattito 

Maria Katia Savoretti, Rf

Purtroppo abbiamo evidenziato che dal 2019 ad oggi sono stati fatti pochi passi in avanti, il governo è rimasto un po’ fermo. Certo il covid ha impedito tante cose, ma non può essere sempre la causa di tutto. Certe cose piuttosto non sono state proprio fatte. Occorre andare avanti e valutare tutti i pro e i contro di questo accordo. Noi abbiamo come priorità l’interesse di tutelare il nostro Stato e dobbiamo capire gli obiettivi  e quale ruolo assumere all’interno dell’Europa. Una decisione va presa. Non possiamo continuare a tenere l’accordo in un cassetto perché questo non aiuta. 

Mariella Mularoni, Pdcs 

Siamo un piccolo Stato che ha a cuore la salvaguardia delle proprie peculiarità e della sua identità e come tale, tormentato se continuare a conservarci o piuttosto se provare ad aprirci al mondo e avere rapporti con tutti, per non rimanere piccoli e isolati. 

Credo che il rapporto con l’Ue possa essere una grande opportunità per il nostro Paese, per risolvere tutta una serie di criticità, oltre al fatto che come Stato terzo è tenuto sempre a negoziare ed è una cosa complicatissima  Comprendo anche le posizioni scettiche e non completamente in linea con il  percorso, fatti anche da consiglieri di maggioranza. Ma oggi siamo di fronte a una sfida da non vedere solo sotto l’aspetto economico. L’accordo dovrà essere anche un accordo culturale, geopolitico, che potrà dare un valore aggiunto nel rapporto con l’Italia. Ci sono tematiche poi come il cambiamento climatico, l’approvvigionamento energetico e alimentare, dei vaccini, che non ci permettono di muoverci in maniera disgiunta da altri Stati. La pandemia ha dimostrato che rimanere chiusi è un problema per un paese piccolo come San Marino. Fondamentale è la capacità di adeguare il nostro Paese per essere competitivi

Iro Belluzzi, Libera (indipendente)

Non possiamo pensare di rimanere isolati per mantenere in piedi quel tipo di sovranità che non esiste più. La sovranità esiste ma diversamente, come è accettato da tutti i paesi dell’Ue: una diversa sovranità nel settore bancario, sulla libera circolazione dei beni e servizi… perdere questo appuntamento- che sembra lontano, si parla di 12 mesi- sarebbe come perdere l’occasione dell’accordo di cooperazione del 2005, abbiamo visto cosa ci è costato.  

Sul Memorandum di Banca Italia e Banca centrale:il fatto che il sistema bancario non potrebbe reggere le norme di Basilea 3 e Basilea 4 e i timori per la possibilità di avere una vigilanza europea che possa agire anche nei confronti della nostre banche non possono farci perdere ulteriore tempo per raggiungere l’obiettivo fondamentale, Mi sembra che all’interno del dibattito sia emersa tutta la volontà vera di contribuire perché non ci si perda nello sterile dibattito tra quanto sia utile, tra pregi e difetti, questo percorso. Può non piacere l’Europa come è stata disegnata, ma da quell’Europa non possiamo prescindere. 

Vladimiro Selva, Libera

L’accordo necessariamente deve prevedere clausole di salvaguardia. Il Segretario ha citato il problema di residenze, professioni e del sistema bancario. Sicuramente ci sono questi temi che hanno però a che fare con lo status quo. Siamo convinti che, nel momento che si discute di un accordo, che ha validità nel tempo, si devono tenere conto delle linee di sviluppo di altri settori che hanno necessità di svilupparsi. Magari sulla base di un progetto economico, un progetto paese che purtroppo questa maggioranza non ha espresso in modo chiaro. Si è parlato di un progetto San Marino 2030 ma non si vedono gli ambiti del futuro per l’economia sammarinese su cui sarebbe il caso di contrattare qualche forma di vantaggio, un differenziale per il paese. Credo che nella relazione del Segretario manchi proprio questo. Ai tavoli si metta anche qualcosa che riguardi lo sviluppo del paese. 

Alessandro Mancini, Npr

Credo che 18 mesi siano veramente pochi per poter fare tutto nel migliore dei modi. Perché ciò avvenga, bisogna lavorare, cominciare ad analizzare in profondità tutta una serie di questioni messe in evidenza dal Segretario. Ancora una volta  spiace sentire parlare di costi-benefici, tra chi mi ha preceduto c’è chi ha rappresentato bene i costi della mancata integrazione di San Marino per la nostra economia. I costi quindi il paese li ha già pagati e si deve guardare avanti su quelli che sono i benefici che sono molti più di uno. Accogliamo con piacere l’accelerazione del negoziato, siamo a disposizione per lavorare come Paese unito. 

Sara Conti, Rf

La Repubblica di San Marino non può prescindere da un maggiore livello di integrazione con l’Ue, le relazioni esterne per il paese dovrebbero essere il motore che muove lo sviluppo e questo dovrebbe valere ancora di più con i nostri vicini di casa. Noi siamo enclave della penisola italiana e, se guardiamo la mappa del continente europeo, siamo collocati proprio al centro dell’Europa stessa. Gli organismi europei sono i nostri interlocutori principali. Altro aspetto che ci unisce sono i valori fondanti dell’Ue, sanciti dall’articolo 2 del trattato dell’Unione, che sono principi di democrazia, libertà, tutela dei diritti umani, il fondamento stesso del nostro evolverci come Stato. E’ un punto di incontro importantissimo quello dei valori fondanti che unisce San Marino all’Unione europea. 

Manuel Ciavatta, Pdcs

Non possiamo non farci trovare pronti di fronte a questa opportunità. Sono anni che il negoziato per l’accordo ha preso avvio, si sono formalizzati dei passaggi, poi ci sono stati momenti di stop, anche per gli accadimenti del recente passato. Oggi sembra esserci davvero disponibilità, da parte  dei negoziatori, ad affrontare la questione non solo sul piano tecnico, ma politico, e il nostro Paese deve cogliere questa opportunità. La cittadinanza si starà chiedendo perché il paese deve andare in questa direzione: per le opportunità offerte dall’ingresso del mercato europeo che sono non solo economiche, ma anche sociali, di mobilità delle persone. Noi viviamo sempre al contrario il timore di chi può venire a San Marino, ma le opportunità possono esserci anche per i sammarinesi che decidono di andare fuori. L’accordo permette anche di esprimere le nostre peculiarità, con l’attenzione a valutare quote e tempi per permettere che l’acquis venga allineato e che il paese si abitui a un cambiamento che non può non essere. L’Aula deve dare mandato alla Segreteria di Stato per attuare tutti i passaggi utili a concludere l’accordo. In una recente conferenza dalla Dc, che ha visto presente un membro del parlamento europeo, hanno suggerito la sua conclusione in 18 mesi ma anche l’auspicio che si potesse chiudere persino nel primo semestre 2023. Ciò dimostra come in Europa molti parlamentari italiani siano vicini a San Marino perché questo accordo è un’opportunità per l’Italia stessa.

Daniela Giannoni, Rete

Mi sento di dover intervenire anche in qualità di presidente della Commissione esteri e mi trovo a ringraziare il Sds Beccari per aver svolto il riferimento sull’accordo, come fatto in precedenza in Commissione, tenuta in seduta segreta, perché anche grazie ai tecnici si è andati nel dettaglio. Rivedo oggi il clima di quella commissione e l’apporto di tutti i consiglieri. Il recente passato ci ha fatto capire quanto in condizioni di crisi l’essere soli, piccoli ed isolati ci può mettere in difficoltà. Pensiamo alle difficoltà del reperimento di vaccini solo un anno fa. Sicuramente un accordo di associazione con una entità più ampia ci può portare vantaggi nell’impostazione economica, culturale e sociale che l’Europa ha in questo momento. L’accordo ci dà il diritto di poter far valere le nostre peculiarità. La linea indicata dal Segretario credo debba essere percorsa. Siamo arrivati al punto di poter raccogliere i frutti di un percorso lungo, ci auguriamo di poter giungere alla sua conclusione prima possibile. con tutti i vantaggi che il nostro Paese può ottenere da un contesto economico e culturale più ampio.

Carlotta Andruccioli, Dml

La domanda da porci non è se integrarsi. Che serva una maggiore integrazione è l’unico punto che ci vede d’accordo, alla luce del nostro posizionamento geografico, e del fatto che già molti obblighi noi dobbiamo rispettarli. La domanda è come integrarsi. E non mi riferisco a ‘è meglio l’associazione o l’adesione’, ma al fatto che dobbiamo avere le idee chiare sul progetto, sull’obiettivo, sui vantaggi e anche sui costi dell’acquis comunitario. Non facciamoci prendere dal pessimismo, cerchiamo di essere concreti e parliamone in modo approfondito nelle sedi opportune, ci sono molti aspetti a cui non si è dedicato tempo. Sulla libertà di stabilimento delle persone dovremo pensare a dei meccanismi di attenzione. O chiediamoci quali settori possono essere più colpiti o quali invece l’apertura possa essere un vantaggio enorme. Per artigiani e liberi professionisti, per esempio, che ne possono risentire, dobbiamo pensare a sistemi che vadano a tutelare le nostre peculiarità. Sulla libera circolazione dei capitali c’è da approfondire il tema degli accordi tra banche centrali. E anche la cittadinanza deve esserne più consapevole con una informazione adeguata che la metta al centro del processo decisionale con un referendum . Al momento questa consapevolezza non c’è. È nostro dovere confrontarsi su vari aspetti e informare a dovere la cittadinanza. 

Giancarlo Venturini, Pdcs   

Altro ambito delicato rispetto all’accordo con l’Ue è l’ambito finanziario e bancario, dove già da tempo stiamo recependo normative e direttive europee e internazionali che impongono vincoli, ma dobbiamo dare la possibilità alle nostre banche di aprirsi al mercato europeo. Certo l’accordo prevederà anche delle limitazioni. Negli ultimi 10 anni in Repubblica sono stati dati aiuti alle banche, tra cui il famoso 5 Ter a Cassa di Risparmio, ma ormai è superato. Condivido sia necessario fare aggiornamenti periodici sullo stato del negoziato perché prima di tutto è necessaria una forte condivisione da parte di partiti, forze sociali, sindacali e cittadini, nella consapevolezza che l’accordo può essere una opportunità e non solo perdita di sovranità. Dobbiamo iniziare a prepararci e a formare il personale amministrativo. 

Concludo ribadendo che in questa fase storica la conclusione del negoziato dell’accordo di associazione, dopo circa 7 anni, è un’opportunità per San Marino. Parliamo di un accordo favorevole per San Marino, a salvaguardia delle sue peculiarità. Pertanto mettiamo in atto tutte le iniziative possibili, per consentire il coinvolgimento di forze politiche, economiche e sociali e dei cittadini. L’accordo deve essere la priorità del paese, un impegno preciso di tutto il governo e di tutte le forze politiche. Nessuno può pensare di chiamarsi fuori o di fare giochi politici, c’è in ballo il futuro del paese non la convenienza di parte, nella consapevolezza che la trattativa non è il risultato di qualcuno, ma risultato e obiettivo di tutto il paese. 

Andrea Zafferani, Rf

Nel momento in cui si dovrà andare a sentire il parere della popolazione sammarinese, nel momento in cui dovremo andare a negoziare, queste posizioni più mirate al consenso, al seguito degli stimoli piuttosto che alla reale utilità di una posizione, mi auguro siano limitate. Perché penso che per noi la mancanza di prospettiva di una maggiore integrazione economica all’interno del mercato unico, del quale già subiamo in tanti ambiti le regole, senza avere una serie di benefici che potremmo avere, sia un grande problema per il nostro paese. Quando si parla di analisi costi-benefici mi viene da dire che sui costi già ci siamo, mentre i benefici li dobbiamo ancora ottenere.  Consapevoli che ci sono temi su cui il negoziato impatterà, avremo certo la necessità di avere un fronte del parlamento quanto più ampio e compatto possibile.  E per fare questo è necessario alzare il livello del dibattito. Abbiamo fatto una Commissione esteri in seduta segreta, ma è stato sostanzialmente, il secondo- terzo incontro da inizio legislatura in cui si è scesi nei dettagli- e questo non è sufficiente. E’ quindi necessario- e spero che l’Odg finale indichi una strada su questo fronte- per arrivare ad aumentare i confronti nelle sedi istituzionali e in Commissione estera che è sede principe dove entrare nei dettagli delle posizioni negoziali da prendere su temi caldi per la popolazione. 

Gian Nicola Berti, Npr

L’accordo di associazione fa seguito ad un accordo di cooperazione con l’Ue, uno dei passaggi più importanti ma meno sfruttati di politica estera, siamo mancati noi sammarinesi nel dare esecuzione a quell’accordo.  E questo ci deve far riflettere, al di là di qual è la trattativa, sull’accordo di associazione: se non sapremo noi effettivamente gli ambiti e gli spazi che ci saranno riconosciuti per utilizzare al meglio i nostri volani di sviluppo economico, evidentemente l’accordo di associazione europea potrebbe anche diventare un boomerang infelice per Repubblica. L’approccio in questa fase dovrà essere propositivo, di conoscenza e di sviluppo. Abbiamo necessità di aprire un focus per conoscere meglio le possibilità di sviluppo che possiamo avere in ambito Ue. 

L’Ue potrebbe essere vicina a un momento di sviluppo importante di cui potrebbe essere autore non consapevole di questa spinta europeista proprio Vladimir Putin. Questa guerra potrebbe essere un volano di forte condivisione, nel momento in cui vengono messe in discussione valori fondanti quali indipendenza e difesa dei confini e dei diritti dell’uomo. San Marino si ritrova in questo rinnovato spirito europeista. Avremo momenti difficili in parlamento nei prossimi mesi, ma credo che la voglia di essere comunità e di coltivare principi europei sia un qualcosa che terrà ferma la volontà dei paesi europei di fare fronte comune contro le distorsioni. 

Giuseppe Maria Morganti, Libera

La necessità di integrazione in un contesto più ampio per San Marino non può che essere la strada maestra. In questa dimensione, più spinti forse da esigenza che da entusiasmo, l’accordo di associazione è un primo importante passaggio che la Repubblica si accinge ad effettuare e non possiamo che essere contenti dei segnali della Commissione europea, per poter chiudere l’accordo in 18 mesi. Ciò ci induce a muoverci con una determinazione maggiore rispetto al passato. 

La necessità più importante è ora quella di attrezzarci, lo facciamo un po’ in ritardo. Sarebbe necessario avere già una task force, un livello di formazione della nostra amministrazione tale da poterci confrontare con le esigenze che matureranno in questo contesto, purtroppo tutto questo ancora non c’è, se non nella parte di chi ha seguito il negoziato e che non possiamo non ringraziare. Mi riferisco  ai tecnici del Dipartimento Affari esteri. 

Ho sentito più voci di sostegno da parte dell’opposizione rispetto a quelle della maggioranza, non tutta ovviamente. Significa che forse è possibile trovare unitarietà di intenti rispetto ai percorsi da affrontare e per farlo dobbiamo essere convinti fino in fondo sul cosa fare. E di salvaguardare anche quelle che sono le peculiarità delle Repubblica che dovranno integrarsi in nuovo schema di sovranità, quello dell’Ue. In questa fase di negoziato sarebbe opportuno che i 25 allegati vengano uno ad uno discussi nelle sedi opportune, Commissioni o anche tavoli permanenti, cosa fondamentale è che in questi consessi ci sia la rappresentanza delle forze economiche e sociali, ma non solo quelle. Nel paese c’è ben altro e va coinvolto. 

Sinceramente il ragionamento su costi e benefici non ce la faccio più a reggerlo. Non è questa la questione, ma come fare l’accordo, arrivare a definire e integrare esattamente le caratteristiche di un paese come il nostro, le nostre capacità devono diventare leve importanti. E devono essere messe sul tappeto. Altro tema è l’accesso alle forme di finanziamento europee che sostengono investimenti infrastrutturali. Noi oggettivamente non abbiamo visto nulla, a parte finanziamenti culturali per la nostra università. Con l’accordo, ci sarà possibilità di accedere ai finanziamenti?
Questa è una risposta che ancora non abbiamo ricevuto e questa è una delle problematiche da mettere sul tavolo negoziale, pensate alla crisi che ci troveremo ad affrontare in autunno, rimanendo soli e ancorati al debito estero, avremo difficoltà a superare questo frangente. Avendo visto girare la bozza di un Odg, e avendo ascoltato la relazione del Segretario- che è piaciuta molto a noi- è possibile intervenire sulle proposte che state maturando, affinché si possa dire espressamente cosa c’è da fare per recuperare il tempo perso fino ad oggi? Mi auguro si possa produrre un testo unitario di tutto il Consiglio. 

Francesco Mussoni, Pdcs

Entro le repliche cercheremo di condividere il più possibile un Odg , è auspicabile si esca dal dibattito con una posizione unitaria dell’Aula, noi come gruppo abbiamo una posizione chiara di sostegno all’accordo di associazione. Qualche dubbio ci sta, sono temi grandi. Dopo che da molti anni diversi governi hanno dato l’indirizzo per un accordo di associazione, e dopo che la commissione, per la prima volta, ha dato un termine di fine negoziazione per procedere entro 18 mesi, a questo punto non è che non dobbiamo approfondire, valutare, condividere… ma è evidente che non abbiamo un tema di alternativa, dobbiamo chiudere un ottimo accordo per San Marino, che esalti le nostre caratteristiche. Non c’è solo il tema di costi-benefici, ma c’è un tema politico: San Marino è in Europa, con un sentire di popoli e culture che hanno una cultura europea. Noi siamo pienamente in questo contesto. Dovremo potenziare la capacità di entrare nella negoziazione nelle persone che si relazioneranno in futuro con l’Ue, c’è un salto di qualità nell’amministrazione, ma anche nella politica, da fare, della credibilità delle persone. C’è un livello culturale ed economico, il nostro paese ha l’opportunità di fare un salto in avanti di integrazione economica e culturale. Aderire all’accordo significa potenzialmente avere un mercato unico di 500 mln di persone per le nostre aziende. È questo il percorso guidato dal paese negli anni. È veramente un tema complesso che non ha però un’ipotesi ‘b’.  Non facciamo come nel passato, dove mettiamo in discussione l’accordo sulle doppie imposizioni con l’Italia e poi ci ritroviamo in mezzo al mare.  Lavoriamo entro le repliche a un odg. È la partita di tutti.

 

Replica 

Luca Beccari, Sds Affari Esteri

Nel corso del dibattito ho recepito input decisamente positivi, al di là delle sfumature e di qualche preoccupazione, fondamentalmente stiamo parlando di un tema che sta a cuore a tutti e forse ci investe come responsabilità nel traghettare il paese e nel portarlo nel confronto con l’Ue in questa importante opportunità, nel migliore dei modi. Ho voluto rimarcare come questo sia parte di un percorso partito da lontano, credo non sia un caso che anche dall’opposizione siano giunti segnali positivi rispetto questo percorso, come anche immagino che guardare questo impegno e la mole dell’acquis possa spaventare. Condivido quanto ha detto Morganti sull’analisi costi-benefici, ormai abbiamo speso fiumi di parole e nessuno ha la sfera di cristallo ed è in grado di sapere quante imprese arriveranno a San Marino, quanti lavoratori, quante residenze…ma posso immaginarmi cosa devo cercare di mettere a fuoco come paese in termini di adeguamento. Ho citato il modello del  Liechtenstein che prevede un sistema di quote ampiamente più basso del numero di permessi di soggiorno e residenze che noi concediamo annualmente. Ovvio che più di un tot non li possiamo ospitare in un territorio di 62 chilometri quadrati e questo lo capisce anche l’Ue. Posso immaginare che nel mercato del lavoro ci saranno richieste che arriveranno quasi prevalentemente dall’Italia, ma io conosco i dati del mio mercato del lavoro e dobbiamo lavorare per non mettere in discussione il principio europeo della mobilità dei lavoratori, ma possiamo difendere comunque l’identità delle professioni e le possibilità per i sammarinesi di lavorare nel loro territorio. Noi non pensiamo di sacrificare qualche categoria sull’altare dell’Europa, avere un mercato di centinaia di milioni di persone è un elemento competitività indiscussa, consapevoli che oggi dobbiamo affrontare continuamente i disallineamenti del nostro sistema. Si parla del Memorandum di Banca d’Italia, quando sappiamo che deve passare per l’Europa. Ha ragione chi dice che dobbiamo arrivare preparati. Non accetto chi dice che non è stato fatto nulla: non mi risulta che Monaco e Andorra sono pronti con la penna in mano per firmare, perché in questi due anni loro sono andati avanti e noi no. Si può discutere poi se politicamente si può condividere cosa fa o meno l’Europa oggi, ma noi non ci associamo a un governo, a una composizione politica in Europa. Noi facciamo un percorso con l’Ue, ci saranno altre commissioni e non possiamo basare le nostre scelte su chi è al governo, ma sull’opportunità o meno di far parte di un mercato unico che ci darà grandi opportunità, rimanendo uno stato terzo con le sue prerogative. 

 

Francesco Mussoni, Pdcs, dà lettura dell’ Ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari/ l’Odg è approvato con 40 voti favorevoli (e un non votante).  

 

IL CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 

alla luce del riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri circa l’andamento del negoziato in corso per la definizione dell’Accordo di Associazione all’Unione Europea e del successivo dibattito; preso atto della comunicazione della Commissione europea inerente la volontà di concludere tale Accordo con la Repubblica di San Marino, il Principato di Andorra ed il Principato di Monaco nel secondo semestre del 2023; 

CONSIDERATO prioritario addivenire alla stipula dell’Accordo in grado di offrire nuove opportunità di crescita economica e sociale, e di risolvere le criticità esistenti dovute alla condizione di Stato terzo che limitano la competitività del sistema Paese e delle imprese, la mobilità dei giovani, degli studenti, dei cittadini e dei lavoratori della Repubblica; l’opportunità di cogliere la volontà della Commissione di concentrare i lavori del negoziato nei prossimi 18 mesi, al fine di giungere, entro il secondo semestre 2023, ad un auspicabile possibile accordo che tenga conto delle specificità e degli interessi della Repubblica di San Marino; 

VALUTATO che il percorso che San Marino dovrà effettuare per raggiungere l’obiettivo di finalizzare l’Accordo di Associazione entro il 2023 richiede uno sforzo combinato delle Istituzioni europee, degli Stati Membri e dei tre piccoli Stati che stanno negoziando 

PRESO ATTO che la partecipazione dei tre Paesi al mercato europeo deve fondarsi su valori comuni, sull’indivisibilità della quattro libertà del mercato interno e sull’allineamento all’acquis anche per i servizi finanziari, includendo la prevenzione al crimine finanziario e all’antiriciclaggio; CONSIDERATO ALTRESì che tutto ciò dovrà essere svolto in linea con la Dichiarazione dell’art. 8 del Trattato sull’Unione Europea riguardante le specificità di ognuno dei tre Paesi come vera e propria affermazione dell’identità di ogni singolo Stato contraente, e che l’allineamento all’acquis dovrà consentire di trovare il più proficuo punto di equilibrio tra gli interessi delle Parti coinvolte, recependo le specifiche necessità dell’Unione Europea e di San Marino; ESPRIME apprezzamento per l’attività diplomatica finora svolta a livello bilaterale e multilaterale, e per l’attività tecnica esperita; 

RITENUTO che il negoziato debba riguardare e preservare l’integrità delle quattro libertà fondamentali, tanto per l’Unione europea quanto per i tre Stati contraenti, ivi compresi i servizi bancari e finanziari; 

DÀ MANDATO al Segretario di Stato per gli Affari Esteri di proseguire nelle attività del negoziato ricercando le migliori soluzioni per l’implementazione dell’acquis comunitario tenuto conto delle peculiarità del sistema sammarinese. con particolare riferimento ai temi della libera circolazione delle persone, dei lavoratori, della libera prestazione dei servizi e dei servizi finanziari; 

RITIENE fondamentale organizzare le attività del Consiglio Grande e Generale, del Governo e della Pubblica Amministrazione in modo che sia garantito un adeguato confronto istituzionale e disporre le necessarie risorse umane ed economiche per affrontare i prossimi 18 mesi di negoziato, con l’auspicio di concludere l’accordo nei tempi indicati dalla Commissione; 

DÀ MANDATO INFINE al Segretario di Stato per gli Affari Esteri e al Governo:
-di proporre i necessari interventi atti a integrare le normative esistenti con le nuove disposizioni dell’acquis, attraverso verifiche di conformità delle stesse e di quelle di nuova attuazione; 

-di proporre modalità specifiche per un confronto istituzionale permanente sia nell’ambito della Commissione Affari Esteri che in altre forme, al fine di coordinare l’azione negoziale dell’Esecutivo con il Consiglio Grande e Generale; 

-di integrare le risorse del Dipartimento Affari Esteri, anche in via temporanea, e tramite le ordinarie procedure di revisione del fabbisogno generale, al fine di garantire l’espletamento di tutte le attività legate al negoziato, per integrare compiutamente l’acquis comunitario e coadiuvare l’amministrazione nell’applicazione delle quattro libertà, anche con riferimento al recepimento delle istanze e delle indicazioni degli stakeholders del Paese; 

-di compiere un’analisi su tutti i settori della PA al fine di verificarne l’adeguatezza rispetto ai requisiti di funzionamento del mercato unico; 

-di promuovere un adeguato dibattito nel Paese sui temi del negoziato coinvolgendo la cittadinanza ed in modo particolare le associazioni di categoria e le organizzazioni sociali e culturali al fine di meglio individuare i contenuti dell’Accordo in termini di possibilità ed impegni, e di favorire la partecipazione attiva alle scelte che dovranno essere adottate. 

 

Repubblica di San Marino, 12 Luglio 2022/02

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