San Marino. Rete contrario al Des, ma lascia libertà di voto

San Marino. Rete contrario al Des, ma lascia libertà di voto

Movimento Rete contrario al Des, ma lascia libertà di voto come per i temi etici

Crepe nella maggioranza, ma anche nella stessa Rete che rischia di spaccarsi su un tema fortemente politici

ANTONIO FABBRI – In una nota stampa – non inviata a questo giornale come da lista di proscrizione del movimento che ormai si protrae da 4 anni – Rete rende noto che il proprio Consiglio Direttivo si è riunito nella serata di lunedì per esaminare il testo sul Distretto Economico Speciale, “scaturito a seguito dagli incontri di maggioranza svoltisi la scorsa settimana, in vista della Commissione Finanze prevista per mercoledì 5 aprile”. Dopo una lunga premessa sulla necessità per San Marino di attrarre investimenti, il Direttivo di Rete boccia le modalità di investimento così come previste dal Pdl sul Des, ma dice anche che le modifiche negoziate in maggioranza ne hanno attenuato gli effetti.

Così, con una decisione più da Parlamentino democristiano che da Direttivo di Rete, da un lato il vertice del movimento delibera di non dare appoggio al progetto, dall’altro lascia libertà di voto come per i temi etici, manco fosse un pdl sull’aborto o sulle coppie di fatto, su un tema che invece è estremamente qualificante e politico. “Ci si è posti nei confronti del Progetto DES in maniera equilibrata, razionale e costruttiva – si legge nella nota – evidenziandone le criticità al Governo e agli alleati di maggioranza con l’obiettivo di superarle. L’apporto a questo progetto inizia nel mese di dicembre 2022, quando si è chiesto e ottenuto che tale PdL non venisse presentato e discusso all’interno della legge finanziaria, ma che seguisse un iter legislativo ordinario per dare tempo e modo a tutte le forze politiche e sociali del Paese di analizzarlo e discuterlo in maniera più compiuta, richiedendo al Governo di svolgere gli opportuni confronti anche con le parti sociali ed economiche interessate”. Poi prosegue Rete: “Negli ultimi giorni sono stati inseriti anche: la necessità di un riferimento dell’Agenzia di Informazione Finanziaria sui soci promotori del DES prima dell’autorizzazione degli investimenti; il divieto di utilizzare la residenza fiscale non domiciliata per l’elusione del fisco e l’approvazione delle norme sui controlli e sulla trasparenza dei beneficiari effettivi già richiamate dall’Ordine del Giorno successivo all’ultima relazione della Commissione Antimafia. Seppur il PdL risulti con le modifiche apportate, più tutelante e garantista per il nostro Paese, permangono diverse criticità legate alla poca chiarezza sull’investimento che verrà fatto e degli impatti che questo progetto possa avere sul Paese; sulla mancanza di rassicurazioni in merito alle ripercussione sul percorso rispetto all’Accordo di Associazione con l’Europa e sotto il profilo reputazionale anche nei confronti della vicina Italia; la mancanza di un confronto franco e sincero con tutti gli attori del Paese, che oggi vedono il progetto come fumo negli occhi nonostante si sia lavorato alacremente in questi giorni per aumentare tutele e trasparenza. Dopo attenta analisi il Consiglio Direttivo del Movimento ha deliberato di non dare il proprio appoggio al progetto, pur riconoscendo le evidenti migliorie apportate, ma riaffermando il diritto di libertà di voto dei propri Consiglieri. Come già accaduto per i temi etici, cosi per il DES, che non rientra nel programma di governo di questa legislatura”, conclude RETE.

Ora, posto che la libertà di voto sarebbe già nella Carta dei diritti, essendo i consiglieri in aula senza vincolo di mandato, resta da capire quale risvolto politico avrà il discostamento dalle direttive del partito. Resterà da capire in particolare come andrà il voto di questo Pdl, più che in Commissione, in Consiglio in seconda lettura quando ci arriverà. Infatti se la metà o più del gruppo consigliare dovesse, come sembra, sostenere il Pdl, di fatto isolando mister preferenza Matteo Zeppa che si è già professato contrario, ci sarebbe da interrogarsi se il Gruppo consiliare faccia ancora capo al movimento con cui si è candidato o ad altro, e quanto questo generi una spaccatura in Rete che rischia di diventare una forza politica senza consiglieri che rispondono ai suoi vertici. Una sorta di Partito socialista bis. Di certo gli scricchiolii della maggioranza, e di Rete al suo interno, fanno rumore.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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