San Marino. Rete: “La variazione di bilancio non fa tagli alla spesa e non interviene sull’IGR”

San Marino. Rete: “La variazione di bilancio non fa tagli alla spesa e non interviene sull’IGR”

Mentre in Consiglio Grande e Generale prosegue il dibattito sulla variazione di bilancio, il movimento Rete esprime perplessità sulla manovra.

“Il bilancio dello Stato ha un disavanzo strutturale di poco meno di 70 milioni. Questi sono effetto dell’eredità lasciata dai passati governi ma anche quello attuale non si è distinto per la capacità di arginarlo – scrive Rete -. Si dirà: “c’eravate anche voi al governo”: certo! Ma i nostri Segretari non avevano la delega alle finanze, e i nostri voti (lo dimostra il fatto che senza di noi il governo può continuare a stare in piedi) non erano sufficienti a bloccare o a imporre delle misure. Finché abbiamo potuto abbiamo arginato e insistito per introdurre interventi, quando non è stato più possibile ci siamo dimessi, a dimostrazione che la poltrona non si attacca al posteriore di tutti.

Ad esempio il nostro debito è finanziato da un’unica fonte e la sua scadenza è interamente nello stesso giorno, mentre se avessimo consentito anche ai sammarinesi di comperare il debito avremmo potuto avvalerci di fonti differenziate e scadenze progressive.

Nella variazione di bilancio manca quella riforma dell’ordinamento contabile reclamata ormai da tempo, senza la quale è possibile giocare coi numeri in entrata e in uscita, ingannando sul risultato finale.

È una variazione di bilancio che regala ai ricchi (vedi aumento della deducibilità delle imposte pagate all’estero dai trust) e dimentica fasce sociali che sicuramente non hanno un trust.

È una variazione di bilancio che non fa tagli di spesa e non interviene sull’IGR, ma punta sulle “residenze fiscali non domiciliate” (qualche mese fa proposte in favore del DES), che nonostante il nome la maggioranza ci tiene a dire che non sono “fiscali”, per racimolare qualche decina di migliaia di euro da chi finga di risiedere a San Marino, in hotel di lusso che al momento non esistono, col rischio di favorire l’elusione fiscale e un ritorno a quell’economia border line, da cui siamo appena usciti e che sicuramente non sarà un buon biglietto da visita per l’associazione alla UE.

Ma la ciliegina sulla torta è il rating di Fitch, che ha scatenato il malumore del SdS Gatti. Perché stupirsi? I grandi speculatori della finanza mondiale, che sono proprietari delle agenzie di rating, assegnano rating molto bassi per aumentare i tassi d’interesse sul debito dei Paesi. È quello che è accaduto a noi, che siamo stati costretti ad accettare un tasso del 6,5%.

E poi, qualcuno non ha fatto i compiti a casa. A cominciare dalla mancata soluzione sulle criticità del sistema bancario, in particolare sugli NPL, a cui si aggiungono tutte le lacune evidenziate sopra, comprese le continue promesse di portare la riforma IGR elargite dalle Finanze.

Fitch dice che l’uscita di Rete ha indebolito la maggioranza e questo rallenterà la realizzazione delle riforme tra cui quella IGR. SBAGLIATO: RETE se ne è andata proprio perché il governo quella riforma, e tutte le altre riforme promesse, non aveva proprio intenzione di portarle avanti.

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