San Marino. Rf: “Il Governo ha aggravato i problemi finanziari del Paese”

San Marino. Rf: “Il Governo ha aggravato i problemi finanziari del Paese”

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Repubblica Futura

In questi tempi difficili non può che fare piacere apprendere degli ottimi risultati di bilancio dell’anno 2021, annunciati pubblicamente da qualche istituto bancario. Tutti i problemi del nostro sistema finanziario sono dunque risolti? Purtroppo temiamo di no.
Spicca fra tutti l’annuncio trionfale dell’attuale “governance” di Cassa di Risparmio, che ha comunicato alla popolazione sammarinese il risultato “storico” di avere chiuso finalmente in utile il proprio bilancio. A noi sembra che abbia trascurato qualche dettaglio.
Innanzitutto, è stato dimenticato che lo Stato, cioè tutti i sammarinesi, hanno riversato nelle sue casse tanti milioni di euro. Per la precisione oltre 94 milioni che lo Stato ha “restituito” a CARISP prendendoli in prestito all’estero.
Poi il “titolo irredimibile” – una procedura contabile con la quale i debiti di CARISP verso lo Stato sono stati trasformati in debiti dello Stato verso CARISP – ha molto facilitato i suoi amministratori. Rende oltre 9 milioni all’anno di interessi, pagati appunto dallo Stato a CARISP. Certo che se a tutte le società sammarinesi fosse data questa possibilità, l’impennata del PIL sarebbe senza precedenti.
“Così sanno fare tutti”, hanno commentato molti cittadini. Forse, allora, sarebbe stato opportuno meno trionfalismo e più realismo. Alcuni interlocutori bancari, infatti, hanno ricordato altri problemi molto importanti, tuttora irrisolti. Proviamo ad elencarli, anche a beneficio di Rete che, come abitualmente gli capita, ha perso anche in questa occasione il contatto con la realtà.
La gestione dei famigerati NPL, cioè i crediti difficilmente esigibili in pancia alle banche, sembra alquanto misteriosa e fonte di non poche preoccupazioni da parte degli stessi operatori del settore. Tali crediti, eredità in gran parte degli anni Novanta ed oltre – quando “stavamo bene” – pesano minacciosamente sul futuro di tutti i sammarinesi.
Le identità dei grandi debitori, coloro che potrebbero contribuire a recuperare risorse finanziarie preziose semplicemente restituendo quanto preso a prestito, sono tenute gelosamente nascoste ai cittadini da parte dell’attuale governo e di tutti i 44 consiglieri che lo appoggiano.
Continua a mancare l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, e di conseguenza anche con la Banca Centrale Europea. Dopo avere sprecato la finestra di opportunità per chiudere l’accordo entro i primi mesi del 2020, per insediare a tutti i costi l’attuale governo che doveva procedere a testa bassa con la “terra da ceci” in Tribunale, nulla di nuovo. L’ultimo fumoso annuncio fissa nel 2023, forse provvidenzialmente dopo le prossime elezioni, la firma dell’accordo i cui nodi politici e tecnici sembrano tutti in alto mare. Senza questo accordo il futuro del nostro sistema finanziario sarà molto difficile, non potendo avere accesso al mercato dell’Unione Europea.
Le piccole e medie imprese sammarinesi continuano a lamentare la difficoltà di accesso al credito bancario. Questo contribuisce, purtroppo, a peggiorare la situazione di tante aziende già duramente penalizzate dalle conseguenze della pandemia.
Il Memorandum d’Intesa con Banca d’Italia continua ad essere una chimera. Eppure, fu detto e scritto che sarebbe stato sufficiente cambiare governo per raggiungere magicamente l’intesa.
Il disastro di BNS, di cui prima o poi qualcuno dovrà rendere conto per le enormi perdite, continua ad essere nascosto. Come ampiamente prevedibile, la scelta di creare un carrozzone pubblico per un default bancario invece di approfondire altre soluzioni, aggiungerà ulteriori voragini ai conti del bilancio dello Stato.
Il percorso di aggregazione fra istituti bancari, quanto mai opportuno per razionalizzare il sistema finanziario ma sistematicamente ostacolato anche nella scorsa legislatura – per motivi non proprio nobili – è rimasto al palo.
Certo, l’attuale “governance” di CARISP capitanata da Gianfranco Vento nominato da Rete – insediata in tempi rapidissimi dopo le elezioni – ha evitato uno scomodo processo al Segretario Roberto Ciavatta per pesanti offese e minacce durante un’irruzione in una seduta del vecchio CdA. Per Rete un grande risultato, per il Paese certamente no.
Attenderemmo, oltre ai trionfali annunci di grandi risultati ottenuti con i soldi pubblici, anche le soluzioni ai reali problemi del sistema finanziario e del Paese. Problemi che l’attuale governo non solo non ha risolto ma ha addirittura aggravato.

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