Corriere Romagna: Dopo l’apertura della sede negli Stati Uniti, il patron dell’azienda nega «la fuga dall’Italia». E spiega: «Qui abbiamo il centro del “nostro sapere”: non andremo via» /
«Ok gli Usa, ma San Clemente non si tocca» /
Mularoni: «Lì meno burocrazia ma c’è troppa flessibilità. Il rischio? Perdere le specializzazioni»
SAN MARINO RIMINI. «Niente fuga dall’Italia per la burocrazia». Ma nemmeno american dream dove tutto funziona meglio. E soprattutto, niente addio a San Clemente, Savignano o Faetano, sedi dell’azienda. «Noi qui restiamo e un domani non escludiamo di rilanciare e ampliarci: le conoscenze delle nostre maestranze le abbiamo formate in tanti anni e le usiamo anche per insegnare agli operai negli Stati Uniti, nel nuovo stabilimento: non potremmo mai farne a meno». A fugare diversi dubbi sul futuro della Ceramiche Del Conca è il numero uno dell’azienda, Enzo Donald Mularoni, dopo la notizia dell’apertura del centro di produzione a Loudon, nel Tennessee, che ha spalancato le porte a un’ipotesi di addio dalle sedi storiche, a livello locale. «Non c’è nulla di vero, soprattutto non è vero che abbiamo deciso di fuggire per colpa della burocrazia». Lì negli Stati Uniti, l’investimento è stato di quelli pesanti, «circa 50 milioni, con assunzione di 107 persone». Uno sparuto gruppo di operai specializzati arriva però direttamente da qui, dall’Italia: «Hanno fatto le valigie, hanno preso le le loro famiglie e si sono trasferiti in Tennessee». Il motivo, spiega Mularoni, è semplice: «Lì non c’è il nostro know how, le conoscenze sul prodotto che produciamo ed esportiamo, ecco perché non potremmo mai pensare di abbandonare i posti dove siamo nati e cresciuti». E’
comunque vero che dall’altra parte dell’oceano, sotto la bandiere a stelle strisce, ci sono ingranaggi meno farraginosi. «Se devo fare un paragone
dico che gli ampliamenti chiesti per la nostra sede di San Clemente aspettano autorizzazioni da dieci anni: c’è un piano regolatore, ci sono dei tempi precisi e questo è un dato di fatto, mentre lì ci sono procedure molto più snelle che ci hanno portato a realizzare il tutto in pochi mesi». (…)