Superstipendi nel mondo del calcio e dello spettacolo al centro di un convegno a Rimini

Superstipendi nel mondo del calcio e dello spettacolo al centro di un convegno a Rimini

Riceviamo e pubblichiamo.

“Si è tenuta sabato 16 settembre a Rimini presso il cinema Fulgor di Rimini La XXV Conferenza Europea della Fondazione Ing. Rodolfo Debenedetti dal titolo “Superstars workers and firms“, trad. “lavoratori ed imprese superstars“. Dibattito che, ha visto oltre alla presenza di importanti accademici provenienti da vari paesi , il prezioso contributo di Tito Boeri ex Presidente dell’inps e ed attualmente (membro della Fondazione RDB e docente di economia presso l’Università Bocconi). Tra gli argomenti trattati vi sono stati anche approfondite considerazioni sulle altissime retribuzioni dei top manager e di quelle popolari figure professionali come uomini di spettacolo e personaggi dello sport.

In Italia esiste una polemica permanente su questi ultimi stipendi, in particolare sui giocatori del calcio; in molti si chiedono se siano giusti gli stipendi astronomici di alcuni professionisti e se,  un giocatore possa arrivare a valere sino a 110 milioni di euro.

Osservando il fenomeno sotto la lente dei dati economici, le proposte avanzate per limitare il fenomeno sono di due tipi; l’applicazione un limite ai salari percepiti, e viene da osservare che questo limite in molti paesi esiste già (in Canada e  negli USA con il Salary Cap NFL, Lega di football americana ). Altri commentatori propongono una tassazione più elevata degli elevati compensi percepiti dai calciatori; ma rimane una domanda, siamo sicuri che queste economie di costo, vadano ad avvantaggiare la società, inteso come sistema paese?

Nell’approfondito dibattito è emerso come, non vi sono certezze che questi “risparmi” vadano a vantaggio della collettività e servano a ridurre le diseguaglianze sociali di reddito, o vadano a finanziare i vivai delle giovanili, ma è quasi certo che queste economie andranno a vantaggio degli azionisti della società sottoforma di dividendi aumentati.

Va aggiunto che, se una società di calcio può permettersi di pagare molto bene un calciatore e di incrementare i suoi guadagni, di riflesso ciò va anche ad aumentare il contributo pagato alle pensioni di tutti gli italiani oltre al gettito fiscale verso lo Stato.

Secondo stime, il calcio professionistico in Europa vale una cifra intorno ai 25 miliardi di €, con il Manchester ed il  Real Madrid CF (dati Sole24ore) che insieme superano i 3 miliardi di valore societario.

In Italia i professionisti nel calcio sono 3.963, di questi solo il 10%, ossia 391 guadagna oltre i 700mila euro (Dati sito https://www.truenumbers.it/stipendio-calciatori-serie-a/ ).

Quindi in sintesi, occorre accettare come inevitabili gli stipendi stratosferici di alcune giocatori superstar ? Una possibile soluzione la fornisce il Prof. Boeri, suggerendo che intanto sugli emolumenti percepiti si potrebbe tentare di evitare i non rari fenomeni di evasione fiscale e/o elusione fiscale, ossia quando si aggira  una norma tributaria, per eliminare o ridurre le imposte da pagare.

Altra misura emersa nel dibattito, ma di difficilissima concretizzazione, almeno in tempi brevi, è la armonizzazione, verrebbe da dire globalizzazione della tassazione dei redditi e dei  proventi pagati dai vari sponsor, per evitare situazioni di paesi che tassano in maniere abnorme l’attività calcistica ed altri che agiscono come dei veri e propri paradisi fiscali, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti, per cui o le società calcistiche migliori vengono comprate da fondi di investimento arabi, o  allenatori e giocatori migliori o più popolari, vengono arruolati in squadre dei paesi arabi con cifre faraoniche e tassazioni sui guadagni quasi simboliche, e sostenere che l’Arabia Saudita si sta “mangiando” il pallone è solo una triste realtà, ed occorre chiudere i cancelli, prima che tutti i grandi calciatori si dirigano verso la nuova Mecca del pallone.

Pietro Masiello”

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