Rita Rocchetti – Nuovo Quotidiano di Rimini San Marino (www.nqnews.it): I conti del Titano sotto la lente del Fondo monetario internazionale. Una delegazione in Repubblica per fare il punto sugli impegni presi /
La tassa sugli immobili diventa realtà /
Nell’agenda del futuro esecutivo la rimodulazione dell’imposta patrimoniale / Una misura indispensabile per arrivare al varo della legge di bilancio
SAN MARINO. Rimettere a posto i conti è l’imperativo categorico. Passando attraverso il varo della legge di bilancio, ma ancora prima dalla patrimoniale, che come il segretario uscente alle Finanze Pasquale Valentini ricorda, era già prevista dall’anno scorso. Non è stata ancora applicata perché non si è avuto il tempo di emanare il decreto attuativo, ma adesso la tassa sugli immobili diventa una certezza. Sarà compito del nuovo esecutivo rimodularla in base alla situazione economica delle famiglie, che nell’ultimo periodo non è certo migliorata. Per questo Valentini vorrebbe attenuare la stangata che si prospetta per le famiglie sammarinesi. Intanto, dopo gli incontri di Tokio, una delegazione del Fondo monetario internazionale è in questi giorni sul Monte per una serie di incontri informali, a iniziare da quello di
ieri con i segretari alle Finanze e all’Industria, per fare il punto su alcuni impegni che San Marino aveva preso in seguito alla valutazione del Fondo monetario: dalla ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio, alle forme di consolidamento messe in atto per stabilizzare il bilancio.
L’assemblea del Fmi riunita a Tokio nell’ottobre scorso aveva raccomandato alla piccola Repubblica di tener d’occhio la crescita del debito che oggi sarebbe, secondo gli esperti, al 18% del prodotto interno lordo (pari quindi a circa 250 milioni di euro). Sempre secondo il Fondo per effetto del crescente gap che si sta creando tra la dinamica delle entrate (in flessione del 30%) e quella delle spese (ridotte soltanto del 17%) il debito potrebbe arrivare nel 2017 al 30% e portarsi in una zona pericolosa. Ma questa valutazione è stata poi smentita dal segretario alle Finanze che aveva invece parlato di un debito del 3,25% sul Pil. (…)
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