San Marino. Ultima sessione del Consiglio per i Capitani Reggenti Mussoni-Simoncini

San Marino. Ultima sessione del Consiglio per i Capitani Reggenti Mussoni-Simoncini

Prima di concludere la seduta odierna del Consiglio, i Capitani Reggenti, Francesco Mussoni e Giacomo Simoncini, hanno dato lettura dell’indirizzo di commiato ai membri del Consiglio Grande e Generale in occasione dell’ultima sessione del loro mandato.

“Signore e Signori Consiglieri, Signora e Signori Segretari di Stato,

al termine di questa sessione consiliare, l’ultima del nostro mandato, desideriamo condividere alcune considerazioni sul semestre che sta per concludersi.

Sono stati mesi difficili e impegnativi per il nostro Paese e per il mondo intero: per la recrudescenza dell’emergenza sanitaria prima e, in queste ultime settimane, per l’acuirsi della situazione di grave tensione internazionale culminata con la guerra in Ucraina. Una situazione che i Sammarinesi e le Istituzioni vivono con grande apprensione per il carico di sgomento, di dolore e di lutti nella popolazione, per le distruzioni che la guerra reca con sé, toccando negli affetti più cari anche tante persone che vivono accanto a noi e nelle nostre case, per le conseguenze economiche e politiche che essa inevitabilmente determina.

Anche in questi drammatici giorni la nostra popolazione si è prontamente mobilitata, testimoniando l’innato senso di ospitalità che l’ha sempre contraddistinta nei confronti di quanti sono costretti a fuggire dagli orrori della guerra e delle persecuzioni.

Alle associazioni, alle famiglie e a tutte le persone che hanno promosso e sostenuto iniziative di solidarietà e di accoglienza esprimiamo la riconoscenza nostra, delle Istituzioni e della collettività tutta.

Siamo veramente orgogliosi di questa nostra Comunità che anche in questa circostanza non lesina  condivisione e  aiuti ma  al  contrario  è prodiga di partecipazione e sostegno, a conferma dei valori che connotano il nostro Stato e la nostra stessa attività in ambito internazionale.

Accanto   a   questo   pregevolissimo   impegno,   instancabile   deve essere, altresì, quello istituzionale al fine di portare avanti e sostenere ogni iniziativa utile a percorsi di pace: una pace da conseguire attraverso il dialogo e la mediazione e da consolidare attraverso l’affermazione e il rispetto della dignità e dei diritti di ogni essere umano e la preminenza dei principi del diritto internazionale su cui si fonda la convivenza civile tra gli Stati e all’interno degli Stati.

L’obiettivo della pace, della cessazione delle ostilità sono stati anche oggetto dei colloqui tenutisi durante la nostra visita ufficiale nel Regno Unito. Questa visita, così come gli incontri svoltisi durante la nostra partecipazione, lo scorso 2 novembre, alla COP26 di Glasgow e in febbraio all’EXPO  di  Dubai,  sono  stati  occasione  per  rafforzare  il  ruolo internazionale   della   Repubblica,   per   promuovere   l’identità   di   Stato credibile, per ribadire e sostenere la volontà di un Paese che si apre al contesto internazionale, forte dei suoi valori e della sua storia ma anche convinto dei progetti e delle sfide per il futuro.

La politica estera svolge un ruolo del tutto particolare per la nostra Repubblica, chiamata, anche dalla stessa eccezionalità della sua vicenda storica, al compito di rappresentare in ambito internazionale i valori che l’hanno resa possibile e che oggi possono significare opportunità per altre realtà.

Forme più strette ed incisive di collaborazione e cooperazione – con gli altri Paesi e con le organizzazioni internazionali – possono, dunque, dare   un   impulso   formidabile   alla   valorizzazione  delle   condizioni   di attrattività   del    nostro   sistema   Paese,    al    potenziamento   delle   sue opportunità e, quindi, anche allo sviluppo della sua economia.

Siamo assolutamente convinti che è con questa impostazione che San Marino deve porsi e proporsi nei rapporti con gli altri Stati e che è con questa impostazione che anche la prospettiva dell’Accordo di associazione con l’Unione Europea avrà un significato ancora più strutturale.

Forti di questa consapevolezza, non possiamo non rivolgere un’accorata raccomandazione al Congresso di Stato e al Consiglio Grande e Generale, ciascuno per le rispettive attribuzioni costituzionali, ad un impegno responsabile e ad un’azione salda e decisa, capace di affrontare con solerzia le sfide poste da questo momento, di dare riscontro all’attuale situazione di incertezza e di contenere le ripercussioni sul sistema produttivo e sulle famiglie in condizioni di maggior difficoltà.

In più circostanze abbiamo formulato l’auspicio che fossero avviate all’iter legislativo le riforme indispensabili a dare una prospettiva al nostro Paese, garantendone stabilità finanziaria e le condizioni necessarie al rilancio economico, sociale e occupazionale. Le contingenze del momento, per  quanto  gravi,  non  possono  affievolire  l’impegno  per  conseguire  in tempi brevi questi propositi. Il percorso tracciato deve proseguire con sollecitudine, così come deve essere portato avanti con determinazione il confronto   tra   le   parti   sociali,   economiche   e   politiche.   L’obiettivo   è realizzare interventi di ampio respiro e di rilevanza strategica per la nostra Repubblica che deve essere pronta a confrontarsi con nuove sfide e compliance anche sul piano internazionale.

E parlando delle prossime – e auspichiamo imminenti – riforme da compiere, non possiamo sottacere le riforme che nel nostro semestre sono giunte a compimento.

Con nostro compiacimento, l’auspicio e la sollecitazione formulati in occasione della prima sessione consiliare che abbiamo presieduto – e cioè di giungere entro il semestre al varo della riforma dell’ordinamento giudiziario – non sono stati disattesi.

Giovedì  scorso  abbiamo  insediato  il  Consiglio  Giudiziario,  nella nuova composizione esitata dalla Legge Costituzionale n. 1 del 2021. Un Consiglio Giudiziario che diventa non solo l’organo garante dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura ma punto di riferimento per tutto il ceto dei giuristi, luogo in cui si affermeranno non solo diritti, potestà e autorità, ma anche doveri, responsabilità e sanzioni.

All’indomani del completamento delle nomine abbiamo voluto procedere con immediatezza all’adempimento di questa solenne formalità per essere pienamente conformi ai principi introdotti con la riforma e alle raccomandazioni internazionali in essa recepiti.

È stato, questo, l’ultimo evento in ordine di tempo che ha suggellato idealmente il percorso di riforma intrapreso, mesi orsono.

L’ordinamento giudiziario, così come oggi si presenta in virtù delle novelle legislative introdotte, pone il nostro Paese perfettamente in linea agli standard europei pur in continuità e in corrispondenza con le peculiarità dell’ordinamento sammarinese. San Marino ha certamente raggiunto un obiettivo straordinario e di questo siamo profondamente orgogliosi.

Siamo consapevoli – e lo abbiamo rimarcato anche nel predetto insediamento e in occasione della cerimonia di giuramento dei nuovi magistrati – che anche un sistema giudiziario in astratto inappuntabile non può funzionare in “assenza di attori all’altezza del compito” e ci siamo dunque  appellati  all’impegno  di  tutti  i  giudici  perché  adempiano  alle funzioni che il ruolo attribuisce loro, non solo con sicura dottrina e competenza ma equilibrio, autorevolezza, senso istituzionale ed etico, correttezza deontologica.

Un appello alla moderazione, al garbo istituzionale, al rispetto della dignità delle opinioni divergenti, oggi intendiamo rivolgerlo a Voi, a Noi, al Consiglio Grande e Generale, l’espressione più Alta delle nostre secolari Istituzioni e della sovranità popolare di questa Repubblica, sia nell’espletamento delle rispettive funzioni sia nei rapporti con altri poteri dello Stato.

La critica politica è legittima, ma i toni, i contenuti e le modalità di espressione devono sempre aderire a principi di appropriatezza e adeguatezza istituzionale.

Ribadiamo, altresì, in questa circostanza il convincimento che, nell’ambito della leale collaborazione tra gli Organi dello Stato anche il confronto tra gli stessi sia sempre necessario ed utile, e  dunque anche quello tra gli organi politici e quelli del potere giudiziario. Confronto che non significa ingerenza di un potere nell’altro, che non deve diventare una delegittimazione di un potere da parte di un altro, ma piuttosto dialogo corretto e costruttivo, condivisione dei problemi e disponibilità – pur nel rispetto   delle   differenti   attribuzioni   –   a   ricercare   le   soluzioni   più appropriate nel supremo interesse del Paese e delle sue stesse Istituzioni.

Confidiamo   che   queste   nostre   considerazioni   possano   trovare condivisione da parte di tutti, certi che ognuno di noi sia perfettamente consapevole che al legittimo diritto – quali rappresentanti del popolo – di esprimere la propria opinione in ogni organo o istituzione parlamentare, corrisponda il dovere di onorare, anche con i toni, i modi e le forme, la dignità di tali organi ed istituzioni che rappresentano, anzi costituiscono, lo Stato stesso.

E riguardo alla libertà di espressione ci sia consentito fare, infine, alcune considerazioni, con riferimento alle ultime vicende che hanno coinvolto la stampa e l’informazione e che hanno richiamato l’attenzione di tutti sui principi della libertà di opinione e di manifestazione del pensiero quali cardini della democrazia.

Il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero è forse il primo dei diritti politici costituzionalmente tutelati. Esso si esercita nei modi più diversi ma senza dubbio costituisce la base della libertà di informazione. E l’informazione è strumento assolutamente necessario di cultura, di politica, di partecipazione, esercitando quella funzione di controllo diffuso, indispensabile in ogni democrazia sostanziale.

D’altra parte la libertà di informazione non è soltanto un diritto di chi fa informazione, dei giornalisti, di chi scrive sui media, ma è anche e in primo luogo un diritto dei cittadini. Il raccordo e l’integrazione tra i diritti e i doveri che ciascuno di noi ha come persona e come cittadino rendono preminente sull’aspetto del diritto quello del dovere, ossia l’obbligo di esercitare correttamente il nostro diritto, di svolgere i nostri rispettivi ruoli, di adempiere alle nostre mansioni, in piena indipendenza, libertà e responsabilità osservando i diritti degli altri.

Senza entrare nel merito della questione, riteniamo tuttavia opportuno non abbassare mai la guardia per assicurare sempre il rispetto e la salvaguardia di tali principi, così come consideriamo necessario sottolineare il diritto di tutti ad una informazione libera, completa, pluralista e svolta nell’ambito di un corretto esercizio delle attività del settore.

La stessa nostra Dichiarazione dei Diritti riconosce e sancisce che non c’è libertà senza limite e rimette al legislatore ordinario di cercare la soluzione del conflitto tra libertà di informazione e, dall’altro, le esigenze di tutela della società e la salvaguardia dei diritti essenziali di ogni individuo. Se esistono, dunque, criticità, anche a livello normativo, nel loro complesso e delicato equilibrio, riteniamo sia doveroso che il legislatore assicuri il massimo impegno per colmare eventuali lacune e per fugare dubbi interpretativi.

Signore e Signori Consiglieri, Signora e Signori Segretari di Stato,

ci rendiamo conto, alla fine di questo intervento, di aver sottoposto alla Vostra attenzione innumerevoli, non lievi, considerazioni.

Vi ringraziamo per l’attenzione che anche in questo caso ci avete dedicato, rinnovandoVi altresì la nostra gratitudine per aver affiancato il nostro impegno istituzionale in questi sei mesi.

Vi assicuriamo di aver cercato di adempiere al nostro mandato con senso dello Stato e nel rispetto di tutte le forze politiche, adoperandoci sempre per presiedere, con giusto equilibrio e nella piena osservanza delle regole, i lavori di questo Consiglio.

Ai  Capitani  Reggenti  eletti  Oscar  Mina  e  Paolo  Rondelli esprimiamo le nostre felicitazioni unitamente all’augurio più cordiale e sentito per l’impegnativo compito che li attende, certi che sapranno adempiervi con grande responsabilità e nell’interesse supremo dello Stato.

Ringraziamo infine l’Ufficio di Segreteria, l’Ufficio Segreteria Istituzionale, il Cerimoniale Diplomatico dello Stato, gli operatori istituzionali e il personale di Palazzo Pubblico, la Guardia del Consiglio e tutti i Corpi Militari, per la preziosa opera di supporto svolta in questo semestre,   mostrando   attaccamento   e   dedizione   verso   l’Istituto   della Reggenza e gli Organi della Repubblica.

Al termine del nostro messaggio di saluto, in un contesto internazionale che mette in discussione le nostre certezze, rimarchiamo il valore e la forza delle nostra identità e delle nostre Istituzioni che, nel corso dei secoli, hanno garantito al nostro Paese libertà, democrazia e pace.

Una riflessione, quest’ultima, che deve essere anche un richiamo per tutti coloro che ricoprono ruoli istituzionali ad operare sempre con la piena consapevolezza di essere al servizio dello Stato e di agire nel solo interesse generale della collettività.

A tutti voi, Signore e Signori Consiglieri, Signora e Signori Segretari di Stato, il nostro più cordiale saluto unito all’augurio di buon lavoro”.

Discorso fine semestre Reggenza

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