San Marino. Unione commercio e turismo sulla legge consumo: “Ennesime sovrastrutture inutili”

San Marino. Unione commercio e turismo sulla legge consumo: “Ennesime sovrastrutture inutili”

“Il Paese delle sovrastrutture inutili”.

Così l’Unione sammarinese commercio e turismo definisce in una nota la Repubblica di San Marino.

“Mentre si continua a non dare risposte alle imprese, e di conseguenza ai cittadini, ci viene presentato l’ennesimo progetto di legge, il pdl legge sul consumo, nel quale si prevedono nuove infrastrutture, quando non si ha neppure la volontà di valutare le necessità dell’economia reale di questo Paese – dichiara l’Usc -. Da una parte c’è l’intenzione espressa negli ultimi mesi dalla segreteria di Stato Industria, Artigianato e Commercio di una totale liberalizzazione, continuando però ad evitare gli accordi necessari con la vicina Italia in ambito di interscambi economici, poi, ci viene proposto un nuovo progetto di legge già rigettato da Unione sammarinese commercio e turismo mediante prot. n. 30 del 21 marzo 2022”.

L’Unione sammarinese commercio e turismo, nello stesso comunicato, riprende solo alcune delle motivazioni del rigetto, “già ampiamente esplicitate nel protocollo, per sottolineare, ancora una volta, tutte le incongruenze presenti all’interno del progetto di legge sul consumo: 1) non regolamenta nulla di concreto ed è totalmente inapplicabile; 2) non viene indicato il contraente debole, da parte nostra è inaccettabile e inopportuno non considerare come consumatori anche le aziende presenti in questo Paese; 3) il progetto di legge non è proiettato verso una modernizzazione del sistema in merito alla digitalizzazione dei prodotti, non a caso l’abbiamo definito un progetto di legge arcaico e non allineato alle normative europee; non tutela il consumo nel suo insieme, ad esempio non viene citato e regolamentato il credito verso i consumatori in merito ai prodotti finanziari (banche);  5) all’interno del progetto di legge vengono menzionati decreti che verranno emanati successivamente all’emanazione della legge, riteniamo inaccettabile non conoscerne preventivamente i contenuti”.

E ancora: “6) Riteniamo non prenda in giusta considerazione l’entità delle dimensioni del nostro paese e la quantità di segnalazioni ricevute ogni anno creando inopportunamente le ennesime sovrastrutture, al quanto dispendiose, come ‘l’Autorità’ e la ‘Camera di Conciliazione’ consumatori.
Deleterio continuare a sperperare risorse o decine di migliaia di euro, come previsto nel progetto di legge, soprattutto in un momento di ‘casse vuote’.… Pare che a tutto questo ci penserà il Congresso di Stato con la propria discrezionalità, così come viene percepito all’interno del progetto di legge, a stabilire quanto spendere, chi dovrà vigilare sull’operato e le eventuali sanzioni da comminare alle aziende messe in ‘fallo’ da chiunque. 7) non vi è armonizzazione fra tutti i principi citati ma soprattutto consideriamo il progetto di legge deleterio per tutta l’economia esistente risultando, inoltre, per nulla attrattivo per le eventuali nuove realtà economiche”.

“Chiunque può continuare ad esternare i soliti slogan o parole come ‘liberalizzazione’ ma, in un sistema ‘malato e oneroso’ come quello in cui stiamo operando noi imprese, servirà a ben poco la partecipazione o meno di vari soggetti nelle commissioni/organismi che continuano a non avere competenze in merito alla realtà economica di questo Paese – sostiene Usc -. Porre bandierine non aggiusterà il nostro sistema che deve essere rivisto dalle fondamenta e, per fare questo, sono necessarie capacità e competenze”.

“Non comprendiamo con quale logica si propone: da una parte la liberalizzazione del mercato attraverso il ripristino delle ‘concessioni di licenze e società non identificabili’ (fatto peraltro gravissimo e dalle conseguenze negative incalcolabili!) e dall’altra si vuole entrare a gamba tesa su un libero mercato con una legge sul consumo che lederà irreversibilmente tutti i settori, ad iniziare dal comparto commerciale. I cittadini e le imprese sanno per esperienza che i danni prodotti da leggi sbagliate, e di conseguenza pericolose, condite da sperequazione e disparità di trattamento, produrranno danni smisurati per l’intero sistema già oltremodo danneggiato dalle scelte scellerate del passato”, dice l’Unione sammarinese commercio e turismo, che poi chiosa: “È arrivato il momento di scegliere che Paese dobbiamo essere nella sostanza, passando dalle parole ai fatti… Quelli realmente necessari”.

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