Rassegna Stampa – A metà degli anni ‘50 si danzava nelle case private, poi in grandi sale sparse in diverse zone della Repubblica
ALFONSINA GUIDI. Nel dopoguerra, uno dei passatempi più diffusi era il ballo, e anche a San Marino i giovani apprezzavano questo tipo di svago. A metà degli anni ‘50 si ballava nelle case private, poi in grandi sale sparse in diverse zone della Repubblica. Successivamente, con l’introduzione dell’obbligo di un permesso e il pagamento della SIAE, basato sulla lista delle canzoni suonate, alcuni ristoranti e caffè si trasformarono in sale da ballo, ospitando serate di musica dal vivo e danze.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino