Convegno della Scuola Media Kursaal 1984. SALUTO AI CONVEGNISTI

Convegno della Scuola Media Kursaal 1984. SALUTO AI CONVEGNISTI

Convegno della Scuola
Media

Kursaal
1984

SALUTO AI
CONVEGNISTI (Marino Cecchetti)

 

 La Scuola Media Sammarinese, che ha dato vita a questo
Convegno, desidera anzitutto ringraziare l’On.le Deputato alla Pubblica
Istruzione che ha accolto e favorito la nostra proposta,  ha concesso le
necessarie autorizzazioni, ci ha aiutati  a superare le difficoltà che ci siamo
trovati di fronte.

La Scuola Media saluta e ringrazia gli illustri
relatori: alcuni sono a San Marino per la prima volta, con altri già abbiamo
avuto occasione di intessere un rapporto, altri ancora sono, per così dire, di
casa in quanto collaborano da lungo tempo con la istruzione pubblica
sammarinese: a tutti il nostro cordiale benvenuto e l’attestazione della nostra
gratitudine.

Benvenuti i colleghi Presidi e Insegnanti delle Scuole
Italiane che intendono vivere con noi queste giornate per dibattere  comuni
problemi, uniti da comuni speranze: sappiamo delle difficoltà incontrate per
avere le autorizzazioni d’obbligo. Da parte nostra sarà fatto di tutto perchè
trovino una ospitalità degna della nostra tradizione.

Benvenuti i colleghi degli altri ordini della scuola
sammarinese ed i genitori dei nostri alunni: agli uni e agli altri ci lega la
comune responsabilità educativa verso gli stessi ragazzi.

Questo è un anno di rilievo per la Scuola Media
Sammarinese come per la Scuola dell’Infanzia è stato  il 1979, per la Scuola
Elementare il 1981, per la Scuola Secondaria Superiore il 1983.

In questi anni infatti ebbero luogo convegni che hanno
rappresentato, per tali ordini di scuola, la conclusione di un processo di
trasformazione e rinnovamento e, nello stesso tempo, la premessa per riprendere
con nuovo slancio il lavoro educativo.

La Scuola dell’Infanzia sammarinese è stata impostata,
fin dall’origine, con caratteristiche peculiari tutte sue, non esistendo in
Italia una analoga struttura statale generalizzata; la Scuola Elementare e la
Scuola Secondaria Superiore invece si sono modificate rispetto alle analoghe
scuole italiane, per rompere l’immobilismo determinatosi nell’attesa di riforme
annunciate e mai portate a termine.

La Scuola Media Sammarinese non ha problemi di
involucro strutturale o almeno questi non sono così urgenti come lo sono per gli
altri ordini di scuola, in quanto essa è sorta in tempi relativamente recenti e
come quella italiana è già stata ampiamente riformata.

Sorge infatti nei primi anni ‘60, rompendo la
tranquilla e un po’ ovattata atmosfera del vecchio, centenario, liceo classico,
unica scuola secondaria esistente fino a quel tempo. Il Paese vi impiega risorse
notevoli in uomini e mezzi, quando ancora il boom economico a San Marino non
aveva una tendenza consolidata. Eppure si fa una scelta precisa: la nuova Scuola
Media deve essere completamente gratuita; saranno distribuiti gratuitamente i
libri a tutti i ragazzi senza obbligo di resa e sarà gratuito il trasporto dei
ragazzi, anzi si crea per la prima volta e ad hoc, una rete di trasporto
pubblico interno.

In Pratica il servizio dell’istruzione pubblica,  si
uniforma ai criteri del servizio di sicurezza sociale sorto alcuni anni prima:
così il diritto allo studio è messo sullo stesso piano del diritto alla salute:
entrambi, essendo diritti primari, sono gratuiti e generalizzati.

Come la corrispondente Italiana, la Scuola Media
Sammarinese si è rinnovata radicalmente alcuni anni or sono con una nuova
stesura degli orari,  l’introduzione dei nuovi programmi,  l’entrata in vigore
di una legge specifica per la modifica delle modalità di valutazione degli
alunni, di una legge che prevede l’inserimento e la integrazione dei ragazzi
portatori di handicap ed infine della legge che istituisce gli organi collegiali
di gestione.

Il numero non eccessivo di alunni per classe e un
opportuno adeguamento degli organici consentono una discreta flessibilità nella
struttura  interna, la cui responsabilità organizzativa  in parte è affidata ai
Presidi ed ai Collegi dei Docenti, secondo una linea di tendenza che si propone
di stimolare le capacità progettuali degli operatori scolastici.

Il territorio è ripartito in circoscrizioni che fanno
riferimento a tre Scuole Medie, ciascuna con sei corsi completi dalla I^ alla
III^ classe; il che rende ottimale la funzionalità di organi collegiali
fondamentali come il Collegio dei Docenti ed i Consigli di Classe, in quanto
tutti i posti di insegnamento, in ogni scuola, sono ad orario pieno. La
stabilità del corpo insegnante offre la possibilità di poter contare fin dal
primo giorno di lezione sulla presenza di tutti gli operatori, per iniziare
subito con un orario  completo e definitivo.

Le difficoltà. Le difficoltà sono quelle tipiche di una
scuola dell’obbligo con struttura di scuola secondaria, quelle di una scuola che
accoglie i ragazzi nel passaggio della fanciullezza alla adolescenza, momento
molto delicato dello sviluppo, in quanto  si rompono gli equilibri della
cosiddetta “età d’oro”, l’individuo tenta le prime esperienze, saggia le sue
forze, comincia nuovamente a camminare da solo verso l’avventura della piena
maturità.

In questo periodo si sviluppa più rapidamente la
personalità, prendono consistenza le attitudini si prefigurano futuri
comportamenti. Il compito dell’educatore si fa più complesso: occorre conoscere
in modo puntuale l’evoluzione delle capacità intellettive, occorre tener conto
dei sottili e delicati collegamenti psicologici che regolano i rapporti fra i
ragazzi stessi, fra il ragazzo e gli adulti, in particolare fra il ragazzo e gli
adulti che hanno un ruolo specifico come il genitore e l’insegnante da cui il
preadolescente si aspetta amicizia e autorevolezza.

All’insegnante nella fattispecie si chiede di essere al
contempo nella sua classe, proponente-guida, moderatore, consulente, di svolgere
il suo compito con intelligenza e prestigio, senza rinunciare mai alla funzione
di guida, senza impedire, anzi favorendo, il movimento del ragazzo in spazi
sempre più ampi di autonomia.

La Scuola Media esige quindi dagli Insegnanti una
grande professionalità, unita ad un sicuro equilibrio personale e una intensa
carica umana. In questa fascia di età nel rapporto fra ragazzo e insegnante si
attenua il canale della affettività dominante nella Scuola Elementare ma ancora
mancano le basi per il riconoscimento delle capacità professionali e della
scienza del docente, che caratterizza tale rapporto nella Scuola Secondaria
Superiore.

Inoltre i ragazzi all’interno di ogni classe, più che
in altri ordini di scuola, si trovano a differenti livelli di sviluppo
intellettivo e fisico, anche se hanno la stessa età anagrafica. E, purtroppo, la
individualizzazione dell’insegnamento rimane il grande problema di ogni docente
nel suo quotidiano lavoro, al chiuso della propria aula: problema, a parere di
chi parla, troppo spesso sorvolato o trattato con frettolosità nei corsi di
aggiornamento.

È necessario impostare il proprio insegnamento secondo
una visione unitaria della cultura, ma, nello stesso tempo, chiedere un
superamento del globalismo affinchè i temi trattati siano approfonditi secondo
le esigenze della nuova vivacità intellettuale di un ragazzo alla soglia della
adolescenza.

Occorre tanta seria preparazione professionale,
accompagnata da una disponibilità e confrontarsi coi colleghi, con i genitori,
coi ragazzi, da una disponibilità a riconoscere il ruolo di altri soggetti
educativi, sopratutto della famiglia, valorizzando  chiunque abbia una
esperienza di vita e sia disponibile a raccontarla e a indicare gli ideali che
l’hanno mossa.

Le problematiche cui si è accennato da tempo sono
all’attenzione degli operatori scolastici della Scuola Media Sammarinese, sono
oggetto della nostra riflessione e del nostro impegno professionale.

Questo stesso convegno non è frutto di una decisione
estemporanea: si inquadra in un programma di aggiornamento pluriennale in cui
trovano collocazione incontri con esperti per la trattazione di argomenti
specifici, lavori di gruppo sotto la guida di esperti, scambi di esperienze
didattiche  con altre scuole, sperimentazione di nuove metodologie, uso di
strumenti didattici anche sofisticati ecc.

Il numero delle occasioni o le forme di aggiornamento
come questa che inauguriamo oggi potrebbero sembrare, a prima vista,
sproporzionati in riferimento ad una realtà territoriale così piccola: noi li
riteniamo necessari per continuare a tenere vivi, come è nostro intendimento, il
dibattito e l’interesse in un ambiente in cui, la stabilità del corpo docente,
che pure ci assicura tanti vantaggi, potrebbe non facilitare la circolazione
delle esperienze e delle idee.

E questa Scuola vuole mantenersi viva, attenta,
organizzata; vuol rimanere nel paese autonoma entità culturale in grado di
rielaborare, per le finalità che le sono proprie, gli stimoli e le spinte che
vengono dal paese stesso, da altre scuole, da altri enti culturali, da altre
realtà.

E tra le sue finalità ce n’è una particolarissima: far
sì che anche per i nostri ragazzi questo paese che trae la sua peculiarità, la
sua ragion d’essere, dalle lontane libertà comunali, continui ad avere un
significato e che questo significato non impallidisca nè presso i Sammarinesi nè
presso i vicini, alla soglia del nuovo millenio.

Nel titolo del Convegno abbiamo voluto porre l’accento
sul termine cultura: certamente approfondiremo, come è scritto nel programma, i
temi specifici del bagaglio professionale tradizionale di un insegnante della
Scuola Media quali la  didattica, la psicologia, le teorie dell’apprendimento
ecc., ma tratteremo anche temi che a prima vista potrebbero sembrare meno
attinenti quali l’informatica, la fisica, la biologia.

Infatti abbiamo in mente un modello di operatore
scolastico che possegga una adeguata competenza nella propria materia,
accompagnata da una formazione pedagogica e psicologica generale e da una
capacità didattica specializzata, con l’aggiunta di una apertura e di una
preparazione per il lavoro interdisciplinare. Vogliano che sia una persona
colta. E “il capire qualcosa” anche dei settori del sapere del proprio tempo,
nei quali non si è specialisti, è un pò il tratto saliente della cultura.    

La persona colta, come altri ha scritto, è quella che
spazia in modo non superficiale  su diversi settori del sapere, riuscendo a
produrre nel proprio intelletto una sintesi equilibrata in cui la conoscenza e
l’apprezzamento di vari aspetti di quanto la ricerca e l’attività umana hanno
prodotto, permettono l’elaborazione di criteri di giudizio che consentano, per
così dire, di dominare il sapere del proprio tempo.

Il cosa deve possedere in termini di conoscenza e
sopratutto di significati una persona colta è notevolmente variato in questi
ultimi decenni.

Ormai la cultura del tipo “umanistico letterario”, che
pure ieri forniva un insieme organico di conoscenze, deve lasciare il posto a
qualcosa di nuovo che ricostruisca un quadro paragonabile al precedente, sia
pure con contenuti in buona parte diversi, affinchè anche la nostra epoca riesca
a dominare intellettualmente il proprio sapere. È necessario riprecisare un
contenuto minimo di conoscenze diversificate, perchè l’operatore scolastico,
uomo di cultura, possegga una visione d’insieme dei saperi del suo tempo (in
termini di conoscenze, di significati, di principi filosofici),  possegga la
capacità di cogliere sensi, di esprimere giudizi che costituiscano agli occhi
dei ragazzi, dei genitori, dei colleghi, del paese la base del prestigio
intelettuale e di quella autorevolezza,  senza cui non è possibile esercitare
proficuamente alcun ruolo educativo.

Chi vi parla propende per un significato di cultura che
discende direttamente dalla etimologia del termine: acquisire o farsi una
cultura vuol dire, in ultima analisi, coltivare se stessi.

Oggi, questo senso di cultura, è un po’ in ombra nella
scuola perchè sembra che il coltivare se stessi rappresenti quasi una
preoccupazione egoistica che rifugge dalla azione e dalla azione verso
l’esterno, quando invece, a parere di chi parla, questo senso di cultura
garantisce all’apertura verso gli altri e alla nostra azione, autenticità ed
efficacia.

È un senso di cultura strettamente collegato
all’educazione, perchè implica una ricerca della propria identità e la
determinazione della propria collocazione nella società.

Attraverso la Scuola l’individuo viene in contatto con
il ricco sistema di conoscenze faticosamente guadagnate dagli uomini tanto di
quelli che ci hanno preceduto, quanto di quelli che stanno ora accanto a
noi.

Questa funzione della Scuola è ritenuta ormai
insostituibile nel mondo moderno: alcuni dubitano che si possa, al di fuori di
essa, acquisire una visione organica, approfondita e non distorta del passato e
del presente dell’umanità.

La cultura, come pure è stato detto da altri,
ricapitola la strada fin qui percorsa, quella che è statta tracciata dalle
generazioni che ci hanno preceduto e nella quale, volenti o nolenti, ci troviamo
incamminati.

La Scuola deve indurre un atteggiamento centrato sulla
volontà di proseguire quella strada, in modo originale e facendo prendere
coscienza che, mentre è già tracciata per quanto riguarda il passato, è ancora
da aprire per quanto riguarda il futuro e che, in questo lavoro di apertura,
ciascuno ha un compito creativo e personale: questa strada è sempre in
costruzione, poichè ciascuno di noi produce significati e valori, oltre che
interpretare quelli ricevuti, e la sua opera sarebbe sterile se non fosse, nello
stesso tempo, l’accoglimento di un’eredità e l’accrescimento di essa attraverso
un contributo personale.

Il ragazzo avverte in pieno che il diventare veramente
uomo non può esaurirsi nel seguire le orme altrui, ma è anche pronto a capire
che la sua strada non può ridursi ad essere un sentiero perduto, che non si
innesta su nessun tragitto, che non porta da nessuna parte.

È proprio il possesso della cultura, invece, che
consente ai diversi sentieri personali di contribuire alla costruzione di strade
comuni, assicurando nello stesso tempo la realizzazione di sè, l’apertura verso
gli altri e l’azione efficace nel proprio ambiente e nel mondo.

Il ragazzo si ribellerebbe all’idea di applicare
modelli o precetti già belli e fatti alla sua situazione personale che sente
nuova, unica, originale, irripetibile, ma non rifiuta, anzi rivendica, il
diritto ad avere a disposizione una qualche forma di modello o precetto.

Una cultura scolastica che sia ricca anche di valori e
interpretazioni del mondo e della vita, fornirà al ragazzo gli spunti e gli
strumenti per progettare in modo creativo la propria strada orientandola verso
quei valori che gli consentiranno di viverla come giusta, oltre che come
sua.

Termino auspicando che queste giornate possono essere
una occasione di crescita comune per gli insegnanti, per i genitori e per tutti
i partecipanti, per tutta la Pubblica Istruzione.

Alle Autorità della Repubblica e a tutti i convegnisti,
a ricordo di queste giornate, la Scuola Media Sammarinese desidera fare omaggio
di una pubblicazione particolare avente per oggetto il nostro Paese, compilata
per unità didattiche ed in linea con il concetto di cultura di cui si è detto,
che non disdegna ma valorizza le proprie radici.

 

Il Convegno ha avuto luogo al Kursaal sotto la
Deputazione della prof.ssa Fausta Morganti nel
1984.
        

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