Vertici del Psd cacciati dalla sede di Libera, lo strappo appare irreversibile

Vertici del Psd cacciati dalla sede di Libera, lo strappo appare irreversibile

Rassegna stampa – L’episodio si è consumato venerdì scorso, dopo la conferenza stampa dell’aut aut del Psd a Libera, sotto gli occhi attoniti degli esponenti democristiani che si trovavano lì per un incontro.

ANTONIO FABBRI – A 22 giorni esatti dallo scadere del termine, il 30 aprile, per dichiarare liste e coalizioni, ancora non ci sono certezze. Anzi il caos, soprattutto per quelle forze che volevano assicurarsi un viatico senza perigli alla guida del Paese in modo preventivo rispetto al verdetto delle urne, sembra regnare sovrano.

L’episodio che ha riaperto crepe e dubbi si è consumato con la conferenza stampa del Psd di venerdì scorso. Se quella è stata la scintilla, tutto ciò che è seguito è capace di ridisegnare una geografia politica che fino a due giorni fa pareva data per scontata.

Nella conferenza stampa di venerdì scorso, come noto, il Partito dei socialisti e dei democratici ha lanciato un aut aut a Libera: o in coalizione con la Dc e Alleanza riformista o lista unica Libera-Psd-Ps. Esclusa, dunque, una coalizione contrapposta, formta da Libera-Ps più il Psd, a quella Dc-Ar. L’ultimatum del Psd è però andato di traverso a Libera e, nel pomeriggio dello stesso giorno, si è consumato lo strappo che ha in sostanza fatto capire come il progetto, mandato avanti poco più di due mesi fa, non sia più percorribile

Venerdì pomeriggio era in programma, infatti, un nuovo incontro tra Dc, Psd e Libera, presso la sede di quest’ultima. Quando però gli esponenti di vertice del Psd si sono presentati alla porta di Libera, i padroni di casa non li hanno fatti entrare cacciandoli via come ospiti non graditi.

Comportamento etichettato come grave dagli esponenti del Psd, ai quali per tutta risposta gli esponenti di Libera avrebbero replicato come fosse ancora più grave la loro conferenza stampa di qualche ora prima.

Uno strappo consumatosi sotto gli occhi attoniti degli esponenti democristiani presenti presso la sede di Libera per l’incontro. Incontro politico tra Dc e Libera che comunque si è svolto, non senza qualche stupore da parte degli esponenti democristiani.

Come già avvenuto in un primo incontro post scioglimento del Consiglio, era presente al tavolo Marco Severini a fare da facilitatore-mediatore, esprimendo anche delle posizioni circa la strategia politica da seguire per il possibile dialogo tra le due forze. Circostanza, questa, che ha destato qualche perplessità in alcuni esponenti democristiani presenti, qualcuno dei quali non ha nascosto una certa contrarietà.

Sta di fatto che nella giornata di venerdì si è generato un considerevole caos nel giro di poche ore e quello che pareva assodato è diventato incerto e motivo di preoccupazione.

Sabato, poi, in via delle Scalette si è riunita la Direzione del partito e, inevitabilmente, sul tavolo è stata posta una serie di valutazioni su quanto accaduto il giorno precedente.  Non sono mancate valutazioni sull’affidabilità e compattezza, che ormai appare compromessa, degli interlocutori.

A questo punto il quadro risulta talmente caotico che potrebbe essere in discussione persino la coalizione della Dc con Alleanza riformista, che pareva cosa fatta fino a una settimana fa.

Quindi, seppure Libera non si sia ancora espressa ufficia mente sulla presa di posizione in conferenza stampa del Psd, limitandosi per bocca del suo Segretario a confermare ai microfoni di Rtv la propria posizione per una lista unitaria con il Ps e in coalizione con il Psd, proprio quest’ultima opzione parrebbe tramontata, stando alla cacciata dalla sede di Libera degli esponenti del Partito dei socialisti e dei democratici, estromessi dalla riunione con la Democrazia cristiana.

Mai dire mai, comunque, in politica, considerato che siamo stati abituati anche a sterzate, o addirittura a inversioni a “U”, in un battito di ciglia.

Intanto, comunque, la geografia delle liste in corsa potrebbe ridisegnarsi ricalcando pressoché il quadro delle elezioni 2019. Nessuna coalizione, con Ar e Psd che potrebbero trovare un accordo di lista in chiave Npr 2.0, ma questa è solo una ipotesi al momento.

La Dc, qualora fosse effettivamente tramontata l’ipotesi di coalizione con Ar, correrebbe così da sola con la propria lista, lasciando aperta la possibilità ad alleanze post elettorali praticamente con tutti gli altri – Libera-Ps, Rete, Rf, Motus Liberi e Demos (che però ha già dichiarato in suo ‘no’ alla Dc) – che correrebbero ciascuno con la propria lista.

Opzione questa che, checché se ne dica ad uso propaganda, è favorita dall’attuale legge elettorale.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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