“Grave che per colpire una persona si vada a colpire un progetto per la collettività”

“Grave che per colpire una persona si vada a colpire un progetto per la collettività”

Parla Gabriele Geminiani, ideatore del Green Festival, la scorsa settimana pesantemente attaccato da due esponenti pubblici.

ANTONIO FABBRIÈ di una settimana fa la reazione alla presentazione del Green Festival, patrocinato da due Segreterie di Stato, da parte di due esponenti di Rete: un consigliere, Marco Nicolini, e il presidente dell’Azienda di Stato per i servizi in quota al movimento, Francesco Raffaeli. Le parole affidate ai social dai due esponenti, sono state pesanti, peraltro senza che vi fosse contestualmente stata alcuna chiamata in causa degli stessi.

Così aveva scritto Nicolini: “Finanziare un miserabile individuo che da anni fa la questua per ogni partito sammarinese mettendo sul piatto, come contropartita, semplicemente l’andare sui social ad insultare gli avversari politici. Finora tanta pochezza era giunta solo da un partito di opposizione, ma se anche due Segretari di Stato cominciano con questa strategia, il fondo non dovrebbe essere così lontano”.

E in risposta Raffaeli: “Un individuo che non perde occasione per denigrare senza ritegno chiunque non appoggi le sue iniziative che per troppo tempo la Repubblica ha assecondato e favorito merita di essere allontanato dal nostro Paese”.

Parole che hanno ferito il destinatario degli strali, Gabriele Geminiani, ma anche tutti coloro che lavorano all’iniziativa del Green Festival e hanno colpito pure le segreterie che hanno patrocinato l’evento.

Geminiani, come mai si è sentito ferito? “Penso che siamo arrivati ad un punto in cui sia le parole che le azioni debbano tornare ad avere un significato preciso. Specialmente se provengono da figure istituzionali che nella società dovrebbero essere modelli di riferimento. Lavorando molto con i giovani e per i giovani, da diversi anni sostengo che una ripartenza del sistema paese non possa che avvenire secondo due imprescindibili parole che racchiudono al loro interno un intero programma politico: etica e meritocrazia. Per questo motivo penso che non si possa continuare a sorvolare nei confronti di questo modo violento e arrogante col quale una parte della classe politica si esprime ormai senza farsi alcuna remora, sdoganandolo alla fine all’intera comunità”.

Ma queste prese di posizione derivano da ruggini pregresse? “Guardi, non saprei. Certo sono stato critico, credo legittimamente, verso certi atteggiamenti, ma non penso che una reazione del genere sia giustificabile. Nel periodo pre-elettorale come associazione avevamo diligentemente incontrato le diverse forze politiche in campo e paradossalmente i più tiepidi, per non dire indifferenti, erano proprio quelli che nel loro programma, ma persino nel loro acronimo, incarnavano lo spirito e i valori ambientalisti (nell’acronimo di Rete, l’ultima E sta per Ecosostenibilità). Quando poi nel 2020 facemmo un lettera aperta rivolta alle Segreterie di Stato per un confronto sui temi che stavamo portando avanti, non ricevemmo alcuna risposta, e anche questo è un dato che dovrebbe far riflettere. Lo scorso anno, visto il silenzio tombale, inviammo una lettera aperta a tutti i partiti e, guarda a caso, gli unici da cui ricevemmo una risposta furono i partiti dell’opposizione. Per cui è normale che si dialoghi con tutti quelli che hanno l’educazione di rispondere senza però dimenticare che nel governo precedente c’erano proprio loro a non brillare nei ruoli di cui si parla. Di seguito, quando l’ultima volta che incontrammo il Cda di Aass e illustrai il nostro percorso fino a quel momento, trovai persone che scrollavano il cellulare e il suo Presidente, appunto Francesco Raffaeli, senza un minimo di riscontro o dibattito sui temi messi sul tavolo, ci dicevano che non c’erano soldi, ma ad Aass non si chiedeva l’elemosina, ma di dar voce in qualche modo a quella che penso sia proprio una loro mission, e cioè di fare cultura ambientale sul territorio”.

Che cosa la rammarica di più di questo episodio? “Ritengo grave che si vada a colpire un progetto per la collettività per colpire una persona. Per colpire Gabriele Geminiani si vuole affossare un festival ecologico promosso da un’associazione culturale sammarinese e che dà lavoro a fornitori e professionisti sammarinesi. Sì colpiscono anche aziende, associazioni, enti che credono in questo progetto e su questo progetto investono risorse. Per non parlare poi del biasimo verso le due segreterie del governo che sostengono.

E poi…”. E poi? “Quando Raffaeli scrive che il soggetto non gradito va allontanato da San Marino tocca un terreno estremamente sensibile e pericoloso. Spiega più di mille parole una vignetta consegnatami da un amico (foto) all’indomani degli attacchi social. Questa frase potrebbe essere letta come un invito a dare un calcio nel sedere all’italiano che, per qualsiasi motivo e magari pure a torto, si ritiene dia fastidio. Mi pare che posizioni di questo tipo rischino di fomentare un odio che non va di certo alimentato con tali affermazioni”.

Ma di fronte a questa affermazione, ha informato gli organismi che si occupano degli italiani all’estero? “Di fronte a parole di questo tipo, che oltre che gravi ritengo suonino anche come intimidatorie, non ho potuto che mettere al corrente sia l’Ambasciata d’Italia a San Marino sia il Comites. E sono sicuro che vaglieranno nei dovuti modi su quanto accaduto. Se passa questo linguaggio e un messaggio del genere, si rischia di sdoganare la messa all’indice di qualsiasi italiano o frontaliero.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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