Aborto legale a San Marino, Movimento Rete soddisfatto per l’approvazione della legge

Aborto legale a San Marino, Movimento Rete soddisfatto per l’approvazione della legge

“Il 31 agosto 2022 è una data che rimarrà nella storia della nostra Repubblica: finalmente San Marino ha adottato una legge che consente l’interruzione volontaria di gravidanza”.

Così Rete sull’approvazione, da parte del Consiglio, della legge per la legalizzazione dell’aborto a San Marino, sottolineando in un comunicato che “non è stato certamente un percorso facile e lo dimostra il fatto che è servito un referendum popolare approvato con il 77,3% per smuovere una politica sorda e assente di fronte alle azioni portate avanti dalla cittadinanza negli anni”.

Istanze d’Arengo, progetti di legge di iniziativa popolare fino al referendum dello scorso anno, promosso da Unione donne sammarinesi, “hanno sicuramente contributo a sviluppare una coscienza individuale e collettiva su questo tema”.

I diritti delle donne “spesso, troppo spesso, sono stati considerati secondari, sacrificabili per ragioni di Stato o di governo, strumentalizzati, più che portati avanti per senso di giustizia ed equità”.

Rete, che “da sempre annovera tra i suoi valori anche i diritti civili, ha lavorato per recepire la volontà popolare, scevra da strumentalizzazioni politiche, anche a costo di ricevere critiche eccessive, pur di raggiungere l’obiettivo finale: una buona legge”.

Sempre il movimento di governo ritiene che il progetto di legge emanato dal governo, redatto anche dalle segreteria di Stato per gli Affari Interni e la Sanità, a seguito dell’esito referendario, ampliato e integrato in sede referente, “sia uno strumento utile, operativo e innovativo”.

E ancora: “Non possiamo nascondere la nostra soddisfazione, in quanto molte delle proposte di Rete, previste anche nel progetto di legge sulla salute sessuale e riproduttiva depositato oltre un anno fa dal movimento, sono confluite in questa legge”.

“Un consultorio gestito interamente dall’Istituto per la sicurezza sociale, libero da obiettori di coscienza e aperto all’intera popolazione per tutte le necessità legate alla sfera sessuale e riproduttiva, aliquote agevolate per i contraccettivi, rafforzamento della tutela della privacy, programmi di prevenzione e di educazione anche nelle scuole per una sessualità cosciente e responsabile, un sistema di monitoraggio specifico sull’interruzione volontaria della gravidanza, fenomeno fino ad oggi di fatto sconosciuto nei dati”, sostiene Rete, che poi aggiunge: “Ciò che conta, tuttavia, è la consapevolezza che questo risultato storico si sia raggiunto perché anche i partiti fortemente conservatori hanno dovuto prendere atto della maturità e della volontà precisa della maggioranza dei cittadini”.

Il passaggio in Consiglio Grande e Generale, durante la seconda lettura, “ha poi corretto ulteriormente il testo licenziato dalla Commissione togliendo il concetto di aborto come extrema ratio e di tutela della vita dal suo inizio: terminologie apparentemente innocue ma che avrebbero creato gravi problemi interpretativi e applicativi dell’intera legge”.

“Non una mediazione al ribasso, quindi, ma una prova di maturità politica dove ogni gruppo politico ha lavorato per dare piena attuabilità alla legge che andrà difesa nel tempo e dalla quale sono stati eliminati tutti quei principi ideologici, interpretabili e discrezionali – dichiara il movimento di maggioranza -. Il risultato finale, inimmaginabile sino a qualche settimana fa, è stato dunque quello di un testo che non solo recepisce il referendum regolamentando l’interruzione volontaria della gravidanza ma contiene tanti ulteriori aspetti innovativi e qualificanti che completano il percorso verso una maternità consapevole.

I 32 consiglieri che hanno votato favorevolmente la legge “non solo hanno dato riconoscimento dell’enorme lavoro svolto in Commissione e in Consiglio Grande e Generale ma hanno dato un messaggio alla cittadinanza, cioè che la popolazione può confidare nelle istituzioni”.

“Crediamo che il testo emanato conferisca dignità a tutte quelle donne lasciate sole, ignorate, colpevolizzate e messe, ipocritamente, al confine dal proprio Stato per aver deciso d’interrompere una gravidanza. Siamo infine onorati, come Rete, di avere potuto collaborare al superamento di questa ingiustizia, consapevoli che da domani prosegue il lavoro verso la conquista degli stessi diritti di cui godono i cittadini delle democrazie più evolute”, chiosa Rete.

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