Banche, Consiglio spaccato sulle conclusioni della Commissione d’inchiesta: approvato l’odg della maggioranza

Banche, Consiglio spaccato sulle conclusioni della Commissione d’inchiesta: approvato l’odg della maggioranza

Nonostante i tentativi di mediazione e gli auspici della vigilia, il Consiglio Grande e Generale non è riuscito a terminare il dibattito sulla relazione della Commissione di inchiesta sulle crisi bancarie con una linea univoca. Anzi.

Maggioranza attuale ed ex maggioranza si sono divisi nella lettura degli avvenimenti degli ultimi 20 anni che hanno portato ad un danno per le casse pubbliche di oltre 1 miliardo e mezzo di euro. I primi hanno posto maggiore enfasi sull’infiltrazione del così detto gruppo Confuorti, palesatasi ed interrotta nel corso della scorsa legislatura, i secondi hanno calcato più la mano sulle responsabilità politiche dei governi a guida Dc-Socialisti degli anni ’90 e 2000.

Al termine del dibattito, nella tarda serata di ieri, gli ordini del giorno depositati sono stati addirittura 5: uno da parte della maggioranza e due a testa da parte di Libera e Repubblica futura. Le forze di minoranza, accanto alla propria lettura degli esiti della Commissione, hanno presentato anche un documento a testa sul tema dei politici – soprattutto passati – che risulta abbiano debiti con le banche.

Tra tutti quanti il Consiglio ha approvato soltanto l’ordine del giorno della maggioranza con 32 voti favorevoli, 13 contrari e 1 astenuto. Ma anche la stessa coalizione che sostiene il governo ha visto al proprio interno diversi distinguo. Ad esempio il consigliere Dc Pasquale Valentini, pur ribadendo il non apprezzamento degli odg della minoranza, ha spiegato al microfono di non riconoscersi nelle conclusioni sottoscritte dalla propria maggioranza e per questo non ha partecipato alla votazione. Posizione analoga anche da parte di Iro Belluzzi, del gruppo Npr, area Psd, che si è astenuto.

Ecco dunque l’odg della approvato:

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio Grande e Generale

Preso atto

dei contenuti della Relazione della Commissione Consiliare d’inchiesta depositata a termini di legge il 2 dicembre 2021 – come espressamente indicato al capo II della Legge Costituzionale N.2 del 14 giugno 2019 – e considerando che la commissione aveva il compito di individuare le eventuali cause che, più in generale, hanno determinato la crisi del sistema finanziario sammarinese, mettendo in luce possibili responsabilità politiche, gestionali o amministrative rispetto all’attività degli Istituti di Credito coinvolti, con particolare attenzione ai deficit di vigilanza e di controllo nell’erogazione del credito e di fornire una chiara analisi dei fatti intervenuti nel sistema, esplicitando eventuali responsabilità;

Premesso

che il lavoro d’indagine condotto dai membri della Commissione d’Inchiesta ha prodotto una relazione aderente al mandato ricevuto;

Fatti salvi

I rilievi penali di interessi ed eventuale competenza dell’Autorità Giudiziaria;

Rilevato che

l’esito della gestione delle banche e delle finanziarie, le cui licenze vennero concesse massivamente da parte dei governi succedutisi fra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, in assenza di un quadro normativo che ne regolamentasse la vigilanza, ha portato ad ingenti danni economici e reputazionali per il Paese;

l’assenza di concrete ed efficaci strategie di sviluppo del sistema finanziario unitamente alla crescita del sistema bancario sulla base dei “tre capisaldi” – anonimato societario, segreto bancario e differenziale fiscale – ha senz’altro favorito un benessere diffuso, che si è dimostrato effimero ed ha progressivamente allontanato il Paese dal percorso di trasparenza che si stava impostando all’interno degli organismi internazionali;

gli attentati terroristici del 2001 portarono la Comunità Internazionale a riflettere sulla necessità di adottare provvedimenti di contrasto al terrorismo, con particolare attenzione al settore finanziario, mettendo sotto osservazione i Paesi che mostrarono resistenza a tale cambiamento;

la mancata firma dell’Accordo di Cooperazione con la Repubblica Italiana nel 2005 ha contribuito ad alimentaretensioni con i principali interlocutori istituzionali del Paese che, a partire dalla seconda metà degli anni 2000, trattarono con aperta ostilità il sistema bancario sammarinese e produssero effetti economicamente molto negativi per la Repubblica di San Marino, soprattutto sugli ingenti investimenti nel Gruppo Delta;

soltanto nel 2008 la Repubblica di San Marino avviò un percorso di riconversione del sistema economico e della propria normativa adeguandoli agli standard internazionali relativi alla trasparenza finanziaria e fiscale ed al contrasto al fenomeno del riciclaggio, condotto dai governi del Patto per San Marino e di San Marino Bene Comune;

il percorso di trasformazione del Paese fu generato anche da un profondo processo di rinnovamento e di distanziamento operato dai partiti di ispirazione democristiana e socialista, profondamente cambiati negli obiettivi e nelle scelte strategiche rispetto a quelle fatte dagli anni ‘90 al 2008;

successivamente all’uscita dalla “Black List” nel 2014, la Coalizione San Marino Bene Comune tentò di affrontare la crisi di Cassa di Risparmio e Delta, con aiuti per centinaia di milioni di euro dallo Stato, senza giungere ad azioni risolutive anche per l’assenza delle risorse necessarie per una massiva azione di ristrutturazione di Cassa;

il 21 gennaio 2016, la maggioranza di allora votò in Consiglio Grande e Generale il gradimento per Wafik Grais, nonostante le diverse anomalie anche contenute nel bando di selezione – come, ad esempio, la fuga di notizie sul quotidiano l’Informazione;

il tema centrale e di grande contrapposizione, che nel 2016 portò alla caduta del Governo formato da PDCS-NS-PSD-AP ed alla formazione del Governo di Adesso.sm, fu la diversa visione sulle scelte che dovevano essere fatte sul sistema bancario e finanziario – in particolare sulla revisione della qualità degli attivi (AQR). Questa diversità di visione provocò la scissione del PSD proprio su questo tema, spaccando il partito sulla strategia portata avanti dal Presidente Grais, e la contrapposizione fra DC che voleva un piano di strategico di ristrutturazione e rilancio  del sistema Bancario che doveva essere sostenibile e graduale, ed AP che invece voleva un intervento diretto e immediato sulla svalutazione degli attivi, poi realizzata con l’avvento del Governo di Adesso.sm, che non ha avuto la capacità di contrastare la strategia portata avanti da Grais e Savorelli;

il Governo Adesso.SM, composto dalle attuali compagini di opposizione, per affrontare i problemi di Cassa di Risparmio e del sistema bancario, si affidò agli esponenti della Banca Centrale guidata da Grais e Savorelli – che perseguivano un piano criminale orchestrato dal “Gruppo Confuorti” in combutta con il “Gruppo Grandoni” -, cui diede carta bianca; inoltre, avvallò e difese ogni decisione di tali soggetti, dimostrandosi incapace di risolvere i problemi del sistema bancario emersi ed acuiti in quel periodo, ma anche di non ascoltare per tempo le denunce che da più parti provenivano circa l’attuazione di quel piano criminale.

i valori di vendita del portafoglio Arcade sono risultati artatamente manipolati: il prezzo a cui è stato ceduto tale portafoglio risulta totalmente inferiori al mercato, in quanto le analisi dei crediti suggerivano valori di recupero distintamente superiori, ma furono prospettate spese di recupero intenzionalmente gonfiate che facevano apparire il prezzo proposto come conveniente. Il CdA di Cassa di Risparmio di allora recepì acriticamente tali assunzioni, sulle quali anche la Vigilanza di Banca Centrale avvallò, e nessuno tenne in considerazione l’ordinanza del Tribunale ( P.P. 500/2017) che metteva in dubbio la gestione dell’Istituto.

Considerato inoltre

che dai contenuti della relazione della Commissione d’Inchiesta, il Consiglio Grande e Generale ha il dovere di riconoscere le criticità che hanno caratterizzato quel percorso e i passaggi che sono serviti per sanarle; percorsi necessari a recuperare l’indispensabile credibilità interna ed internazionale di cui il Paese ha bisogno per guardare con positività alle prospettive future;

che la necessità, prioritaria, è quella che tutte le forze politiche cerchino di convergere su valutazioni e decisioni che siano in grado di mettere il Paese a riparo dai comportamenti illeciti che hanno nel tempo provocato i danni che, sia sul piano economico che reputazionale, sono ricaduti su tutta la Comunità sammarinese;

che emerge con forza la necessità di impostare delle efficaci linee di sviluppo del sistema finanziario nel solco delle raccomandazioni del FMI, delle caratteristiche attuali e prospettiche e del mercato dei capitali, accelerando la procedura di accordo di associazione con l’UE, senza condizionamenti ideologici o di parte che limitino la crescita e le potenzialità del comparto.

Tutto ciò premesso e considerato

Censura

La scelta politica di sviluppare a San Marino una piazza finanziaria attraverso una concessione di licenze bancarie e finanziarie  a  soggetti  inidonei  e  con  modalità  viziate  da  interessi  affaristici, tutt’ora oggetto di procedimenti penali, in  un  contesto  privo di  un  adeguato  sistema  di  regole  e  di  presidi;

La scelta intrapresa da Cassa di Risparmio nell’investimento in Delta che superò i limiti previsti dalla normativa di vigilanza, non adeguatamente monitorata dai governi di quel periodo;

La scelta politica di non firmare l’accordo con l’Italia del 2005;

Il piano criminale ordito ai danni dello Stato portato avanti da una vera e propria associazione per delinquere che mirava alla chiusura di Asset Banca, concorrente di Banca Cis, e l’affossamento di Cassa di Risparmio per acquisirne il controllo;

Il “gruppo Confuorti” composto da Francesco Confuorti, Wafik Grais, Lorenzo Savorelli, Filippo Siotto, Mirella Sommella, Ugo Granata, Giuseppe Pedrizzi, Maurizio Dispinzeri, Roberto Venturini, Giambattista Duso, Francesco Pastore, Raffaele Mazzeo, Mario Galliano, Roberto Moretti, Nicolino Romito, Luigi Borri, Massimo Cotella e Giuliana Michela Cartanese e il “gruppo Grandoni” composto tra l’altro dallo stesso Marino Grandoni, Daniele Guidi, Maria Stefania Lazzari, Simone Celli, Alberto Buriani e Fabio Zanotti che, oltre a quanto già analizzato nella precedente relazione della Commissione d’Inchiesta, hanno agito mostrando la volontà comune di portare avanti un piano mirato a favorire interessi particolari;

la scelta del Governo e la maggioranza di Adesso.sm di aver concesso ratifiche e manleva per gli atti prodotti dal gruppo Grandoni e Confuorti, di non avere promosso azioni di responsabilità nei confronti di Savorelli, Grais e del CdA presieduto da Romito, e di non aver impedito che il Paese e le sue istituzioni cadessero nelle mani di un vero e proprio “Governo Ombra”.

La scelta di vendere i crediti Npl di Delta riferiti al pacchetto Arcade al prezzo artatamente manipolato, senza aver adeguatamente approfondito le risultanze contenute nell’ordinanza del tribunale dell’ottobre 2018 (P.P. 500/2017)

Dà mandato

al Presidente della Commissione d’Inchiesta di trasmettere la relazione finale e tutto il materiale ad essa allegato al Tribunale, affinché la Magistratura possa vagliare se vi sono elementi utili ai fini di indagine;

al Congresso di Stato di porre in essere tutti gli atti e le azioni volte a recuperare quanto più possibile del danno economico subito dallo Stato e dai cittadini;

al Congresso di Stato di definire un piano generale di interventi normativi volti ad individuare su quali pilastri basare la sostenibilità finanziaria del Paese e, in particolare, attraverso quali azioni e quali strategie riportare il sistema bancario ad essere elemento attivo e propulsivo del sistema economico e sociale;

al Congresso di Stato di produrre, entro marzo 2022, interventi normativi volti al recepimento delle raccomandazioni del Quarto Ciclo di valutazione del GRECO per quanto riguarda i Membri del Consiglio Grande e Generale in particolare rispetto alla pubblicazione dei patrimoni, dei redditi, dei debiti e delle partecipazioni dei Parlamentari;

al Congresso di Stato di elaborare una normativa al fine di contrastare le influenze che possono avere i soggetti economici, anche internazionali, in ambito finanziario ed istituzionale.

al Congresso di Stato e al Cda di Cassa di Risparmio, per quanto di competenza, di attivarsi a seguito delle recenti risultanze del processo di Forlì, che ha visto decadere i capi di imputazione pendenti su Cassa di Risparmio nel processo “Varano”, rimettendo in discussione tutto l’impianto accusatorio costruito sulla gestione di CARISP, che hanno generato un danno mediatico ed economico enorme per la banca e per l’intero sistema sammarinese.

 

digià

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