Presunta truffa ai danni di Alì Turki, in due finiscono a giudizio
ANTONIO FABBRI – Si era già avuto notizia, nel dicembre del 2018 di denunce presentate da Mohammed Ali Turki, tramite il suo avvocato Stefano Caroli, che riteneva di essere stato truffato nell’ambito di operazioni che hanno ruotato attorno alle vicende di Banca- Cis.
Denunce presentate sia presso il tribunale di Rimini, dove secondo quanto si era appreso era stato aperto un fascicolo di indagine, sia a San Marino dove parimenti era stata aperta una inchiesta.
Le denunce sia sul Titano che a Rimini erano per importi rilevanti per decine di milioni. A quanto si sa, tuttavia, la denuncia a Rimini ha visto l’archiviazione, così come sul Titano, per una parte. Rimasta in piedi, invece, una contestazione legata ad una presunta polizza assicurativa.
La prima udienza del processo è fissata per venerdì prossimo 21 gennaio e dovrà essere celebrata davanti al giudice Giovanni Belluzzi, per l’impossibilità degli altri giudicanti di condurre il processo avendo condotto indagini o atti su procedimenti in qualche modo legati a quello arrivati a giudizio
Secondo l’accusa contenuta nel capo d’imputazione, l’imprenditore di origine egiziana residente a Urbania, Mohammed Ali Ashraf e Flavio Pelliccioni, in concorso tra loro, avrebbero ingannato Turki nell’ambito di una operazione di finanziamento.
Secondo la prospettazione dell’accusa, Ashraf avrebbe millantato la propria solidità finanziaria e i propri rapporti economici, facendo credere a Turki che, effettuando il pagamento di una polizza da 1.150.000 euro al broker assicurativo “FLP Capital LLC LP”, avrebbe ottenuto un finanziamento di 32 milioni di euro e oltre da una società della Lettonia denominata “Sia 2Ciy”.
Secondo l’accusa in realtà quanto versato da Turki è andato per un milione alla FLP Capitale e per 150mila euro a Pelliccioni. Nonostante il pagamento della presunta polizza, tuttavia, Turki non ha ottenuto il finanziamento prospettato nè la restituzione del denaro. Di qui secondo l’accusa, il raggiro. Del quale i due imputati dovranno rispondere.
Accuse che, già all’epoca della denuncia, Ashraf, tramite il suo avvocato, Chiara Taddei, aveva rigettato diramando una nota stampa ai giornali. Posizione che presumibilmente terrà anche nel processo la cui prima udienza, si diceva, è fissata per venerdì.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino, pubblicato integralmente dopo le 19