Consiglio Grande e Generale di San Marino, seduta pomeridiana di martedì 12 marzo 2024

Consiglio Grande e Generale di San Marino, seduta pomeridiana di martedì 12 marzo 2024

I lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono dall’esame del Decreto Delegato 18/12/2023 n.185 – “Disciplina delle attività economiche”, che viene infine ratificato al termine della seduta pomeridiana.

Così il report di Aska News, che aggiunge: “Dopo l’approvazione di alcuni emendamenti modificativi presentati dal Governo, il dibattito si infiamma su un emendamento del movimento Rete, che propone l’abrogazione dell’articolo 15 “Disposizioni in materia di sedi”.

“Rispetto alle disposizioni in materia di sedi si va a stravolgere l’impianto normativo e di fatto viene fatta una sanatoria edilizia sulle sedi e su come vengono adibite” attacca Emanuele Santi (Rete). “Una riflessione va fatta. Il settore delle bevande è stato interessato proprio di recente da un’indagine rilevante” aggiunge il consigliere di Rete. Il riferimento è alla recente inchiesta della Guardia di Finanza “Ultimo brindisi” che ha coinvolto anche una società sammarinese.

“La logica che ci approccia a questo testo – è la risposta del Segretario di Stato Fabio Righi – è che chi vuole aprire una attività lo faccia con le migliori intenzioni. Abbiamo voluto allineare il nostro sistema a quello che avviene in altri contesti: prevedere nella stessa sede la presenza di più operatori e più attività. Naturalmente con tutti i presidi e i controlli”. “L’idea è interessante, ma credo vadano messi prima dei paletti precisi – avverte Daniela Giannoni (Rete) -. Chi vuole intraprendere questa attività deve avere un progetto preciso per evitare l’inquinamento della produzione”. Per Elena Tonnini (Rete) “questa norma introduce liberalizzazioni e semplificazioni a cui però non corrispondono maggiori garanzie”. Pronta la replica di Carlotta Andruccioli (Domani – Motus Liberi): “Noi siamo per la semplificazione, non per l’anarchia. I paletti vengono già inseriti. Le disposizioni sanitarie rimangono e sono la conditio sine qua non”. Mentre Vladimiro Selva (Libera) solleva il tema “dei parcheggi”.

Il Segretario Righi, in replica, respinge le critiche. “E’ già richiesta al comma 4 una planimetria specifica sulla divisione degli ambienti. Non è corretto dire che si superano i controlli, che permangono e restano. Non c’è una liberalizzazione che non ha contrappesi eliminando i paletti che la legge già prevede”. Sull’operatività, la volontà resta quella di “essere sempre più tempestivi e stiamo andando proprio in quella direzione”. L’emendamento di Rete è infine respinto dall’Aula, così come viene respinto un altro emendamento modificativo dell’articolo 17, sempre firmato dal movimento. Le perplessità di Rete riguardavano in particolar modo il comma 6 in base al quale “per i titolari di autorizzazione individuale e per i lavoratori autonomi di cui all’articolo 10  che assumono incarichi istituzionali incompatibili con l’esercizio di attività economica, il periodo massimo di cui al comma 3 è prorogato sino al termine dell’incarico medesimo”.

Viene poi presentato, sempre da Rete, un emendamento (poi respinto) modificativo dell’articolo 22 sul “commercio in forma ambulante”. “Oggi la possibilità di commercio all’ingrosso ambulante è consentita – spiega il Segretario di Stato Fabio Righi -. Noi chiariamo che l’attività può essere fatta solo con attrezzature mobili. Noi pretendiamo venga svolta unicamente con queste modalità. C’è una maggiore certezza”. “Ratifichiamo un Decreto quando la testa di tutti noi è altrove, nell’assoluta disattenzione dell’Aula” è la constatazione di Iro Belluzzi (Libera). Emanuele Santi (Rete) chiede chiarimenti “sul comma 2 nel quale si dice che il commercio all’ingrosso ambulante può essere esercitato esclusivamente mediante attrezzature mobili”. “Siamo in un settore, quello delle bevande, che è attenzionato.  Stiamo tornando in un Far West dove tutto è concesso. Mi sembra una scelta molto funesta”. Una richiesta di maggiori delucidazioni arriva anche da Pasquale Valentini (Pdcs).  “E’ uno schema operativo perfettamente legittimo. Naturalmente va punito chi lo utilizza in modo distorto – ribadisce il Segretario di Stato Righi in replica -.  Non parliamo di consegne di chi fa logistica sulla base di un ordine ricevuto. Si va a vendere direttamente presso il cliente, non il cliente finale, ma un altro operatore” .

Segue un confronto molto serrato sull’articolo 25 “Sanzioni pecuniarie e amministrative”, che vede la presentazione di due emendamenti, uno modificativo del comma 3 da parte del Governo e uno modificativo da parte del movimento Rete. I lavori vengono dunque interrotti per cercare una mediazione tra Rete e il Governo. Alla ripresa dei lavori, viene proposta una riformulazione dell’emendamento del Governo modificativo dell’articolo 25. Nella nuova formulazione l’emendamento viene approvato.

Approvato dall’Aula anche l’emendamento modificativo della lettera c) del comma 2 dell’articolo 26 riguardante la “sospensione dell’autorizzazione ad operare”, frutto anche in questo caso della mediazione tra Governo e Rete.

A seguito di precisazioni e rassicurazioni fornite dal Segretario di Stato Fabio Righi, Rete procede con il ritiro di un emendamento modificativo dell’articolo 27 sulla “Revoca”. Viene invece approvato dall’Aula l’emendamento modificativo dell’articolo 28 sulla “Sospensione o revoca a tutela degli interessi della Repubblica” proposto dal movimento Rete. Anche sull’articolo 34 Governo e Rete trovano una quadra, con la presentazione di un emendamento modificativo sottoscritto da entrambi. In conclusione viene presentato un emendamento modificativo dell’articolo 37 relativo all’entrata in vigore del Decreto.

 

+++ Terminato l’esame degli emendamenti, viene messo in votazione il Decreto Delegato 18/12/2023 n.185 – “Disciplina delle attività economiche” comprensivo degli emendamenti accolti. Il Decreto è ratificato con 21 voti favorevoli, 7 contrari e 0 astenuti ++++

Comma 2

  1. a) Prosecuzione esame Decreto Delegato 18/12/2023 n.185 – “Disciplina delle attività economiche”

Emendamento del Governo modificativo dell’articolo 10 del Decreto Delegato 18 dicembre 1013 n.185 “Disciplino delle attività economiche” (approvato)

Segretario di Stato Fabio Righi: In sostanza viene meno il riferimento al comma 1 agli Stati membri dell’Unione Europea.

Emanuele Santi (Rete): Con questo emendamento, Segretario, si è salvato in corner. Non è una questione solo tecnica ma anche politica. Ci ha aggiunto il fatto del ritorno indietro rispetto al requisito della residenza in territorio per poter aprire una attività. Lo ripetiamo. La scelta politica non ho capito bene quale è. Allinearci con l’Europa oppure ogni Segretario decide come scrivere i provvedimenti a seconda dei voti che trova in Aula? L’Europa questo articolo come lo vede? Siamo allineati o cominciano ad avere delle posizioni ondivaghe a seconda delle convenienze?

Emendamento del Governo aggiuntivo del comma 3bis all’articolo 13 (approvato)

Emendamento del Governo aggiuntivo delle lettere h bis} eh ter} al comma 1 dell’articolo 14 (approvato)

Emendamento di Rete abrogativo dell’articolo 15 (respinto)

Emanuele Santi (Rete): Rispetto alle disposizioni in materia di sedi si va a stravolgere l’impianto normativo e di fatto viene fatta una sanatoria edilizia sulle sedi e su come vengono adibite. Diciamo che nella stessa sede possiamo commercializzare, produrre e somministrare. Questo relativo alle bevande. Fino ad oggi le sedi potevano essere per commercio al dettaglio, ingrosso, produzione o somministrazione: questo a livello di abitabilità e urbanistica. Qui si dice che quelli che producono bevande possono fare tutto insieme nella stessa sede. Una riflessione va fatta. Il settore delle bevande è stato interessato proprio di recente da un’indagine rilevante. E’ un tema importante da affrontare, io l’ho voluto sottoporre all’Aula perché il mio gruppo ha ritenuto che questo articolo va capito bene.

Segretario di Stato Fabio Righi: Si scontrano due approcci. Noi vediamo delle opportunità perché la logica che ci approccia a questo testo è che chi vuole aprire una attività lo faccia con le migliori intenzioni. Abbiamo voluto allineare il nostro sistema a quello che avviene in altri contesti. Prevedere nella stessa sede la presenza di più operatori e più attività. Naturalmente con tutti i presidi. Semplicemente andiamo in questa direzione. Senza far venire meno i controlli che devono essere forniti dagli uffici competenti. Se ci sarà un uso distorsivo bisognerà colpire naturalmente e questo vale anche per le bevande e gli alimentari. Siamo consapevoli di quello che diceva il consigliere Santi.

Daniela Giannoni (Rete): Credo sia logico che non bisogna attendere una intossicazione alimentare per pensare prima di intervenire con determinate regole. L’idea è interessante, ma credo vadano messi prima dei paletti precisi. Chi vuole intraprendere questa attività deve avere un progetto preciso per evitare l’inquinamento della produzione. Non aspetterei distorsioni. Partiamo prima e chiediamo regole precise di suddivisione dei locali interni.

Pasquale Valentini (Pdcs): Mi sembra che sia indispensabile considerare il fatto che per ognuna di queste attività c’è bisogno di una licenza specifica. E’ evidente che la sede dove avviene la produzione alimentare non può essere tout court quella della commercializzazione. Può essere lo stesso immobile ma non la stessa sede. Nella volontà di dare nuovo impulso alle attività, teniamo conto di non fare ciò che facevamo un tempo, un ufficio con 50 società, non è questo lo spirito.

Elena Tonnini (Rete): Questa norma introduce liberalizzazioni e semplificazioni a cui però non corrispondono maggiori garanzie. Non è un caso che questo ritorno al passato ci parla oggi sulla stampa. Siamo ancora sulla stampa a causa di distorsioni di questa natura. Da una parte va bene semplificare, ma alla semplificazione devono parallelamente corrispondere degli strumenti preventivi per agire su quelle attività che possono essere oggetto di distorsione.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Oggi non siamo nel Far West, ma lei Segretario vuole andare a burocratizzare alcune cose, questa è iper-burocrazia allo stato puro. Lei Segretario mi deve spiegare qual è la ratio. Ci sono regole molto stringenti soprattutto sul settore alimentare.

Carlotta Andruccioli (Domani Motus Liberi): Noi siamo per la semplificazione, non per l’anarchia. I paletti vengono già inseriti. Le disposizioni sanitarie rimangono e sono la conditio sine qua non.

Vladimiro Selva (Libera): C’è il tema dei posti auto. Questa iniziativa può essere interessante, ma qui non ci sono parametri specifici e numeri massimi. Credo che ci troveremo a dover normare qualcosa in maniera postuma e sarà più problematico.

Emanuele Santi (Rete): Non è una questione di lana caprina. Mettere insieme la produzione, somministrazione e stoccaggio sono cose ben distinte. Poi il buon senso dice che con il muletto non si andrà dove si confezionano le bevande. Però lo dobbiamo scrivere. Altrimenti si può fare tutto.

Segretario di Stato Fabio Righi (replica): Non c’è una liberalizzazione che non ha contrappesi eliminando i paletti che la legge già prevede. Bisogna leggere l’intero articolo. La sede C-4 è quella in cui già oggi ci sono ristoranti e gastronomie. Se vengono svolte più attività nella medesima sede, è già richiesta al comma 4 una planimetria specifica di come vengono ben divisi gli ambienti. Non è corretto dire che si superano i controlli, che permangono e restano. Il tema dei posti auto: quando si richiede una sede con funzione C-4, le regole urbanistiche restano valide e verrà verificato il rispetto di quelle normative rispetto ai posti auto. Oggi siamo sulla stampa, ma lo siamo per aver collaborato per evitare quelle distorsioni. Confermo il fatto che non c’è la volontà di non mettere dei presidi per intervenire tempestivamente. Sull’operatività dobbiamo essere sempre più tempestivi e stiamo andando proprio in quella direzione.

Emanuele Santi (replica): Non possiamo tornare alle vecchie logiche con l’appoggio di decine di licenze in un unico ufficio.

Emendamento del Governo modificativo dell’articolo 15 (approvato)

Emendamento di Rete modificativo dell’articolo 17 (respinto)

Emendamento del Governo modificativo del comma 2 dell’articolo 18 (approvato)

Emendamento del Governo modificativo del comma 4 dell’articolo 20 (approvato)

Emendamento di Rete modificativo dell’articolo 22 (respinto)

Emanuele Santi (Rete): Diciassette consiglieri che votano questo emendamento: evidentemente in quest’Aula ci sono altri pensieri rispetto al fare delle buone leggi. Noi chiediamo l’abrogazione del comma 2 nel quale si dice che il commercio all’ingrosso ambulante può essere esercitato esclusivamente mediante attrezzature mobili. Uno che ha un’attività all’ingrosso e va a vendere al dettaglio, a mio avviso è una cosa che non si può sentire. Qualche riflessione credo che si possa fare.

Segretario di Stato Fabio Righi: Alcuni chiarimenti. Oggi la possibilità di commercio all’ingrosso ambulante è consentita. Noi chiariamo che l’attività può essere fatta solo con attrezzature mobili. Non si va in piazza, ma dall’operatore. Pensiamo al rifornimento di bar e ristoranti. Noi pretendiamo venga svolta unicamente con queste modalità. C’è una maggiore certezza delle modalità operative di un’attività che già viene svolta.

Iro Belluzzi (Libera): Quando le norme vengono riformate, possono essere aggiustate. Stiamo vivendo una situazione surreale. Ratifichiamo un Decreto quando la testa di tutti noi è altrove. Così passano le castronerie peggiori. Se era una stortura, se era previsto, andiamo ad eliminarlo. Avevamo anche l’anonimato societario e il segreto bancario. Verrà ratificato un decreto nell’assoluta disattenzione dell’Aula.

Daniela Giannoni (Rete): Quello che lei dice Segretario non è commercio all’ingrosso ma sono le consegne. Mi sembra poco fattibile l’idea che un grossista abbia il suo magazzino dentro un camion e giri con quello caricando tutti i suoi prodotti dentro un unico camion.

Guerrino Zanotti (Libera): Io non comprendo perché questo comma è stato scritto così. La consegna avviene con un mezzo mobile. Prendetevi un minuto e rileggiamo quello che c’è scritto. Può essere interpretato in modo distorto.

Mirko Dolcini (Domani Motus Liberi): Il commercio all’ingrosso certo che ha una sede fissa, ma quando è ambulante, chiaramente utilizza un’attrezzatura mobile. E’ pleonastico? Forse, ma visto che non capite le cose basiche. Commercio all’ingrosso ambulante significa che il commerciante va in giro con la sua struttura mobile, trova un acquirente e stipula lì il contratto.

Maria Luisa Berti (Npr): Se dobbiamo disquisire anche sull’ovvio, metto le mani avanti.

Emanuele Santi (Rete): L’Italia non fa più questa cosa, perché se uno ha un’attività all’ingrosso e fa l’ambulante, fa una consegna in un bar poi cosa fa, si mette a vendere all’ingrosso fuori dal bar? Abbiamo messo che la sede minima è 10 mq. Questo vuol dire che può avere il magazzino sul camion. Parliamo proprio di commercio di bevande. Siamo fuori logica e stiamo andando in un terreno minato. Siamo in un settore, quello delle bevande, che è attenzionato. Stiamo tornando in un Far West dove tutto è concesso. Mi sembra una scelta molto funesta.

Pasquale Valentini (Pdcs): Credo ci sia bisogno di capire a cosa ci stiamo riferendo. Bisogna che andiamo a configurare quello che andiamo a dire. Trattandosi di operatore economico che vende ad operatore economico, qual è la sede? Un camion? Parliamo di chi fa street food? C’è qualcosa che non funziona. Se c’è una tipologia già esistente, dite quale è e cercheremo di capire.

Segretario di Stato Fabio Righi (replica): Qual è la sede? Il commercio ambulante al dettaglio non ha una sede, la sede è il furgone che viene usato per fare vendita. Siccome la vendita all’ingrosso che la distingue dalla vendita al dettaglio. Le merci che possono essere vendute con questo schema sono le medesime ma la dinamica cambia. Non parliamo di consegne di chi fa logistica sulla base di un ordine ricevuto. Si va a vendere direttamente presso il cliente, non il cliente finale, ma un altro operatore. Se ci saranno distorsioni verranno punite. E’ uno schema operativo perfettamente legittimo. Naturalmente va punito chi lo utilizza in modo distorto.

Emanuele Santi (Rete): Il tema è molto semplice. Forse bisogna fare chiarezza sulle modalità su come viene poi applicato il prezzo di vendita. Se una cosa del genere in Italia non si fa, un motivo ci sarà. Il Segretario ha un po’ di confusione mi sembra.

Emendamento di Rete modificativo dell’articolo 25

Emendamento del Governo modificativo del comma 3 dell’articolo 25

Emendamento modificativo della lettera d} del comma 2 de/l’articolo 26

Emendamento di Rete modificativo dell’articolo 26

Emendamento di Rete modificativo dell’articolo 27 (ritirato)

Emendamento di Rete modificativo dell’articolo 28 (approvato)

Emendamento di Rete modificativo dell’articolo 32 (respinto)

Emendamento di Rete modificativo dell’articolo 34

Emendamento del Governo modificativo dell’articolo 36 (approvato)

Emendamento modificotivo del comma 2 dell’articolo 1 dell’Allegato “C” al Decreto Delegato 18 dicembre 2023 n.185 #Disciplina delle attività economiche” (approvato)

Emendamento del Governo modificativo dell’articolo 37 (approvato)

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