“Conto Mazzini” a San Marino, nuovo reclamo per riavere i soldi confiscati

“Conto Mazzini” a San Marino, nuovo reclamo per riavere i soldi confiscati

Rassegna stampa – Confische “Conto Mazzini”, la storia infinita. Nuovo reclamo. Si è celebrata ieri un’altra udienza

ANTONIO FABBRI – Confische disposte nell’ambito del conto Mazzini, una storia infinita. Ieri infatti si è celebrata una nuova udienza di reclamo verso quanto disposto dal giudice delle esecuzioni, Vico Valentini nell’ottobre scorso. Il giudice Valentini, dopo avere disposto una ricognizione sui beni confiscati, seguendo pedissequamente quanto disposto dal giudice di appello Francesco Caprioli, aveva, in estrema sintesi, disposto la revoca delle confische per equivalente e confermato le confische dirette del denaro e altri beni ritenuti di accertata provenienza illecita (complessivamente per circa 9 milioni di euro).

Per comprendere la lunga trafila occorre ripercorrere i passaggi processuali. Dopo la decisione di appello la sentenza era stata impugnata in Terza Istanza. Possibilità aperta per i casi di confisca senza condanna, da una legge da poco approvata. Il giudice di terza istanza Oliviero Mazza, nel dichiarare inammissibile il ricorso essendo la sentenza divenuta definitiva prima della entrata in vigore della nuova legge, aveva aperto alla possibilità di restituzione di quanto confiscato.

Il Commissario della legge Vico Valentini, in veste di giudice delle esecuzioni, aveva però confermato le confische dirette, rigettando la richiesta delle parti di restituzione tout court, con la revoca di tutte le confische disposte, del denaro e dei beni accertati in appello di provenienza illecita. Rigetto delle richieste sulla scorta del principio assodato in sede Cedu secondo il quale “il crimine non può pagare”.

Intanto è intervenuto un ulteriore decreto per discilinare il reclamo avverso la decisione del giudice delle esecuzioni. Reclamo che è stato fatto e che ieri ha visto l’udienza davanti al medesimo giudice delle esecuzioni.

Nel frattempo è stata pro- nunciata l’11 marzo scorso una sentenza dei Garanti, nell’ambito di un altro caso, che circoscrive ulteriormente la portata della norma sulle confische – l’articolo 147 del Codice penale – di fatto stabilendo che, seppure il principio che il crimine non può pagare sia recepito dall’ordinamento sammarinese, qualora i beni confiscati non provengano da misfatto bensì da altro illecito minore, in caso di confisca senza condanna vanno restituiti.

E si arriva all’udienza di ieri. La Procura fiscale ha di fatto rilevato questa specificità della sentenza dei Garanti, sostenendo che il denaro confiscato nel Mazzini è di accertata provenienza da misfatto e vanno pertanto rigettati i reclami e confermate le confische. Rigetto dei reclami e conferma delle confische chiesta anche dalla parte civile, avvocatura dello Stato.

Di altro avviso, ovviamente, i difensori dei reclamanti, in aula gli avvocati Simone Menghini e Luigi Stortoni per Fiorenzo Stolfi, ieri presente all’udienza, e gli avvocati Maria Selva, Stefano Pagliai e Marino Federico Fattori per gli altri ricorrenti Claudio Podeschi, Pier Marino Mularoni, Gian Marco Marcucci e Pier Marino Menicucci.

Gli avvocati hanno richiamato la recente sentenza dei Garanti ritenendo che la portata di quella decisione sia da estendere anche nel caso del “Mazzini”, e chiesto in sostanza la revoca di pressoché tutte le confische già disposte passando in rassegna ai singoli beni congelati: denaro, immobili e titoli.

Il giudice Vico Valentini si è riservato la decisione. Decisione che sarà eventualmente impugnabile in appello e poi ulteriormente in terza istanza.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy