Insofferenza per i cani del vicino, scoppia la lite e il caso finisce in tribunale

Insofferenza per i cani del vicino, scoppia la lite e il caso finisce in tribunale

Una lite tra vicini finisce in tribunale.

ANTONIO FABBRI –  I fatti risalgono a luglio 2021. Periodo ancora di precauzioni covid, seppure in uscita dal lockdown stretto. A fare scattare il diverbio l’insofferenza di uno dei due, 74enne, per i cani del vicino 60enne. In sostanza il primo lamentava che il vicino portasse a spasso i cani senza guinzaglio e lo accusava di lasciarli scorazzare lamentando la presenza di escrementi nei pressi della sua proprietà.

Circostanza negata dall’altro che ha riferito di non spiegarsi come mai, di punto in bianco, sia iniziata questa insofferenza del vicino che in passato, invece, aveva sempre avuto un comportamento affettuoso con i suoi cani. Sta di fatto che la mattina dei fatti i due si sono scontrati in un acceso diverbio. E’ intervenuto a dividerli il Capitano di Castello di Città, Tomaso Rossini, testimone della vicenda poiché si trovava da quelle parti, in Via della Tana.

Intervenendo era riuscito a separare i due evitando lo scontro. Poi però nello spintonarsi a vicenda il più giovane è stato colpito dal più anziano accusando poi sanguinamento alla bocca. Il più anziano ha affermato di essere stato, in un secondo momento, aggredito e preso a pugni, circostanza che l’imputato ha fermamente negato. Non ha negato, invece, le minacce se avesse toccato i suoi cani, seguite tuttavia ad altre minacce proferite dal più anziano, ieri parte lesa. Parte lesa che ha quindi dichiarato di essere stata presa a pugni riportando una ecchimosi al volto giudicata guaribile in 14 giorni. Pugni, si diceva, negati dall’imputato anche per una invalidità a un braccio che gli avrebbe impedito di sferrarli.

In questa situazione, comunque, ieri era imputato il più giovane con l’accusa di lesioni personali e minaccia. La questione è sicuramente controversa e lo ha rilevato anche il procuratore del fisco, Giorgia Ugolini, pur sottolineando di doversi attenere al capo di imputazione e quindi chiedendo la condanna dell’imputato, con la possibilità di abbassamento di un grado della pena, proprio per il contesto complessivo dei fatti.

Dal canto suo l’avvocato Gloria Giardi per la parte civile, ha chiesto la condanna e il risarcimento del danno, con la fissazione di una provvisionale.

Per la difesa l’avvocato Andrea Bonelli ha evidenziato come non vi fossero prove dei pugni e non vi fosse prova neppure che le lesioni riportate dalla parte lesa fossero state causate dal suo assistito. Di qui la richiesta di assoluzione. Richiesta di assoluzione anche per le minacce, perché “la frase è stata detta in un contesto nel quale il mio assistito le minacce le ha ricevute”, ha aggiunto.

Al termine dell’udienza il commissario della legge Simon Luca Morsiani ha condannato l’imputato a 1 mese di prigionia dichiarando il capo di imputazione della minaccia assorbito dall’accusa di lesioni.

Concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena. Condanna anche alle spese ed onorari parte civile, alle spese di giustizia e ha fissato un provvisionale di 200 euro. Non è escluso l’appello.

 

Articolo tratto da l’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

 

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