La telenovelas della sinistra sammarinese, tra rancori personali e utopia aggregazione

La telenovelas della sinistra sammarinese, tra rancori personali e utopia aggregazione

Le vicende della sinistra sammarinese assomigliano sempre di più alla trama di una telenovelas.

Matrimoni e divorzi, litigi e pacificazioni, morti e rinascite, tradimenti, sotterfugi, sceneggiate plateali. In questi ultimi mesi si è visto un po’ di tutto. D’altra parte, con accenti e sfumature diverse, si possono contare nel recinto della sinistra varie forze politiche: RETE, Libera, PSD, PS, Elego, AR, Demos. (Ormai non ha più senso parlare di NPR, lista esplosa tra continui litigi delle sue componenti ed utile solo a passare lo sbarramento in passato ed aumentare il peso delle trattative oggi).

Nelle ultimissime settimane in particolare è esplosa la polemica sulle forze che stavano lavorando all’aggregazione socialista: Partito socialista ed Elego hanno annunciato pubblicamente la rottura del tavolo attaccando il duo Psd-Md. Questi, per bocca della giovane Ilaria Bacciocchi di Antonello, hanno rivendicato di essere già la casa di tutti i socialisti sammarinesi. Una mossa che deriva anche dalla consapevolezza che Elego sembra poco più di una forza personale, di un leader storico del socialismo che non riesce a brillare come un tempo, ed il garofano del Partito socialista sembra bello appassito nonostante gli sforzi dei “cultori per l’ambiente“. Meglio, dunque, per Gerardo Giovagnoli e compagni lasciar schiantare le navi dei “compagni” sullo sbarramento ed eventualmente raccogliere i cocci buoni di quanto rimarrà.

Ecco che così Ps ed Elego, respinti, si sono voltati verso le braccia di Libera, la principale forza di sinistra oggi all’opposizione. Una mossa solo per far ingelosire i compagni di via Rovellino? Possibile. È anche vero che la partita in cui si gioca a sinistra è (per quasi tutti) un’altra, grazie anche alla legge elettorale anti adesso.sm: essere scelti come prima moglie dalla Democrazia cristiana per il prossimo governo. In questo senso vanno letti i reciproci apprezzamenti nelle ultime sessioni del Consiglio Grande e Generale tra il capogruppo Dc Francesco Mussoni ed il leader di Libera Matteo Ciacci, pronto a tentare nuovamente l’alleanza con il partitone nonostante la promessa poi tradita clamorosamente dopo le elezioni 2019. Ma anche Libera non è un monolite, con Alessandro Bevitori e Michele Muratori sempre pronti a mettere in mostra i propri distinguo.

Nonostante le smentite, le malelingue dicono che i due potrebbero presto o tardi fare il salto in Alleanza riformista. Difficile definire quest’ultima una forza di sinistra, almeno a guardare la storia politica non proprio alla Che Guevara della famiglia Berti o di Giovanni Lonfernini. È più un ibrido, una forza che furbescamente si muove al centro dello scacchiere pronta ad essere l’ago della bilancia in diversi scenari. Italia Viva docet.

Intanto Rete continua la nuova strategia comunicativa post governo con una battaglia molto cara alla sinistra: la depenalizzazione dell’uso di cannabis. Un modo di buttare fumo negli occhi dei tanti elettori rimasti delusi dall’esperienza governativa?

Fuori dalla bagarre socialista c’è anche Demos, forse l’unica forza che porta con sé un po’ di eredità massimalista. In Consiglio Alessandro Rossi si è detto incline alla creazione di una sinistra unitaria anche se le posizioni no vax e anti sistema difficilmente potranno essere accolte da molti.

Un quadro, quindi, decisamente frammentato, con buona pace di chi sogna un grande fronte riformista capace di essere alternativo alla Dc. Ad oggi il progetto di una unità delle sinistre sembra davvero velleitario, ma mai dire mai.

Di certo la telenovelas socialista non sembra appassionare molto i cittadini comuni, impegnati purtroppo ad affrontare ben altri problemi quotidiani.

 

Giada

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