Cannabis, “a San Marino è ora di mettere fine al proibizionismo”

Cannabis, “a San Marino è ora di mettere fine al proibizionismo”

San Marino depenalizzi l’uso personale di cannabis come chiesto da Istanze d’Arengo approvate dal Consiglio e da un articolo approvato nell’ultima finanziaria,

È ciò che chiede a gran voce il movimento Rete che per questo motivo ha depositato nei giorni scorsi un progetto di legge apposito. “Ad oggi San Marino – ha detto alla stampa il segretario politico Emanuele Santi – ha una normativa molto sbilanciata. Quello che vogliamo con questo pdl non è legalizzare bensì depenalizzare la detenzione per uso personale, con un limite di 10 grammi, passando da reato penale a sanzione amministrativa”. Per fare questo la proposta è di andare a distinguere droghe pesanti da quelle leggere. Attualmente, a San Marino vige un regime proibizionistico. Vale a dire che chiunque venga sorpreso detenere anche minime quantità di cannabinoidi subisce un procedimento penale; il nostro ordinamento non fa alcuna distinzione fra sostanze con lunghe scie di sangue (come l’eroina) e la cannabis, a cui non è possibile accreditare morti per overdose. Seppure la cannabis abbia la stessa pericolosità di sostanze legali come tabacco e alcool, il possesso anche di pochi grammi porta oggi al processo penale. Con questo progetto di legge vogliamo rompere il tabù che abbiamo a San Marino”.

Alberto Spagni Reffi, avvocato e vice segretario del partito, ha sottolineato come il pdl punti alla depenalizzazione e non a liberalizzazione o legalizzazione. “Chiediamo che certe condotte non vengono più represse come reati penali. Noi abbiamo sempre detto e vissuto come una forma di violenza questa che lo Stato fa oggi sui cittadini trovati in possesso anche di una sola canna, tra l’altro in gran parte cittadini molto giovani”.

Sottolineato poi l’aspetto “ipocrito” della legge attuale: “L’uso di droghe leggere ad oggi ha una pena di secondo grado, come la truffa e l’omicidio colposo ma, in caso di uso personale, è previsto l’esperimento probatorio che ritengo un assurdo giuridico. Quindi, nei fatti, la gente non va in galera se fuma una canna. Con la legge andiamo a sanare questa ipocrisia. Semplicemente si prevede che le persone trovate in detenzione per uso personale, mai per commercio, non verranno sottoposte a procedimento penale ma avranno una sanzione amministrativa da euro 500 a euro 1.500, con possibilità di oblazione volontaria, quindi somma dimezzata in caso di pagamento volontario.
A fronte di ciò, però, abbiamo previsto il dovere in caso di minore età del soggetto, di rivolgersi comunque alle autorità competenti proprio per tener monitorato il problema e verificare che appunto, la condotta sia stata solo un atto, diciamo gaudente, e non fonte di disagio sociale”.

E ancora: “Vogliamo evitare che il detentore della sostanza venga trattato come un criminale, soprattutto se si tratta di giovani che hanno commesso un errore. Pertanto, stiamo proponendo una serie di misure, tra cui campagne informative per contrastare l’uso di sostanze stupefacenti e l’educazione relazionale”.

La proposta di legge andrebbe inoltre a sanare le disparità di trattamento di alcune sostanze come il CBD tra Italia e San Marino. “È già successo – ha detto Spagni Reffi – che un cittadino sia stato processato penalmente per aver introdotto a San Marino del CBD legalmente acquistato in Italia”.

Per presentare il Pdl alla cittadinanza e parlare dell’argomento, Rete organizza una serata pubblica sotto ai portici di Borgo il 26 novembre dal titolo “Non si muove una foglia”.

Nella relazione al pdl gli esponenti di Rete fanno un appello ai colleghi consiglieri: “Guardate con sguardo rinnovato ad un tema troppo spesso oggetto di irrazionali prese di posizione, basate su superstiziose credenze purtroppo diffusesi nell’ultimo secolo. La realtà, evidente a tutti, è adamantina: il proibizionismo della manetta e della galera ha fallito! Se accettare questo fatto è un atto di realismo, costituisce un nostro preciso dovere adottare un nuovo approccio, fondato sulla razionalità, sull’educazione, sulla responsabilità individuale e sociale. Questo Progetto di Legge rappresenta l’opportunità di adempiervi”.

digià

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