L’Informazione di San Marino, editoriale di Marino Cecchetti: “Plotone su Buriani”

MARINO CECCHETTI. Dopo la sentenza del processo penale incentrato sul Commissario della Legge Alberto Buriani (4 anni), il 13 febbraio Emilio Della Balda ha scritto: «La notizia della condanna del Grande Inquisitore che negli anni scorsi ha sbaragliato una intera classe dirigente, è veramente clamorosa». Da anni Buriani è sinonimo di Conto Mazzini, il processo che ha portato alla sbarra  anche ex Capitani Reggenti ed ex Segretari di Stato. Di questi – e altri – personaggi politici di rango, negli atti si trova scritto: «Tra le molte carte sequestrate spicca, in negativo, l’assenza di una qualunque riflessione politica, di un appunto, a contenuto non prettamente affaristico, di una missiva, o comunicazione, a chiunque indirizzata, in cui non si parlasse solo di affari illeciti». Di fatto, il Paese era finito in mano a un ‘gruppo criminale’.

Un Paese, il nostro, con un Tribunale privo – come luogo di lavoro – della necessaria serenità, secondo quanto emerso dalla testimonianza del Magistrato Dirigente di quel periodo,  sui suoi  rapporti personali con Buriani e Antonella Volpinari.

Della Balda ha poi aggiunto: «La “politica giudiziaria” è una guerra per bande»!

Nel 2019, cioè prima delle ultime elezioni, un uomo politico navigato, Gabriele Gatti (ex Capitano Reggente ed  ex Segretario di Stato), in un colloquio che riteneva privato o addirittura confidenziale, all’interlocutore che gli suggeriva di “far fuori Buriani” diceva: Buriani “si fa fuori da solo, e tutti quelli che gli stanno attorno e tutti quelli che lo hanno sostenuto”. E non esitava ad affermare in tutta certezza: “Buriani è morto… è morto”. Questo  nel 2019.

La ‘esecuzione’ è  avvenuta col processo di cui all’inizio, sostenuta da cospicui finanziamenti pubblici.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23