San Marino. Lorenzo Bugli, Pdcs: “No a coalizioni posticce che mirano esclusivamente alla spartizione del potere”

San Marino. Lorenzo Bugli, Pdcs: “No a coalizioni posticce che mirano esclusivamente alla spartizione del potere”

“L’avvicinarsi delle elezioni a San Marino ripropone il solito vecchio copione, che ci dimostra ancora una volta quanto questa politica riesca ad essere distante dai cittadini”.

È questo il commento del consigliere del Pdcs Lorenzo Bugli dopo l’annuncio di una nuova aggregazione formata da Libera-PSD-PS.

In una nota il giovane politico si dice stupito del “tempismo di questo annuncio, avvenuto a legislatura ancora in corso. Resta da capire come una forza facente parte dell’attuale maggioranza (il Psd, ndr) possa portare avanti, come se nulla fosse, un’azione congiunta con gruppi provenienti dall’opposizione. In questi giorni, che preludono alla futura campagna elettorale, assistiamo del resto al ripetersi di un vecchio schema, delle vecchie e incomprensibili logiche. Politici impegnati in assurde piroette, ammiccamenti, cambi di casacca e accordi sottobanco.

Duro il giudizio di Bugli sui colleghi: “Politici come banderuole, politici opportunisti, calcolatori, che senza vergogna alcuna giocano una partita su più fronti e sono pronti a tutto, anche ad andare a braccetto con quello che fino all’altro ieri era un avversario da demonizzare. Politici che sembrano interessati unicamente a stringere patti, a formare nuove coalizioni. La domanda è: a quale scopo? Viaggiare insieme, sì… ma per andare dove? Con quale visione di Paese? Mettendo al centro quale progetto, condividendo quali valori e quali obiettivi?

Eccola qui, la politica sammarinese: un corpo sempre più liquido, frammentato, che ha dimenticato la propria funzione. Personalismi che prevalgono sugli interessi reali, sui bisogni concreti della popolazione. Armate Brancaleone tenute insieme “con lo sputo”: nessuna coerenza, nessuna volontà di ragionare sulle idee e sulle proposte, di costruire qualcosa di tangibile per il bene di San Marino e dei sammarinesi. Tatticismi, spartizione di poltrone, una caccia a voti facili cavalcando il populismo e parlando alla pancia del Paese…. ma in fondo, cosa resta?

È questo – dice Bugli – lo spettacolo che la politica sammarinese intende offrire agli elettori, in un momento così delicato, in una fase storica così importante? Mi domando che idea si stiano facendo i cittadini di fronte a questo teatrino, che svilisce gli sforzi compiuti nell’ultima legislatura da forze politiche responsabili per restituire un futuro alla nostra Repubblica.

Facile comprendere, in uno scenario del genere, perché il rischio dell’astensionismo sia così elevato”.

A questo punto Bugli lancia un “invito, a tutti i giovani sammarinesi: per favore, non perdete la bussola. Continuate a sognare – e a lavorare – per una politica diversa, che ripudia le vecchie logiche, i vecchi meccanismi. Una politica in grado di coinvolgere il cittadino e di intavolare un confronto attivo, di non di respingerlo con i suoi trasformismi e le sue oscure dinamiche.

Questo è l’impegno che dobbiamo chiedere a chi sarà chiamato a rappresentarci in occasione dell’ormai imminente campagna elettorale e poi, successivamente, in Consiglio Grande e Generale”.

Poi Bugli si rivolge al proprio partito, il PDCS, “anche come forma di autocritica, perché il rischio di farsi trascinare da questo modo di fare politica riguarda tutti ed occorre pertanto tenere sempre la guardia alta. Dobbiamo scegliere con attenzione le forze politiche con cui andremo a confrontarci in vista della prossima tornata elettorale. La DC vanta una lunga tradizione fatta di responsabilità, serietà, di valori consolidati e democratici, di impegno disinteressato in nome del benessere di San Marino e dei sammarinesi.

Questo dovrà essere l’elemento aggregante attorno al quale costruire possibili alleanze; non lasciamoci traviare dalla logica del “meno peggio”, da questioni di opportunismo o dai facili ammiccamenti. Non funambolismi e compromessi, ma coerenza; non coalizioni posticce che mirano esclusivamente alla spartizione del potere, ma intese capaci di mettere al centro una visione chiara e precisa di Paese”.

Un messaggio chiaro che segue quello di Teodoro Lonfernini, anche lui critico con l’aggregazione riformista.

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