“La sensazione che la maggioranza ufficiale (e ufficiosa) ami le emergenze come metodo di governo è forte, noi crediamo che davanti alla salute delle persone non si possano fare scelte ideologiche e continueremo a ribadirlo in tutte le sedi”.
Così il partito di opposizione Demos commenta la bocciatura, nell’ultimo Consiglio Grande e Generale, dell’ordine del giorno che chiedeva il ristabilimento dei protocolli normali di visita in ospedale e nel Casale La Fiorina.
“Dopo anni di restrizioni, spesso incomprensibili, spesso arbitrarie e contro i diritti civili, ora – scrive Demos – la maggioranza governativa nega anche il ritorno alla normalità con il respingimento di un ODG del gruppo misto di opposizione che chiedeva il ristabilimento dei protocolli normali di visita in ospedale e nel Casale La Fiorina.
In particolare, l’ODG facente riferimento ai diritti fondamentali, tra cui il diritto di ogni individuo a godere dei più elevati standard di salute mentale e fisica, il diritto alla non discriminazione, compresa quella fondata sull’età, sulla disabilità o sullo stato di salute, il diritto a non essere sottoposti a trattamenti inumani o degradanti e il diritto al rispetto della vita privata e familiare. Si chiedeva che venissero rimossi protocolli anacronistici al fine di affermare e garantire l’importanza di un contatto significativo e costante delle persone fragili, con la propria rete familiare.
Considerato che – prosegue la nota – gli ospiti della nostra RSA e i degenti dei nostri reparti ospedalieri, non sono da considerarsi ostaggio delle procedure con l’ODG si intendeva ribadire la funzione curativa del contatto umano, in particolare con i parenti più prossimi è riconosciuta da ampi studi scientifici.
La votazione in consiglio dell’ODG ha visto respingere la richiesta con 19 voti contrari e 17 favorevoli.
Oltre alla Democrazia Cristiana, titolare della Segreteria alla Sanità, che ha annunciato il suo voto contrario, ha votato contro il Movimento Rete, mentre hanno sostenuto l’ODG gli altri gruppi consigliari di opposizione, tra i quali i nostri consiglieri Zafferani e Rossi”.
Ecco quindi la frecciata al partito dell’ex Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta: “Crediamo che speso il Consiglio Grande e Generale si schieri più per appartenenza e/o per non ammettere di aver commesso errori, che non sul contenuto. E questo impedisce al paese di progettare un futuro migliore.
Se RETE avesse cercato di valutare l’ordine del giorno per quello che era, non un attacco alla gestione della pandemia sotto la responsabilità della Segreteria di RETE, ma un decretare, come lo è nei fatti la fine della emergenza ed il ritorno ad una normalità umana, l’ordine del giorno sarebbe, passato, ponendo anche un problema politico alla maggioranza di cui RETE dice di non fa più parte.
Altri episodi simili di non piena disponibilità all’ascolto e al recepimento di istanze “progressiste” ed “umane” si sono verificati nel corso della Seduta Consigliare, dalla possibilità di adozione per coppie conviventi, alla eliminazione della tassa sui beni di lusso.
Dopo il lavoro comune delle opposizioni per arginare le Residenze Fiscali non domiciliate, si è ritornata a dividere l’opposizione, a nostro avviso a forte detrimento del Paese che ha una forte necessità di un progetto sociale ed economico efficace ed alternativo alla gestione della vecchia politica e dei poteri forti ad essa correlati, che ha portato il Paese sull’orlo del fallimento.
A questo proposito – conclude la nota – anche la gestione dell’Accordo di Associazione Europea, per come sta venendo gestito, appare ai più come un tentativo disperato per avere accesso alle linee di credito Europee, che non una seria e concordata apertura del Paese nei confronti del mercato dell’UE nell’interesse della Repubblica”.