San Marino. Accordo di associazione, per il movimento Demos “occorre celebrare il referendum”

San Marino. Accordo di associazione, per il movimento Demos “occorre celebrare il referendum”

“L’ordine del giorno approvato l’altra notte dal Consiglio Grande e Generale sulla questione cruciale dell’Accordo di Associazione del nostro Paese all’Unione Europea, aumenta le nostre preoccupazioni”.

Ad affermarlo è il movimento Demos, second il quale “dal documento approvato non si ricava alcunché sui contenuti dell’accordo in merito a questioni fondamentali quali, fra gli altri, quelle relative ai temi della residenza, della libertà di stabilimento e di tutto l’aspetto bancario-finanziario. La netta sensazione è che una ristretta élite stia continuando a lavorare senza il coinvolgimento della popolazione. Ricordiamo a tutti che stiamo parlando di una partita che, se portata a compimento, trasformerà radicalmente, nel bene e nel male, la San Marino che abbiamo finora conosciuto. Dunque, è d’obbligo il coinvolgimento dei cittadini e la trasparenza totale sul percorso. Eppure, questa trasparenza latita, tanto è vero che anche la scorsa settimana la Commissione Esteri si è riunita in seduta segreta.
La stessa Banca Centrale di San Marino parla apertamente, sul suo sito, di “superamento dello status di Paese terzo”. Eppure, proprio su questo status San Marino ha costruito la sua vita e la sua identità e, dunque, ciò che si vuole attuare è un vero e proprio stravolgimento del nostro DNA”.

Aggiunge Demos: Lo si vuole continuare a fare nella segretezza? Perché non si spiegano ai sammarinesi le motivazioni per le quali, il 15 settembre scorso, il Principato di Monaco ha deciso di sospendere sine die i negoziati per la stipula di un analogo Accordo di Associazione? E perché Andorra minaccia analoga rottura proprio su tema dei servizi finanziari e bancari? Evidentemente, a differenza di quello che ci si vuole far credere, per i micro Stati questi Accordi di Associazione sono tutt’altro che “rose e fiori”.
E’ noto che l’Unione Europea si caratterizza per essere un apparato burocratico mastodontico e, spesso, inefficiente. Tende a regolamentare tutti gli aspetti della vita economica e civile di chi vi aderisce. In Italia, ad esempio, buona parte dell’attività del governo e del parlamento è condizionata dalle Direttive Europee, che vanno semplicemente applicate. L’impostazione pesantemente dirigista dell’UE stride con le caratteristiche di “agilità” e dinamicità che hanno sempre caratterizzato San Marino. Non a caso, un Paese come la Svizzera ha stipulato solo trattati bilaterali su singole questioni con l’UE e si è rifiutata di stringere un Accordo quadro né, tantomeno, di Associazione. Preferisce mantenersi le mani libere, per conservare la propria indipendenza e per concepire accordi con soggetti diversi a seconda delle convenienze.
Demos propone un referendum il cui esito sia vincolante per il nostro governo. Il referendum dovrà essere celebrato il più presto possibile e sicuramente prima che l’Accordo diventi definitivo. La gente comune ha il diritto di essere informata e ad essa va attribuito il potere decisionale su di una questione che, come dice lo stesso sito sanmarinoineuropa.eu: “È un processo complesso e di portata storica. Riguarda questioni cruciali per la vita sammarinese, presente e futura.” Demos vuole che la parola passi ai sammarinesi: si celebri il referendum”.

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