Processo Gatti – Galassi a San Marino, sentiti i primi testimoni

Processo Gatti – Galassi a San Marino, sentiti i primi testimoni

Processo Gatti-Galassi, ascoltati nell’udienza di ieri i primi testimoni

ANTONIO FABBRI – Ripreso ieri il processo a carico degli ex segretari di Stato Gabriele Gatti e Clelio Galassi.

In apertura di seduta il giudice ha sciolto una questione sulla ammissibilità di alcuni testimoni. La difesa di Gabriele Gatti aveva infatti indicato nella lista testi anche giornalista e direttore di questa testata, Antonio Fabbri e Carlo Filippini, legando la richiesta alle pubblicazioni fatte all’epoca dell’arresto di Gabriele Gatti relativamente ai quei fatti.

In caso di ammissione come testimoni, il giornalista non avrebbe potuto assistere alle udienze del dibattimento. Di qui la richiesta delle difese di sciogliere subito la questione. Sentita l’Avvocatura dello Stato e la procura fiscale, che si sono dette contrarie alla ammissione dei due testimoni poiché non rilevanti ai fini di questo procedimento, il giudice Simon Luca Morsiani ha rigettato la richiesta dei due testimoni. “L’indicazione di riferimenti su temi di cui all’imputazione in base a non meglio indicate attività di indagine giornalistica – ha detto il Commissario della legge nell’ordinanza – sembra, più che rilevante per il giudizio e funzionale all’ordinato svolgimento del dibattimento, capace di esplorare modalità e fatti il cui svolgimento è estraneo alle regole della raccolta e della formazione della prova giudiziaria”. Il giudice ha quindi rigettato la richiesta testimoniale della difesa Gatti.

Si è quindi proceduto con l’audizione dei testi in programma.

Oltre due ore e mezzo di audizione dell’ex ispettore del nucleo antifrode Paolo Francioni, oggi in pensione. Chiamato a riferire sulle indagini effettuate sette anni fa, e senza più oggi la possibilità di avere a disposizione gli atti di indagine, l’ex ispettore ha riferito di non ricordare diversi particolari, ed è stato incalzato dalla difesa di Gabriele Gatti.

L’avvocato Filippo Cocco ha posto una serie di domande mirate a cercare di fare emergere la non illiceità della provenienza del denaro e a smontare le conclusioni delle relazioni della polizia giudiziaria, prima, e degli inquirenti poi. Relazioni e conclusioni cui l’Ispettore Francioni si è comunque richiamato confermandole. Scandagliate movimentazioni per 3.491.000 euro L’avvocato Cocco ha tuttavia incalzato tentando di evidenziare il fatto che dalle indagini svolte non risulti o non sia stata indagata la provenienza illecita del denaro.

Quindi l’avvocato Cocco ha chiesto all’ispettore Francioni come mai parli di “indebita provenienza del denaro” nelle relazioni. L’ispettore ha risposto affermando che la parola è stata usata per significare che si trattava di flussi di denaro “indebiti”, in quanto “privi di una qualsiasi giustificazione o causale sottostante”.

Altro punto nodale sollevato dall’avvocato Cocco, anche con un certo incalzare e una reitera- zione di domande formulate più volte, cercando così di mettere in difficoltà il testimone, quello relativo alle dichiarazioni di Stolfi, Bruscoli e Podeschi, rese nel procedimento Mazzini e poi oggetto anche del processo a Gatti ove sono state ritenute rilevanti dall’accusa per le imputazioni.

Emerge che nel fascicolo sono state allegate anche le copie delle agende rinvenute in finproject dove erano appuntate somme 103 milioni a Zurigo riferibili a Gatti ed altri 3 e mezzo in Lussemburgo. Importi che la difesa nega e, anzi chiede che questa documentazione venga stralciata dal processo poiché non ne è noto l’autore né è stata verificata la veridicità degli appunti.

Dalle relazioni della Pg emerge che le dichiarazioni degli indagati in altro processo, che di fatto accusavano Gatti, erano state ritenute fondate. Il legale di Gatti ha quindi chiesto sulla base di quali elementi fossero state ritenute tali. L’ex ispettore, si è richiamato alle relazioni e conclusioni, non riuscendo tuttavia a rispondere alla domanda diretta, ribadendo comunque di essersi attenuti al decreto del magistrato che delegava le indagini e che poi ha formulato l’accusa, richiamandosi quindi alle conclusioni e ricostruzioni della Pg già agli atti.

Poi una serie di domande sulle indagini relative ai reati presupposti ipotizzati, sui quali l’ex ispettore Francioni ha affermato di non avere indagato, poiché non delegato dal magistrato per quella parte di indagine.

Più breve l’audizione di Nicola Veronesi, all’epoca direttore di Aif, al quale sono state rivolte delle domande relativamente ai flussi di denaro ricostruiti dall’Agenzia di informazione finanziaria, che, a parte ricostruire il quadro dei flussi, non ha svolto indagini di altra natura. Veronesi a domanda della difesa, ha risposto che dopo l’entrata in vigore dell’autoriciclaggio, i bonifici in accredito sui rapporti bancari di Gatti, apparivano prevalentemente frutto di disinvestimento di titoli. Al termine dell’udienza di ieri gli avvocati difensori di Gatti hanno ribadito quanto affermato in apertura: che non emergerebbero elementi per processare Gatti.

I testimoni da ascoltare – sulle accuse di riciclaggio di denaro frott per l’accusa di tre episodi corruttivi: operazione ex Grey &Grey-Centro Uffici; concessione della licenza della Euro- CommecialBank e vicenda della nuova sede della Wonderfood – sono ancora molti.

Prossima udienza il 22 marzo.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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