“Questo processo non doveva neppure cominciare”. Formula assolutoria piena per Marco Tura e Luigi Zafferani

“Questo processo non doveva neppure cominciare”. Formula assolutoria piena per Marco Tura e Luigi Zafferani

Il fatto non sussiste, vertici della federcalcio di San Marino assolti.

ANTONIO FABBRI Si è chiuso con l’assoluzione piena, “perché il fatto non sussiste”, il processo a carico dei vertici della Federcalcio sammarinese, il presidente MarcoTura e il segretario generale LuigiZafferani. Ieri l’ultima udienza del processo nella quale è stato ascoltato Alan Gasperoni, che aveva presentato l’esposto per le presunte irregolarità, tramite l’avvocato Achille Campagna.

Un esposto che si è dunque rivelato, all’esito del processo, infondato. Procedimento che, secondo la difesa, avrebbe addirittura dovuto chiudersi in istruttoria, dove, invece, pur non essendo parte, l’avvocato Campagna ha continuato ad avere accesso al fascicolo e a presentare integrazioni. Anomalia emersa durante il processo che fa il paio, sempre rilevato dai difensori, con il fatto che i due indagati non sono stati mai ascoltati dal commissari della legge inquirente nella fase delle indagini.

Ieri è dunque stato sentito come testimone, Alan Gasperoni, che aveva sporto denuncia. “Appena ho notato questa anomalia l’ho segnalato”, ha detto rispondendo al Procuratore del fisco che faceva presente che anche negli anni precedenti, a bilancio, risultava la voce “compensi” e il bilancio stesso era sempre stato approvato dall’assemblea, cui partecipava anche Gasperoni, all’unanimità. Compensi attorno ai quali ruotava, comunque, l’imputazione per amministrazione infedele. La segnalazione era stata fatta perché si riteneva non potessero essere erogati. In realtà la legge prevede che i compensi potessero essere previsti da specifico regolamento. Regolamento che, in effetti, venne adottato nel 2017 e ratificato anche dal Cons, come attestato in una precedente udienza dal presidente del Comitato olimpico Gian Primo Giardi.

La Procura fiscale Dopo l’audizione del testimone si è passati alle conclusioni. Il Procuratore del Fisco, Roberto Cesarini, ha evidenziato come non vi fossero gli estremi soggettivi e oggettivi per contestare il reato di amministrazione infedele. “Nel caso di specie mi sembra impossibile sostenere che ci sia stato un comportamento infedele per procurare a sé o ad altri un vantaggio, nel senso che gli emolumenti sono palesi e risultano a bilancio anche prima del 2017, anno in cui viene nominato il nuovo Consiglio Federale e ritiene la Procura fiscale non siano presenti gli elementi in riferimento all’elemento oggettivo e soggettivo del reato. Si ritiene che non si possa in alcuna maniera adombrare una responsabilità penale”. così il Pf per entrambi gli imputati ha chiesto “l’assoluzione con formula piena perché non consta del reato in genere”.

La difesa di Luigi Zafferani L’avvocato Simone Menghini nel condividere le conclusioni della Procura fiscale ha aggiunto altri elementi sulla non procedibilità. “Ritengo che l’imputazione penale per amministrazione infedele non sia applicabile ai membri del Consiglio federale, poiché il loro incarico non rientra tra quelli elencati nella fattispecie dell’articolo 198, non potendo essere essi inquadrati come amminisitratori di patrimonio”. Oltre a questa considerazione di ordine tecnico, l’avvocato Menghini ha anche rimarcato come “ad elargire l’indennità o emolumento non è il Consiglio federale. Non è stato deciso né quantificato dal Consiglio, ma questa è una prerogativa e decisione dell’Assemblea, che ha sempre votato all’unanimità. Il Consiglio può proporre, ma l’ultima parola è dell’Assemblea che può approvare. Ed ha approvato. A parlare sono i fatti – ha aggiunto – e i fatti, come correttamente riassunti dal Pf, sono sostanzialmente due: quando i nuovi vertici sono stati nominati era già previsto un emolumento: fin dal 2010 l’indennità era corrisposta. Quindi quello che fanno i nuovi vertici non è di stabilire l’emolumento, perché già i membri percepivano una indennità, e già era di quegli importi. Quello che fanno altro non è che l’adeguamento, giustificato dal fatto che, in quell’anno, per la vicenda del calcioscommesse, hanno dovuto sostenere una attività molto più impegnativa con trasferte tra San Marino, Roma e tribunali internazionali”. Altro elemento portato dal legale è stato quello del controllo costante delle Federazioni internazionali. “La Fifa – spiega l’avvocato Menghini – chiede tutti i bilanci delle federazioni, anno per anno. La Uefa, fa di più: partecipa all’assemblea attraverso la delega ad un suo incaricato, si prende i bilanci e li verifica. Insomma – ha concluso il legale – Crediamo che la fattispecie in sé non rientri, e comunque che le persone che lei oggi vede qui davanti non abbiano posto in essere alcun tipo di comportamento che possa minimamente configurare quel misfatto”. Di qui la richiesta di assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”.

La difesa di Marco Tura L’avvocato Pier Luigi Bacciocchi, difensore del presidente della Fsgc Marco Tura, si è associato alle conclusioni del collega e del Pf. “A me preme soltanto sottolineare – ha aggiunto – che questo risultato doveva arrivare prima. Non dovevamo arrivare a dibattimento per rilevare queste cose. Questo processo doveva finire con la fase istruttoria. Non è possibile contestare il 198 quando il soggetto che è proprietario, cioè l’Assemblea, dice: va bene che tu prenda questi soldi. Non è possibile. Tutti hanno votato all’unanimità quanto nel bilancio è previsto. Qui c’è stata la denuncia – ricostruisce – di un soggetto che ha votato quegli emolumenti e che si ricorda dopo, dopo i suoi problemi pe sonali con la Federazione legati alla vicenda del calcioscommesse, che prendono un compenso e dice che è una pratica contraria alla legge. In realtà non è così. Andiamo a vedere: prima del 2017 i compensi erano senza nessun regolamento. Il nuovo direttivo, conscio che nel 2015 è entrata in vigore la legge 149, si preoccupa e redige un regola- mento”. L’avvocato Bacciocchi rileva anche l’anomalia dell’istruttoria. “Ci siamo dati delle norme per il diritto di difesa, in tutto questo il tribunale cosa ha fatto? Sia Tura sia l’altro imputato non sono mai stati sentiti in istruttoria”. Dunque un processo al quale non si doveva neppure arrivare che ha arrecato “un danno gravissimo per la Federazione. Ci sono lavori che sono fermi perché gli organismi internazionali hanno sospeso i finanziamenti a causa di questo procedimento. Questo Gasperoni, che dice di intendersene di calcio, lo deve sapere”, ha concluso l’avvocato Bacciocchi chiedendo a sua volta l’assoluzione piena.

Il giudice Alberto Buriani, al termine della discussione, si è ritirato in camera di consiglio e di seguito ha pronunciato sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

 

 

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